Stress
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“Lo stress viene da dentro;
è la tua reazione alle circostanze,
non le circostanze stesse.”
Brian Tracy
Cos’è lo stress
Il primo a parlare di stress e, quindi, ad introdurre tale termine specifico fu Selye, medico austriaco, che a partire dagli anni Trenta del secolo scorso iniziò a studiare tale fenomeno.
Nel 1976 approdò al concetto di stress, appunto, che nello specifico, definì come: “Una risposta aspecifica dell’organismo ad ogni richiesta effettuata su di esso.” (Selye, 1976).
Ciò che determina un evento stressante è l’eccessività che l’individuo percepisce rispetto ai compiti che deve svolgere.
Tali compiti possono essere di varia natura: emotivi, sociali ecc. Quando l’individuo percepisce tale eccessività, ha quindi determinate reazioni psicofisiche che determinano stress nell’individuo.
Selye, oltre a definire il fenomeno, parla di un vero e proprio processo stressogeno che si compone di tre fasi principali:
- Fase di allarme: l’individuo percepisce l’eccessività dei suoi doveri e mette in moto le risorse per adempierli;
- Fase di resistenza: l’individuo stabilizza le sue azioni e si adatta alle richieste eccessive;
- Fase di esaurimento: l’individuo subisce il crollo delle sue difese e, quindi, avverte la comparsa di sintomi fisici ed emotivi.
Quindi, lo stress è una vera e propria risposta, ma ci sono delle differenze quando parliamo di stress.
Vediamole insieme.
Stress acuto vs stress cronico
La grandissima differenza, quando abbiamo a che fare con un evento stressante, è dovuta principalmente alla sua durata: in base a ciò possiamo avere un evento caratterizzato da uno stress acuto e uno da uno stress cronico.
Lo stress acuto avviene una sola volta e, soprattutto, ha una durata limitata.
Quando invece parliamo di stress cronico, abbiamo a che fare con un evento sicuramente più lungo dal punto di vista temporale.
E’ stato infatti scientificamente dimostrato che lo stress cronico, porta a disturbi psicologici come ansia e depressione, problemi del sonno e dell’appetito e sensazioni di stanchezza o irritabilità e può indurre anche disturbi fisici come ulcere, ipertensione arteriosa, malattie cardiache e danneggiare il sistema immunitario, diminuendo la capacità dell’individuo di combattere batteri e virus infettivi (Delahanty et al., 1998).
Un evento cronico può essere a sua volta suddiviso in evento cronico intermittente ed evento cronico vero e proprio.
Nel primo caso abbiamo a che fare con quell’evento che si presenta ad intervalli regolari e che ha una durata limitata nel tempo e, proprio per la sua regolarità, può essere piuttosto prevedibile.
Quando invece parliamo di eventi stressanti cronici, ci riferiamo ad eventi che hanno una durata molto lunga e che diventano un vero e proprio ostacolo per la regolarità della vita della persona.
Ma esiste solo questa differenza?
Eustress vs Distress
Un’altra grande differenza per gli eventi stressanti riguarda la natura del fattore stressante che, quindi, causa l’evento stesso.
Lo stress infatti può essere causato dagli eustress che non sono nocivi, anzi diventano vere e proprie risorse per l’individuo, dando all’organismo tono e vitalità.
Quando invece i fattori causanti dello stress sono nocivi, parliamo di distress: essi possono determinare un vero e proprio problema per l’individuo in quanto causano l’abbassamento delle difese immunitarie e determinano un peggioramento dell’organismo.
Ma, quindi, quali possono essere le cause dello stress?
Cause del fenomeno
Una cosa è certa quando parliamo di stress: tutto è totalmente soggettivo.
Tutto, infatti, dipende dalla percezione che l’individuo ha di un determinato evento o compito: in base alla sua percezione, questo potrà causare o meno il fenomeno.
Un evento stressante per un individuo può quindi non esserlo per un altro.
Sicuramente, però, possiamo individuare dei fattori che, con buona probabilità, possono causare stress.
Tra essi troviamo:
- alcuni eventi della vita di un individuo, sia piacevoli che spiacevoli come matrimoni, lutti, nascita di un figlio, lavoro;
- fattori fisici come il freddo o il caldo, oppure l’abuso di alcol o fumo;
- fattori ambientali: ambienti molto rumorosi o inquinati;
- malattie organiche. Perché?
Perché quando l’individuo è affetto da una malattia, si trova in uno stato di eccessiva tensione che, a causa dell’abbassamento delle difese immunitarie, molte volte sfocia in una condizione di stress.
Quanto fin ora visto può dunque determinare una condizione stressante.
Ma come possiamo riconoscere tale condizione? Quando il nostro corpo la sperimenta, che sintomi manifesta?
Sintomi del fenomeno
Come detto poc’anzi la condizione stressante è totalmente soggettiva. Pensateci un attimo: quante volte avete detto di sentirvi “stressati” senza una reale condizione?
La parola stress è entrata così tanto a far parte del lessico comune che spesso la si usa anche in modo inappropriato.
Come può quindi un individuo riconoscere tale condizione?
I suoi sintomi sono molti e diversi fra loro.
I più frequenti possono essere divisi in:
- sintomi comportamentali: alimentazione compulsiva, frequente assunzione di alcolici, aggressività, difficoltà a portare a termine i compiti;
- sintomi emozionali: rabbia, ansia, nervosismo, infelicità, predisposizione ad agitarsi e a sentirsi irrequieti;
- sintomi fisici: mal di testa, mal di schiena, dolore allo stomaco, sudorazione alle mani, agitazione, stanchezza, problemi del sonno, perdita di appetito, tachicardia, problemi sessuali;
- sintomi cognitivi: problemi nel mantenere la concentrazione, mancanza del senso dell’umorismo, incapacità di pensare in modo chiaro.
Diagnosi del disturbo
Come si può diagnosticare tale condizione, essendoci una svariata presenza di sintomi? In realtà, per lo stress è difficile stabilire una chiara diagnosi: quello che può fare però la differenza è la capacità del medico nel riconoscere tale condizione.
Su cosa si basa tutto ciò?
Fondamentale in tal senso è l’anamnesi, ovvero la raccolta dei dati sulla vita e sulla condizione dell’individuo.
Nello specifico, per la diagnosi dello stress sono presenti tre momenti fondamentali:
- Far sì che il paziente parli e racconti la sua vita, la sua condizione, ciò che gli capita e che percepisce: può essere utile capire se è già stato da altri specialisti.
- Indagare sulla sintomatologia: anche se i sintomi sono tanti e diversi, bisogna capire cosa avverte l’individuo e soprattutto capire che ruolo ha questo nella sua vita e in quel determinato momento.
- Prescrivere altri esami specifici per escludere che tali sintomi siano dovuti ad altre malattie specifiche.
Disturbi psicologici connessi al fenomeno
Lo stress può causare veri e propri disturbi psicologici, sapete?
Tra questi abbiamo il Disturbo acuto da stress e i Disturbo Post-traumatici da stress.
Il Disturbo acuto si presenta a seguito di un evento stressante vissuto dall’individuo.
Tale disturbo è stato introdotto nel DSM-5 ed è definito in base a determinati criteri, stabiliti dall’American Psychiatric Association nel 2013, tra cui:
- esposizione ad una situazione di forte minaccia per la propria vita o la propria integrità fisica
- comparsa di pensieri intrusivi e dissociazioni
- impossibilità di provare emozioni positive,
- irritabilità e difficoltà di concentrazione.
Per diagnosticare tale disturbo è necessario che i sintomi si presentino entro 1 mese dal trauma stesso.
Cosa intendiamo, invece, con Disturbo post-traumatico da stress?
In questo caso, il disturbo è sempre legato ad un trauma vissuto dal soggetto ma i sintomi si presentano o comunque si protraggono anche oltre un mese dall’evento stesso.
Inoltre, in tale disturbo, l’evento traumatico è davvero estremo come la morte, aggressioni personali, incidenti, rapimenti, torture ecc.
In questo caso, il soggetto continua a rivivere tale situazione con pensieri intrusivi, ricordi persistenti, sogni spiacevoli, disagio psicologico e fattori scatenanti che rimandano all’evento stressante.
In risposta a ciò vediamo come il soggetto cercherà di evitare qualsiasi situazione o qualsiasi stimolo che possa rimandare a tutto ciò, molte volte evitando anche di dormire.
Trattamento
Tra le terapie che possono aiutare a risolvere, o al massimo ridurre, tale condizione di stress, perlopiù vi sono le tecniche di rilassamento oppure si può fare affidamento alla psicoterapia breve per cercare di eliminare tale condizione.
Le tecniche di rilassamento cercano di aiutare l’individuo a riconoscere e a controllare le risposte fisiologiche associate allo stress che, quindi, diventano una chiave per portare l’individuo a vivere una condizione di rilassamento e non di tensione.
La psicoterapia, invece, insegna all’individuo a gestire l’ansia e lo stress e a capire quali comportamenti sono disfunzionali aiutandolo, in seguito, a modificarli. Nello specifico, fondamentale è la ricerca su sé stessi e l’individuazione dei punti di forza e debolezza.
Per individuare gli schemi consolidati che determinano tali sintomi, al fine di correggerli e modificarli, integrando pensieri funzionali e positivi per l’individuo.
Consigli per convivere con una condizione stressante
Come visto precedentemente, le tecniche di rilassamento o la psicoterapia cognitiva comportamentale possono essere utili al fine di gestire e modificare i comportamenti disfunzionali.
Ma, a livello pratico, cosa possiamo fare per gestire tale stress? Vediamolo insieme.
Prendi potere della situazione
Fondamentale, per non farsi “schiacciare” dalla situazione, è essere totalmente convinti del proprio potere sulla situazione.
Sentirsi impotenti non fa altro che aumentare lo stress e, quindi, il malessere.
Siamo noi ad aver il controllo, non il resto!
Per farlo può essere utile, secondo il Prof. Cary Cooper, docente presso la University of Lancaster, sfidarsi, ovvero fissarsi dei nuovi obiettivi e sfide, affinchè possiamo aumentare la nostra autostima e meglio affrontare lo stress.
E soprattutto aiutare gli altri : alcuni studi confermano come farlo sia uno stimolo in più per essere maggiormente resilienti.
Assumi uno stile di vita regolare
Risulta quasi scontato ma, in realtà, non è così: molte volte lo stress può portare ad assumere comportamenti errati come abuso di alcool, fumo o caffeina.
Si è visto, infatti, come gli uomini, più delle donne, abusino di tali sostanze come risoluzione alla situazione stressante.
Bisogna capire che questa però non è certamente una soluzione.
Avere uno stile sano, invece, determina un benessere a livello fisico.
Guarda il lato positivo della tua vita
Molte volte lo stress è alimentato da una visione totalmente negativa e pessimista della vita e dei suoi eventi.
Ma focalizzarsi sulle cose negative vi fa stare meglio?
In realtà no, anzi è totalmente deleterio.
Concentriamoci sugli aspetti positivi della nostra vita e apprezziamoli.
Fai attività fisica
Vi sembra fuori luogo come consiglio?
Invece no. Fare attività fisica vi permette di alleviare lo stato di tensione e di stress che state vivendo e libera il pensiero negativo, permettendovi di vivere al meglio la situazione in cui vi trovate.
E’ stato dimostrato come infatti lo sport modifichi positivamente l’umore. Quindi, iniziate a muovervi!
Accetta le cose che non puoi cambiare
Inutile rimurginarci: ci sono delle cose che non si possono cambiare e che, probabilmente, sono destinate ad essere in un determinato modo.
Altre situazioni, invece, possono essere cambiate con sforzo e dedizione: concentratevi proprio su queste ultime occasioni, mentre accettate ciò che non può essere cambiato.
Starete molto meglio!
Riferimenti
- American Psychiatric Association. (2013). Diagnostic and statistical manual of mental disorders (5th ed.). Arlington, VA: American Psychiatric Publishing
- Maiolo, G. (2012). Basta stress! Tecniche di rilassamento con musica e visualizzazioni. Trento: Centro Studi Erickson
- McKenzie, S., & Hassed, C. (2016). Il libro della mindfulness. Liberarsi dallo stress, gestire l’ansia, vivere sereni. Trento: Centro Studi Erickson
- Selye, H. (1974). Stress without distress. J. B. Lippincott, Philadelphia
- Selye, H. (1976). Stress in health and disease. Butterworth’s, reading, Massachusetts