Attacchi di panico e ansia: come riconoscerli?

Attacchi di panico e ansia: come riconoscerli?

Ormai, i termini “attacchi di panico” e “ansia” sono entrati nel nostro linguaggio e, ogni giorno, vengono utilizzati in contesti di vita più ampi.

Sempre più frequentemente sentiamo gente esternalizzare e dichiarare ciò che prova, spesso con una di queste due situazioni, che determinano un malessere personale non sottovalutabile anche se, spesso, si tende a generalizzare e a parlare con mancanza di conoscenze reali.

Insomma, quante volte ci capita di affermare di “essere in ansia” senza magari nemmeno sapere cosa voglia dire e cosa comporti? Probabilmente, anche per la similarità degli argomenti su cui si basano, panico e ansia possono essere confusi e utilizzati come termini intercambiabili.

Cosa sono gli attacchi di panico?

Spesso sentiamo parlare di attacchi di panico e, se non si sono mai vissuti, è difficile riuscire a comprendere appieno ciò che la persona vive in quel momento. Certo, già “vederlo dall’esterno” aiuta a comprendere quanto malessere comporti ma, per una persona che lo vive, c’è sicuramente un altro tipo di consapevolezza.

“Il panico è un’altra cosa: è una sensazione fisica, drammatica. Il paziente non la sa esprimere bene, usa espressioni come “mi sentivo come morire, il cuore usciva dal petto, mi mancava il respiro”. Il panico giunge a ciel sereno, apparentemente, mentre magari sta al supermercato o a passeggio con una persona amica.” (Prof. Piero Barbanti)

L’espressione del panico si ha proprio con gli attacchi di panico.

“L’Attacco di Panico è un periodo di paura o disagio intensi, in assenza di vero pericolo, accompagnati da almeno sintomi cognitivi o somatici. L’attacco di panico raggiunge rapidamente l’apice e si manifeste con breve durata, solitamente non superiore ai 10 minuti.” (State of Mind)

Quindi è sicuramente breve, ma ad esso sono associati diversi sintomi fisici e psicologici come: tachicardia, sensazione di soffocamento, di svenimento, derealizzazione e/o depersonalizzazione (essere distaccati da se stessi), ma anche paura di morire o di perdere il controllo.

Insomma, è una sensazione davvero estrema in cui ogni sensazione è totalmente amplificata.

Cosa genera gli attacchi di panico?

Come afferma anche il professore Barbanti:

“Intanto gli attacchi di panico hanno una buona base psicologica e una buona base organica. Il motivo è molto semplice: c’è nel cervello una sorta di “centro del terrore”, che ha una funzione cruciale dentro di noi e si chiama amigdala. Su questo centro convergono tutte le cose della nostra giornata, le informazioni coscienti. Io adesso sono in uno studio televisivo e sono quasi le 6. Ma l’amigdala pesca anche dentro un sacco che è l’ippocampo, che è il sacco dei nostri ricordi e delle nostre emozioni, che a volte non conosciamo a fondo, che a volte rimuoviamo. Ed ecco che un fenomeno esterno apparentemente banale, ad esempio entrare in un cinema un po’ buio, o in un grande magazzino affollato, sveglia una situazione latente ed esplode l’attacco di panico.”

Quindi, qualsiasi evento o dettaglio potrebbe, potenzialmente, crearci un attacco di panico, perché potrebbe essere considerato dal soggetto come rischioso e come fonte di “paura”.

Ciò che genera l’attacco di panico è, fondamentalmente, la paura che può essere reale ma che, perlopiù, è dettata dai propri vissuti emotivi.

Cos’è l’ansia?

L’ansia, forse, è un termine utilizzato in molteplici situazioni e con un’altissima frequenza.

“Ansia è un termine largamente usato per indicare un complesso di reazioni cognitive, comportamentali e fisiologiche che si manifestano in seguito alla percezione di uno stimolo ritenuto minaccioso e nei cui confronti non ci riteniamo sufficientemente capaci di reagire.” (Ipsico)

Quindi l’ansia, che di per sé non è innaturale o anormale, è una reazione del soggetto davanti a stimoli percepiti come minacciosi e non in grado di affrontare affrontare.

Quando questo stato di ansia diviene generalizzato, persistente ed esagerato rispetto al reale evento può diventare un vero e proprio problema: il soggetto può sentire di vivere questo stato di ansia e di preoccupazione e ciò, ovviamente, gli crea malessere e disagio.

Qual è la differenza tra ansia e attacchi di panico?

La prima grande differenza è che l’ansia, e specificatamente gli attacchi di ansia, non sono riconosciuti clinicamente; ed infatti non sono presenti nel DSM-5.

L’ansia, nello specifico, viene vista come una componente di diversi disturbi come l’ansia sociale, l’ansia da separazione, il mutismo selettivo, ecc. Invece, gli attacchi di panico sono riconosciuti e presenti nel DSM-5. Vivere uno stato di ansia, così come vivere o aver vissuto attacchi di panico, non è semplice perché questi avvenimenti riescono a modificare l’approccio che il soggetto ha nei confronti della vita e degli eventi quotidiani.

Quando si vive uno stato del genere, è necessario assumerne consapevolezza: questo significa essere consapevoli di ciò che è realmente accaduto, in modo da distinguere questi due stati che potrebbero apparire simili.

Una volta rielaborato ciò che è successo e compreso cosa è accaduto realmente, potrete chiedere supporto ad uno psicologo e cercare di trovare strategie efficaci da mettere in atto: ad esempio, nel caso di attacco di panico, potrebbero essere molto utili le diverse tecniche di rilassamento e di respirazione che, spesso, aiutano a superare il momento di “paura”.


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