Principali fobie e come uscirne

Principali fobie e come uscirne

Fobie: qual è il modo migliore per uscirne

Ci siamo mai chiesti di cosa abbiamo paura? Ebbene, proviamo a pensarci, anche un solo minuto e ci renderemo conto di quanto rimarremo meravigliati di ciò che ci appunteremo. Alcuni saranno timori piuttosto che paure, ad esempio il timore di non piacere all’altro, altre sanno fobie, come la paura dell’altezza, di rimanere rinchiusi in una stanza, dei ragni… altre ancora saranno delle vere e proprie paure, come ritrovarsi in un incendio, essere aggrediti al buio e così via.

Molto spesso le fobie vengono confuse con la paura: vediamo perché.

Fobia o paura?

Solitamente la fobia viene scambiata per paura e viceversa: se ci pensiamo, infatti, anche nella definizione di fobia viene indicata la paura di uno specifico oggetto o di una specifica situazione. Tuttavia, presentano importanti differenze riguardo al tratto psichico della persona.

La paura è una delle emozioni primarie, grazie alla quale riconosciamo un pericolo o una minaccia: risulta adattiva poiché una volta riconosciuto il pericolo, è possibile affrontarlo o evitarlo e questo favorisce la sopravvivenza.

La fobia è generata da una particolare situazione e comporta l’attivazione di uno stato ansioso alla persona. Non è presente un pericolo reale, come nella paura, ma è presente un pericolo ipotetico creato dalla mente. Oltre alla reazione di paura, si aggiunge un’importante forma ansiosa che si sviluppa in situazioni lontane e in situazioni specifiche. In tutte gli altri casi, il soggetto presenta uno stato normale.

Quali sono le principali fobie?

  • Agorafobia: la paura degli spazi aperti. La persona ha il timore di trovarsi in un posto dove non può scappare o ricevere soccorso. Tipiche sono situazioni come la fila ad un supermercato o essere in mezzo alla folla in una piazza.
  • Aracnofobia: la paura dei ragni. La persona, di fronte a questo tipo di insetto, può avere dei veri e propri attacchi di panico. Si tratta di una fobia molto diffusa e antica che, probabilmente, risale alla preistoria in cui i primi ominidi temevano le punture di ragno.
  • Claustrofobia: la paura degli spazi chiusi. La persona ha il timore di ritrovarsi in un luogo talmente piccolo e stretto da suscitarle senso di soffocamento. Tipici luoghi sono ascensori, aerei (aerofobia) e stanze molto piccole.
  • Coulrofobia: la paura dei pagliacci. La persona teme il clown, nonostante sia ritenuto un personaggio simpatico. La sua paura è data dal trucco, dai vestiti e dalla parrucca: tutto estremamente grossolano ed eccessivo, una vera e propria maschera che nasconde chi c’è dietro ad essa. È legata alla paura delle bambole e delle marionette (pediofobia), oggetti inanimati che si animano.
  • Emofobia: la paura del sangue. La persona prova repulsione alla vista del proprio sangue e del sangue altrui. In aggiunta, la repulsione si espande ad altri strumenti o luoghi come siringhe ed ospedali.

Come uscire da una fobia?

L’insorgenza di una fobia ha svariate modalità di manifestazione e gestione: per alcuni può manifestarsi in forma lieve, per altri in forme più gravi tanto da compromettere il loro normale funzionamento personale, sociale e lavorativo.

In entrambi i casi, è bene tener presente la possibilità di poterne uscire grazie a tecniche cognitivo-comportamentali volte al miglioramento del benessere psicofisico della persona. Una delle tecniche, dimostratesi molto efficaci, è la desensibilizzazione sistematica.

Gradualmente e in affiancamento, il soggetto viene sottoposto allo stimolo fobico in modo tale che sviluppi familiarità per poterne sopportare la presenza. Pian piano, la persona sarà in grado di gestire il suo stato di fronte ad esso senza che l’ansia e la paura irrazionale possano invaderla del tutto. Questa modalità è consigliata in quadri clinici gravi ed in presenza di ulteriori tratti psichici annessi.

Per i casi più lievi, invece, ecco alcune linee guida:

  • individuo lo stimolo fobico
  • cosa innesca la sua presenza nel mio stato d’animo?
  • come reagisco di fronte ad esso?
  • cosa innesca il suo pensiero nel mio stato d’animo?
  • come reagisco al suo pensiero?

Come possiamo notare da questi interrogativi, la persona fobica dovrebbe avere consapevolezza di ciò che scatena ansia andando ad individuare l’oggetto fobico: abbiamo paura degli insetti? Ci siamo mai chiesti quali nello specifico?

Se andiamo ad approfondire, ci accorgeremo che esistono una moltitudine di specie che mai avremmo immaginato.

A seguito delll’individuazione delle fobie, si prosegue con l’analisi delle emozioni provate e delle reazioni, sia in presenza dell’oggetto che al suo pensiero: questa analisi permette di avere maggior controllo della paura che, man mano, non sarà totalmente irrazionale, poiché conoscendola, sarà più gestibile.

In ogni caso, vi suggeriamo di parlarne con uno psicologo esperto che saprà sicuramente consigliarvi e guidarvi.


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