Perché alcune persone mancano di empatia per gli altri?
Quando manca l’empatia.
Vi è mai capitato di avere a che fare con persone che sembrano tenere in considerazione solo i loro pensieri e mai quelli degli altri? Persone quindi che sono incapaci di mettersi nei panni altrui e pensano solo a se stessi?
Bene: sicuramente siamo in presenza di persone prive di empatia.
“L’empatia è l’atto paradossale attraverso cui la realtà di un altro, di ciò che non siamo, non abbiamo ancora vissuto o che non vivremo mai e che ci sposta altrove, nell’ignoto, diventa elemento dell’esperienza più intima cioè quella del sentire insieme che produce ampliamento ed espansione verso ciò che è oltre, imprevisto”.
Edith Stein
Cos’è l’empatia?
Iniziamo a capire cosa si nasconde dietro il termine “empatia” che deriva dal greco ‘en-pathos’ e significa ‘sentire dentro’.
Ebbene si: l’empatia è la capacità di riuscire a mettersi nei panni degli altri e sentire quello che l’altro sente.
Essere empatici significa interpretare le emozioni e la prospettiva altrui ed essere di conseguenza in grado di dare una risposta affettiva.
Dunque l’empatia presuppone questo: il mettersi nei panni altrui, ma allo stesso tempo la capacità di attivare uno scambio, tenendo conto della visione che ha l’altro della realtà: questo quindi è un processo che viene a realizzarsi nel momento in cui smettiamo di focalizzarci sui nostri pensieri e emozioni, come si può ben evidenziare da quanto detto.
La psicologa Norma Feshbach, a tal proposito, ha individuato quelle che sono le componenti dell’empatia: quali sono?
- capacità di decodificare gli stati emotivi altrui;
- capacità di assumere il ruolo e la prospettiva altrui;
- capacità di rispondere affettivamente alle emozioni altrui.
Perché alcune persone non provano empatia?
A questo punto, alcuni di voi si staranno chiedendo se tutti siamo dotati di questa capacità o meno: la risposta è no. Alcune persone, infatti, sono incapaci di mettersi nei panni altrui: perché alla base della nostra capacità empatica vi sono le nostre esperienze passate: se abbiamo avuto “la fortuna” di sperimentare e vivere esperienze di comprensione empatica con i nostri genitori, sicuramente da adulti riusciremo ad essere persone empatiche. Questo significa che se un individuo, sin da piccolo, è accudito da genitori comprensivi e rassicuranti, avrà maggior possibilità di sviluppare la sua capacità empatica, proprio perché ha sperimentato ciò nel rapporto con i propri genitori.
Questo è quanto si evince dalla teoria dell’attaccamento di Bowlby, il quale parla del legame che si crea tra bambini e genitori, definendolo come innato e del fatto che la figura genitoriale ha un valore fondamentale per la crescita emotiva de bambino.
Da un punto di visto neurologico, si è evidenziato come lesioni delle aree frontali cerebrali, in particolare la corteccia pre-frontale, possano causare a loro volta alterazioni comportamentali che ostacolano così l’interazione sociale: parliamo, per esempio, di demenze frontali, come il morbo di Alzheimer o altri traumi cranici che possono rendere deficitaria questa capacità.
Cosa succede in caso di mancanza di empatia?
Chi non riesce ad essere empatico riesce a preoccuparsi degli altri, poiché troppo concentrato su se stesso: non riesce a percepire e comprendere quello che succede agli altri e quindi non riesce a creare un rapporto basato sulla fiducia.
Le persone prive di questa capacità sono fredde e quindi non si sentono affatto motivati ad alleviare la sofferenza altrui. In un certo senso appaiono come egoiste, perché pensano solo al loro benessere e se danno, lo fanno solo perché ricevono qualcosa in cambio: la mancanza di empatia può far apparire le persone poco amichevoli e poco aperte agli altri.
Quali sono i disturbi associati alla mancanza di empatia?
Essere poco empatici ha sicuramente delle conseguenze che si ripercuotono su quella che è la nostra vita sociale e relazionale.
A tal proposito, è bene dire come esistano alcuni disturbi psicologici strettamente connessi alla mancanza di empatia.
Vediamoli qui di seguito:
- disturbo narcisista della personalità: siamo in presenza di individui che ignorano completamente gli altri.
La mancanza di empatia provoca questo disturbo che impedisce al soggetto affetto di andare oltre quelli che sono i suoi bisogni; - disturbo borderline di personalità: qui invece siamo in presenza di persone emotivamente instabili incapaci di avere relazioni stabili e di comprendere i sentimenti altrui;
- schizofrenia: anche nei pazienti schizofrenici si può evidenziare un deficit di empatia e di riconoscimento delle emozioni altrui.
Come allenare la propria empatia
Vediamo qui di seguito i vari passi da seguire per riuscirci:
- analizzare e comprendere fino in fondo le nostre emozioni, altrimenti come possiamo pretendere di comprendere quelle altrui?
- saper gestire le proprie emozioni, il nostro modo di reagire e la nostra capacità di saper comunicare i nostri sentimenti;
- saper privilegiare un ascolto attivo, il che significa prestare attenzione anche alla comunicazione non verbale;
- invitare gli altri a parlare dei loro sentimenti, entrando in punta di piedi nel loro mondo;
- interagire con diverse tipologie di persone per comprendere meglio i punti di vista diversi dal nostro.
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