Borderline ed empatia: possono convivere?

Quante volte abbiamo sentito parlare, spesso anche in modo erroneo, del Disturbo Borderline di Personalità? Probabilmente a tutti almeno una volta nella vita, perché si tratta di uno dei disturbi su cui spesso si volge la propria curiosità e attenzione. Spesso infatti si parla di questo disturbo anche nel nostro linguaggio comune.

Parlare di Disturbo borderline, in generale, non è semplice anche perché la tentazione di cadere in semplificazioni e stereotipi è molto alta.

Ma a cosa facciamo riferimento quando parliamo di disturbo borderline? Cosa comporta per chi ne soffre?

E ancora, chi soffre di Disturbo borderline può essere considerato, in modo più o meno generale, come una persona empatica?

Disturbo borderline di Personalità

Uno dei disturbi di Personalità forse più famosi o comunque di cui spesso si sente parlare è proprio il Disturbo borderline di Personalità. Si tratta di un disturbo molto particolare e  delicato soprattutto per quanto riguarda la diagnosi. Non sempre, infatti, è semplice riconoscerlo e quindi intervenire anche in modo clinico.

Come già il nome ci comunica, si tratta di un disturbo di personalità che tendenzialmente è caratterizzato da instabilità emotiva ma anche del proprio Sé, disregolazione emotiva, conflittualità nelle relazioni con gli altri e anche sensazioni di vuoto cronico, spesso accompagnati da momenti autolesivi e di impunità.

Si tratta di un Disturbo complesso riconosciuto nel DSM-5 nella sezione II dedicata al Cluster B dei disturbi di personalità. Spesso è difficile da riconoscere in quanto non sempre le dinamiche e le caratteristiche risultano evidenti.

Ciò che può aiutare nel suo riconoscimento è proprio la presenza di questa instabilità che caratterizza anche le relazioni interpersonali; spesso chi ne soffre tende ad essere impulsivo, mette in atto comportamenti irrazionali e soprattutto irrispettosi verso chi ha di fronte e chi gli sta accanto. Tendenzialmente una persona con questo disturbo presenta anche difficoltà ad instaurare relazioni durature o comunque stabili proprio per via di questa instabilità emotiva che può causare comportamenti difficili da gestire anche per chi li subisce o li osserva dall’esterno.

L’empatia nel borderline

Una domanda che potremmo porci e che, di solito, è molto comune in questo ambito è: “l’empatia è una caratteristica dei soggetti con Disturbo borderline di personalità?”.

Partiamo col dire che, soprattutto negli ultimi tempi, si sente spesso parlare di empatia in quanto è considerata in modo unanime una delle caratteristiche e qualità che tutti noi dovremmo possedere.

Non è inusuale, infatti, sentir parlare di empatia soprattutto in modo positivo in quanto si tratta della caratteristica che aiuta ad entrare in sintonia con l’altro, riconoscendo i suoi stati emotivi e la sua prospettiva.

Proprio per questo crescente interesse, non è inusuale parlare di empatia anche in riferimento ai vari disturbi di personalità. Ad esempio diversi studi sono stati svolti per mettere in relazione l’empatia col disturbo borderline di personalità.

Cosa ci dicono gli studi a tal proposito?

Partiamo col dire che l’empatia coinvolge due domini fondamentali, la mediazione cognitiva, ossia la valutazione dello stato emotivo dell’altro proprio dal punto di vista cognitivo e la capacità di comprendere il punto di vista dell’altro, e la componente affettiva ossia la capacità di sperimentare in prima persona lo stato emotivo di chi abbiamo di fronte.

Tendenzialmente l’empatia è dettata dal funzionamento ottimale di queste due componenti.

Nelle persone caratterizzate da disturbo borderline di personalità, invece, è stato osservato che è presente una risonanza esagerata e una iper-affettività causata proprio da una mancanza di associazione tra la componente affettiva e quella cognitiva (Guttman and Laporte, 2000; Lynch et al., 2006).

Si potrebbe quindi affermare, anche riportando i risultati di una rassegna di Jeung e. Herpertz (2014), che le persone con questo disturbo tendenzialmente sono più propense ad un “contagio emotivo“, quindi ad un’iper-coinvolgimento verso lo stato mentale dell’altro e anche ad una scarsa capacità di mentalizzazione.

Quindi sì, effettivamente c’è convivenza tra empatia e Disturbo borderline di personalità ed effettivamente chi è caratterizzato da questo disturbo riesce a provare empatia verso chi gli sta vicino. Sicuramente il modo di esprimere empatia può essere diverso da ciò che ci aspetteremmo in quanto è presente in misura maggiore, soprattutto dal punto di vista affettivo, e minore dal punto di vista cognitivo.


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