Sindrome da crocerossina: come liberarsene

Sindrome da crocerossina: come liberarsene

Avete mai sentito parlare della sindrome da crocerossina? Magari tra di voi c’è anche chi se l’è sentito dire: quanto volte qualcuno vi ha detto “hai la sindrome da crocerossina”. Ma cosa si intende con questa espressione e come possiamo fare per uscirne?

Nessuno può amarci abbastanza da renderci felici se non amiamo davvero noi stesse, perché quando nel nostro vuoto andiamo cercando l’amore, possiamo trovare solo altro vuoto.”

(Robin Norwood – Donne che Amano Troppo)

Sindrome da crocerossina: cos’è?

Iniziamo a rispondere alla prima domanda: cosa si intende per sindrome da crocerossina? Sicuramente parlare di questa sindrome significa fare riferimento ad una modalità disfunzionale attraverso la quale ci relazioniamo all’altro, che sia in ambito sentimentale che in quello amicale.

Di solito siamo noi donne ad essere affette da questa sindrome, anche se c’è da dire che anche gli uomini possono esserlo. In questo articolo ci soffermeremo, però, sulla donna crocerossina all’interno delle sue relazioni amorose.

Donna crocerossina in amore: com’è?

Com’è la donna crocerossina che stiamo cercando di presentare? Una donna che spesso e volentieri si affianca a uomini difficili, immaturi e che percepisce essere in difficoltà e quindi bisognosi di un riscatto. Ed è proprio questo lo scopo di questa donna: trasmettere al suo compagno il fatto che lei possa essere la sua salvezza e che per questo si occuperà di lui.

Non stupiamoci, dunque, se questa donna è disposta a mettere in secondo piano la sua persona, pur di mettere in primo il suo partner e le sue esigenze. In nome di questo, la donna crocerossina arriva anche ad accettare maltrattamenti, gelosia eccessiva e tradimenti.

A questo punto vi starete chiedendo se anche questa donna alla base non abbia delle difficoltà. Sicuramente sì: la crocerossina spesso è una donna insicura anche se all’apparenza sembra forte e determinata, una donna che in realtà non sa prendersi cura di sé, però pretende di prendersi cura dell’altra persona, forse perché nella sua vita ha maturato un’idea dell’amore che vede come sofferenza, sacrificio: come se fosse quasi una missione che lei deve portare a termine.

Ovvero salvare il suo partner.

Perché la donna crocerossina mira a determinati uomini?

Possiamo dunque dire che la donna crocerossina sceglie uomini bisognosi per aiutarli, poiché questo, in un certo senso, le dà benessere: come se aiutare l’altro significasse sentirsi utile e adeguata. D’altronde, se ci pensiamo bene,  poter aiutare qualcuno ci fa davvero sentire bene: ci fa sentire forti e migliori, se vogliamo.

Nel caso della donna crocerossina la sensazione di sollievo e benessere è doppia: una sensazione questa che sicuramente non riuscirebbe a provare se si affiancasse ad  una persona meno bisognosa. La donna crocerossina dunque, anche se non lo fa in modo consapevole, utilizza l’altro per sentirsi amata, considerata una persona di valore e degna di essere considerata tale.

Le aspettative della donna crocerossina

Ma quando parliamo di “salvare un uomo” cosa intendiamo? Diciamo che ci riferiamo a varie situazioni: una donna crocerossina può poter voler salvare un uomo nel senso che può voler riuscire nell’impresa di aiutarlo per farlo maturare.

Per aiutarlo, per esempio, affinché riesca ad intraprendere una relazione seria, perché magari non ci riesce da un bel pò o perché magari non crede più nell’amore o nella vita di coppia e in tutto quello che può dare. Può pensare di salvare un uomo che magari in passato è stato ferito, per farlo ricredere sui rapporti umani e sulla bellezza del  riuscire a  ritornare a fidarsi dell’altro.

In altri casi si può poter parlare di uomini altamente sofferenti.

Come liberarsi della sindrome da crocerossina?

Ma come può una donna liberarsi da tutte queste aspettative? Sicuramente il primo passo presuppone una presa di consapevolezza: insomma, una donna deve innanzitutto rendersi conto delle dinamiche in cui è coinvolta. Fatto questo, è fondamentale  che riesca a prendersi davvero cura di sé, ma nel modo giusto: prendendosi cura della sua autostima, ma a partire dai suoi bisogni.

Come può riuscire a fare questo? Iniziando a porsi le giuste domande: cosa voglio davvero? Qual è il mio reale bisogno?

Insomma, è importante che metta al primo posto se stessa e non l’altro.

Importante, inoltre, che coltivi una visione dell’amore più sana, per arrivare a comprendere che l’amore non è solo sacrificio, ma è anche ben altro: condivisione, rispetto, reciprocità e felicità.

Quando chiedere aiuto ad un professionista

Una donna può fare fatica anche solo a pensare di dover fare tutto questo da sola e in certi casi cambiare può far tanta paura: per questo può essere opportuno rivolgersi ad un professionista per intraprendere un percorso di consapevolezza e di crescita personale, per imparare ad ascoltare i propri bisogni, riconoscerli e soddisfarli.


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