Imporre lo studio ai figli: quale effetto fa?
Imporre lo studio sui figli, quali effetti crea?
Capita spesso di vedere genitori che impongono ai loro figli le loro idee su diverse questioni di vita, tra cui la scelta del proprio percorso di studi.
Non stupiamoci se esistono persone che hanno scelto di studiare, solo perché lo volevano i loro genitori che, spesso, nutrono una profonda convinzione: quale? Quella che per essere qualcuno e per essere felici, occorra andare necessariamente avanti con gli studi, non pensando ad una cosa importante: ma i figli cosa vogliono davvero per la loro vita?
Pochi arrivano a porsi questo interrogativo, forse perché sono molti i genitori che credono che i figli non abbiamo il diritto di scegliere per sé. Ma questo non può che avere delle conseguenze!
Imporre lo studio ai figli: è corretto?
Come molti di noi sanno, la coppia genitori-figli è costantemente caratterizzata da conflitti, soprattutto nella fase adolescenziale, dove i ragazzi e le ragazze sono più ribelli e alla ricerca della loro identità: tutto questo non può che essere maggiormente complicato se non si ha alle spalle una famiglia comprensiva, abituata in un certo senso a parlare con i propri figli, più che ad imporre le proprie idee.
Se pensiamo alla questione specifica dello studio, non possiamo non fare riferimento a quei genitori che spesso finiscono per imporre lo studio ai propri figli.
Le motivazioni possono essere varie: è luogo comune pensare, soprattutto al giorno d’oggi, che senza una laurea non si possa andare da nessuna parte.
Ma a prescindere da questo, è davvero giusto un comportamento di questo tipo?
La scelta del percorso di studi
Certo che no: i genitori devono essere rispettosi nei confronti dei loro figli e comprendere che scelte importanti come queste devono essere prese soprattutto da loro. Per questo motivo dovrebbero evitare di imporre lo studio ai figli.
Certo, i genitori possono dare un consiglio, ma questo non significa necessariamente adottare atteggiamenti impositori: insomma, la scelta del percorso di studi deve essere fatta in piena autonomia e non deve essere influenzata da nessuno, nemmeno dai propri genitori.
Pensiamo ad un ragazzo che continua a studiare, quando invece vorrebbe poter fare tutt’altro. Come si può pensare che quel ragazzo possa essere davvero felice? Magari porterà a casa anche dei bei voti, ma con la consapevolezza che non sta facendo quello che davvero voleva fare.
La scelta del percorso di studi, dunque, va fatta senza alcun tipo di influenza esterna. Qualsiasi incertezza a riguardo deve poter essere gestita dai figli stessi e non dai loro genitori, che devono essere in grado di evitare di proiettare le proprie aspettative sui figli, poiché è giusto metter in primo piano quello che loro stessi vogliono per il loro futuro. I genitori, in quanto tali, devono lasciare i loro figli liberi di decidere e anche di sbagliare, se è necessario: sostituirsi a loro non può che minare la loro autonomia e la loro autostima, rendendoli solo più insicuri e incerti.
E non è questo che i genitori dovrebbero fare: sicuramente il loro compito è quello di ascoltare, guidare, consigliare, ma non decidere a posto loro. Come detto poc’anzi, ne va della loro autonomia: se questa viene soffocata, come possiamo pretendere che nostro figlio diventi un adulto sicuro di sé? Come possiamo pretendere che si reputi all’altezza di prendere determinate decisioni?
I figli come diversi da sé
Essere genitori è sicuramente un compito difficile ed arduo, ma è importante riuscire a considerare il proprio figlio come un essere a sé, che non dipende completamente da noi: dunque, genitori, lasciamo ai nostri figli il compito di gestire le loro incertezze, soprattutto se riguarda la scelta di studiare o meno.
Noi come genitori possiamo aiutarli, attraverso il dialogo, ad avere le idee più chiare. Ma alla fine la scelta deve essere sempre la loro.
Detto questo, è importante fare una precisazione: in quanto genitori, non dobbiamo imporci e imporre la nostra visione delle cose, soprattutto se si parla di studi, ma possiamo cercare di motivare nostro figlio, se lo riteniamo necessario.
Siamo convinti che nostro figlio voglia continuare a studiare, ma non lo fa perché non si sente abbastanza motivato o perché ha paura di intraprendere questa nuova sfida? Beh, in tal casi è nostro dovere, attraverso un dialogo e un confronto, intervenire per aiutarlo a credere di più in se stesso.
Che aiuto dare ai figli?
In che modo si può poter incoraggiare un figlio a ritrovare la giusta motivazione?
Vediamo alcuni consigli qui di seguito. Devono far capire loro che è importante nella vita impegnarsi, se si vuole ottenere davvero qualcosa:
- Valorizzando il valore dell’istruzione e di quello che può dare in termini di crescita personale e lavorativa.
- Valorizzando l’impegno: i genitori devono porsi ai figli, parlando più che di voti, del valore dell’ impegno.
- Valorizzando il valore del sacrificio: i figli devono essere consapevoli del fatto che occorre anche sacrificarsi e che non tutto può essere ottenuto subito.
- Valorizzando l’apprendimento di nuove cose: è importante far capire ai propri figli che imparando sempre più cose, si ha anche l’opportunità di essere persone migliori, in termini di conoscenze e relazioni sociali.
- Aiutando i propri figli a coltivare i loro interessi: ovviamente se nostro figlio non ha intenzione di studiare, come detto nel corso dell’articolo, non dobbiamo imporci e imporre nulla. Bensì aiutare a coltivare interessi diversi che possano davvero dargli delle grandi soddisfazioni.
Da quanto detto sin’ora, si evince come sia importante aiutare i propri figli a prendere una decisione in piena autonomia, soprattutto se si tratta di continuare a studiare o meno.
I genitori, come abbiamo visto, devono saper valorizzare quello che è il valore dell’istruzione, dell’impegno e del sacrificio, ma devono saper anche fare un passo indietro se si rendono conto che i loro figli non hanno intenzione di continuare a studiare.
D’altronde il desiderio di ogni genitore è vedere il proprio figlio felice, giusto? Bene, questo è possibile solo se ai figli viene data la possibilità di scegliere da soli, in base a quello che sentono e vogliono davvero. Senza restrizione o imposizione alcuna e indipendentemente se scelgono di studiare o meno.
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