Depressione
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Cos’ è la depressione
La depressione è un disturbo dell’umore che altera il funzionamento vitale della persona che ne soffre e la sua vita sociale.
Parliamo di “disturbo dell’umore” perché questa condizione risulta essere caratterizzata da una mancanza di flessibilità dell’umore.
Cerchiamo di capire cosa intendiamo con “mancanza di flessibilità dell’umore”. Solitamente l’umore di un individuo, quando questo vive situazioni piacevoli, flette verso l’alto. Al contrario, se il soggetto si ritrova a vivere brutte esperienze, il suo amore tende ad andare verso il basso. Insomma, è flessibile.
Chi soffre di depressione, invece, non manifesta tale flessibilità, perché il tono del suo umore va perennemente verso il basso.
Secondo Beck e Alford (2009) vi sono altre componenti della depressione, oltre quella riguardante l’umore, tra cui:
- Alterazione dell’umore: tristezza, solitudine, apatia.
- Un concetto di sé negativo associato a rimproveri e auto-colpa.
- Desideri regressivi e auto-punitivi: desideri di fuggire, nascondersi o morire.
- Cambiamenti vegetativi: anoressia, insonnia, perdita di libido.
- Cambiamento nel livello di attività: ritardo o agitazione.
Ma vediamo come questo disturbo arriva a manifestarsi.
Varie forme di depressione
La depressione, da molti definita come “un buco nero” può presentarsi sotto forma di singoli episodi, (un episodio di depressione dura solitamente per circa 6 mesi, se non è opportunamente trattato) o avere una tendenza ciclica, con una durata del periodo depressivo anche piuttosto lunga (disturbo depressivo).
Tra i disturbi depressivi più frequenti abbiamo:
- il disturbo depressivo maggiore. Un episodio depressivo maggiore può durare mediamente da 6 mesi a un anno, a seconda della gravità (Blaney & Millon, 2009).
- il disturbo depressivo persistente (distimia)
- il disturbo disforico premestruale.
La caratteristica comune di tutti questi disturbi è la presenza di umore triste, sensazioni di vuoto e irritabilità, accompagnati da cambiamenti somatici e cognitivi che influenzano in modo significativo la capacità di funzionamento dell’individuo. Ciò che differisce tra loro sono la durata, il tempismo o la presunta eziologia (DSM V, 2013).
Ma quando insorge solitamente questo disturbo?
Esordio della depressione
In genere, la depressione insorge nell’adolescenza, ma anche verso i 20 o i 30 anni, a seguito di eventi importanti che tra poco vedremo: non è però da escludersi la sua comparsa a qualsiasi età, anche durante l’infanzia, senza che vi sia una specifica causa alla base.
Secondo lo studio ESEMeD (European Study of the Epidemiology of Mental Disorders), la depressione sembra colpire in Italia il 14,9% delle donne e il 7,2% degli uomini.
Nelle donne la depressione può comparire in alcune fasi della vita, quali il periodo post-partum o durante il periodo di transizione verso la menopausa.
Sopra i 65 anni di età tale disturbo invece ha una prevalenza pari al 4.5%.
Altre ricerche epidemiologiche evidenziano come ne sia affetto il 2% dei bambini e il 4% degli adolescenti, i quali sembrano avere in un anno un episodio di depressione.
Sintomi della depressione
Quali sintomi sperimenta una persona depressa? Cerchiamo di raggruppare i più comuni, a seconda dell’area che vanno ad intaccare.
Sintomi cognitivi della depressione
- Ridotta capacità di concentrazione
- Difficoltà di memoria
- Tendenza ad auto-colpevolizzarsi e svalutarsi
- Tendenza a rimuginare sugli errori passati
- Errata interpretazione di eventi quotidiani
- Pensieri negativi su di sé, sul mondo e sul futuro,
Sintomi affettivi della depressione
- Umore depresso
- Marcata tristezza quasi quotidiana
- Perdita di piacere nello svolgere hobby o attività che prima erano attivamente ricercate
- Ritiro sociale
- Abbandono delle occupazioni piacevoli
- Diminuzione del desiderio sessuale
Sintomi motivazionali della depressione
- Marcata affaticabilità: la persona si sente spossata e stanca anche quando non ve ne sono le opportune ragioni
- Ridotta efficienza anche per lo svolgimento di piccoli compiti
Sintomi comportamentali della depressione
- Tentativi di suicidio
- Aumento o diminuzione dell’appetito
- Aumento o diminuzione del sonno
- Marcato rallentamento motorio che si può manifestare come maggiore lentezza nel fare le cose, nel parlare e nei movimenti del corpo
- Marcata agitazione e incapacità di stare seduti: chi è depresso è solito passeggiare avanti e indietro, stropicciarsi le mani, etc.
Sintomi fisici della depressione
- Mal di testa
- Palpitazioni
- Tachicardia
- Dolori muscolari
- Confusione
Diagnosi di depressione
I sintomi della depressione sono tanti e spesso sono scarsamente considerati: il soggetto che li sperimenta può infatti arrivare ad attribuirli a stanchezza, stress, senza capire di essere vittima di un vero e proprio disturbo.
Secondo il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, affinché un soggetto possa essere classificato come “depresso”, deve aver sperimentato cinque o più dei seguenti sintomi per un periodo di due settimane:
- Umore triste per gran parte della giornata e quasi ogni giorno
- Mancanza di interesse nelle attività quotidiane o negli hobby
- Diminuzione o aumento dell’appetito con conseguente perdita di peso o aumento di peso
- Diminuzione o aumento del sonno;
- Pigrizia e comportamenti rallentati o comportamenti irrequieti e frenetici
- Stanchezza
- Sentimenti di colpa e inutilità
- Difficoltà nel processo decisionale
- Pensieri suicidi.
Ma facciamo un attimo un passo indietro, poiché a questo punto è doveroso chiedersi: perché si può arrivare ad essere depressi? Quali sono i fattori scatenanti tale disturbo?
Cause della depressione
Riassumiamole qui di seguito.
Fattori biologici
A livello biologico, la depressione può essere associata a delle alterazioni a livello neurotrasmettitoriale, ormonale e nel sistema immunitario. A loro volta le alterazioni nella regolazione dei neuro-trasmettitori (quali noradrenalina e serotonina) andranno ad incidere sull’iniziativa del soggetto, sul suo sonno e sulle sue interazioni sociali.
Fattori psico-sociali
A livello psicosociale, la depressione è invece da riferirsi a eventi di vita stressanti, come lutti, conflitti interpersonali e familiari, malattie, cambiamenti di vita, separazioni coniugali e dai figli, cambiamenti nelle condizioni lavorative o di vario tipo. A tal proposito è bene sottolineare come questi eventi possano avere una maggiore incidenza in quei soggetti che hanno vissuto un’infanzia avversa, che non ha permesso loro di sviluppare le dovute abilità per affrontarli.
Fattori genetici
Grande importanza riveste anche la genetica. Secondo alcuni studi, chi ha familiari di primo grado che soffrono di depressione, presenta un rischio maggiore di sviluppare il disturbo da due a quattro volte, rispetto alla popolazione generale.
Comorbilità con altri disturbi
Il disturbo depressivo può verificarsi anche in concomitanza ad altri disturbi come:
- Disturbi psicologici (es. disturbo da panico, disturbo post-traumatico da stress o distubo ossessivo-compulsivo),
- Disturbi alimentari (es. anoressia e bulimia nervosa)
- Comportamenti nocivi (es. abuso di alcol, gioco patologico, uso di droghe).
Detto questo, è quasi naturale ora chiedersi: ma si può guarire? Se si, come?
Trattamento della depressione
Innanzitutto sfatiamo il mito secondo cui non si può guarire dalla depressione. Dalla depressione si può guarire e come.
Pensate che in Italia solo il 29% dei soggetti affetti da depressione maggiore chiede aiuto per la depressione e ricorre a un trattamento nello stesso anno in cui insorge (Wang et al., 2007).
L’approccio terapeutico alla depressione di solito comporta la prescrizione di una combinazione di farmaci e psicoterapia.
Secondo le linee guida NICE (National Institute for Health and Clinical Excelence, 2011) la psicoterapia di tipo cognitivo-comportamentale e la terapia interpersonale sarebbero i trattamenti efficaci ed elettivi per i disturbi depressivi.
La prima terapia è volta a cambiare il modo in cui una persona pensa, senza mettere al centro il suo passato: si focalizza infatti sugli atteggiamenti e sui comportamenti di un soggetto, poiché parte dal presupposto che siano questi a preservare il mantenimento della depressione.
La terapia cognitivo-comportamentale si propone dunque di:
- Ridurre i sintomi del paziente, inducendolo a riconoscere i pensieri auto distruttivi (Karasu, 1997).
- Correggere i pensieri disfunzionali, promuovendo nuove esperienze di apprendimento da cui il paziente può imparare a regolare le proprie cognizioni
- Promuovere nel paziente la capacità di auto-controllo e padronanza di sé
A livello farmacologico, tra gli antidepressivi più comunemente usati per la cura della depressione abbiamo:
- Triciclici (ATC)
- Inibitori della monoaminossidasi (IMAO)
- Inibitori della ricaptazione della noradrenalina (NRI)
- Inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI)
I primi due tipi di antidepressivi influenzano le monoamine seretonina e norepinefrina, mentre gli SSRI agiscono soprattutto a livello della serotonina (Saggino, 2004).
Come ricordano Biagi e Carta (2001), ai fini di una buona compliance del paziente, la somministrazione della terapia antidepressiva deve essere preceduta da un’educazione informativa esauriente circa gli effetti collaterali del farmaco.
Consigli per convivere con la depressione
Nei casi di depressione, come può un soggetto convivere con il proprio disturbo?
Chi soffre di depressione dovrebbe cercare di:
- seguire una dieta sana ed equilibrata
- fare un regolare esercizio fisico
- ritornare a fare ciò che un tempo gli dava piacere e soddisfazione: scegliete dunque due o tre attività che amavate tanto fare
- uscire e stare in mezzo alla gente: è bene far parte di un clima caldo e pieno d’amore
- passeggiare all’aria aperta e stare a contatto con la natura per ritrovare un proprio equilibrio interiore, lontano dal solito caos quotidiano
- immergersi in attività manuali: cucinare, fare giardinaggio, al fine di sperimentare nuove emozioni e staccarsi da quelle vecchie.
Riferimenti
- American Psychiatric Association. Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali – Quinta Edizione. A cura di Biondi M. Raffaello Cortina Editore, Milano 2014
- Leveni, D., Michielin, P., & Piacentini, D. (2018). Superare la depressione. Un programma di terapia cognitivo comportamentale. Trento: Erickson
- Blaney, P. H., & Millon, T. (2009). Oxford textbook of psychopathology. New York: Oxford University Press. Chicago (Author-Date, 15th ed.).
- Beck, A. T. (1976). Cognitive therapy and emotional disorders. New York: Meridian. Trad it. Principi di terapia cognitiva. Roma: Casa Editrice Astrolabio, 1984.