Paura del conflitto: superare la paura di difendersi
Quando sentite dire che una persona ha paura del conflitto, che immagini vi vengono in mente? Aggressività, scontro o guerra? Nella nostra mente molto spesso alberga quest’idea riferita al termine conflitto.
Forse perché per alcuni di noi e per le esperienze vissute, il termine conflitto coincide con il termine “violenza” o il rischio di arrivare a questa e di conseguenza lo associamo a qualcosa di faticoso o difficile.
I conflitti infatti molto spesso sembrano assumere questi tratti, ma sicuramente un conflitto non è violenza, come vedrete tra poco.
Cosa è un conflitto?
Il conflitto è una situazione in cui una persona sembra percepire un’incompatibilità con uno o più persone o fattori che sembrano voler ostacolare la sua realizzazione. In termini di pensieri, emozioni e comportamenti.
Forse il grande pensatore e filosofo tedesco Arthur Schopenhauer aveva ragione nell’affermare come la vita umana stessa fosse un eterno conflitto.
Eppure, quanti di voi preferiscono evitare discussioni, molte volte, per il cosiddetto “quieto vivere”? Quante volte vi sarà capitato infatti di trovarvi in una situazione spiacevole, ma avete comunque deciso di stare zitti? Per paura del conflitto.
Attraverso la via del silenzio, che seppur inizialmente sembri una strategia utile di difesa, a lungo andare può risultare essere anche molto dannosa. Questo perché la frustrazione accumulatasi può trasformarsi in un vero disturbo, che possiamo definire come una vera e propria fobia del conflitto.
Cerchiamo di comprendere meglio quanto appena detto. Chiedendoci come si presentano quelle persone che davanti ad un conflitto scelgono di correre via a gambe levate.
Riconoscere chi ha paura del conflitto
Non è difficile riconoscere questi profili, dal momento che manifestano quasi sempre gli stessi sintomi. I loro discorsi mentali sono basati quasi esclusivamente su pensieri del tipo: “è meglio se non faccio o non dico questo, così non si arrabbiano”. Oppure: “non oso dirglielo perché potrei ferirlo”.
Chi soffre della paura del conflitto risulta privo di quella che Goleman ha definito intelligenza emotiva, ovvero della capacità di riconoscere i propri sentimenti e quelli altrui, di motivare se stessi e di gestire positivamente le proprie emozioni, tanto interiormente quanto nelle relazioni sociali.
Persone queste che tendono a preoccuparsi troppo dell’immagine sociale che offrono di sé.
In altre parole, queste persone non vogliono commettere errori, creare disaccordi e sono esclusivamente mosse dall’idea di dover andare d’accordo con tutti, reagendo così in un modo quasi passivo.
Preferiscono infatti scegliere il “meglio lasciar correre” pur di evitare lo scontro e, secondo loro, vivere in pace.
Queste dinamiche basate sulla “non azione” ancorano questi soggetti ad uno stato in cui si accumulano disagio e soprattutto la perdita della propria dignità.
Il conflitto: elemento indispensabile in una relazione
Confrontarsi e scontrarsi con gli altri è importante, per crescere e per condividere idee, modi di vita e culture diverse, a meno che non si scelga una vita da eremita, caratterizzata da una mancanza di conflitto e una totale repressione dei propri bisogni.
Il conflitto quindi rappresenta un elemento fisiologico nella vita degli individui. Eppure, spesso, ne abbiamo paura.
Le radici del conflitto
Nella maggior parte dei casi la paura del conflitto nasce da lontano. Ad esempio, per alcune persone questa paura sembra derivare da un trauma vissuto nel passato. La persona in questione per esempio può essere stata vittima di aggressioni o prevaricazioni e l’esperienza del litigio ha potuto lasciare una ferita, che non vuole riaprire.
In altri casi si impara ad avere paura del conflitto assistendo a molte liti familiari dove i genitori erano incapaci di comunicare in maniera efficace. In questo modo vediamo come si diventi adulti, convinti che una ritirata anticipata possa evitare i conflitti.
Ma evitare lo scontro è davvero così grave? Purtroppo sì, per le possibili conseguenze che si possono venire a creare nel tempo.
La persona che ha paura dei conflitti, infatti, accumula rabbia e frustrazione. Manda giù tutto quello che le fa male, rinuncia ai propri bisogni e lascia che le cose accadano da sole (sperano che vadano nella direzione desiderata). Tutto questo fino a quando si riempie e a quel punto esplode di rabbia.
Inoltre, chi evita in modo continuativo, può sviluppare dolori muscolari, gastriti, ulcere, herpes labiale. Tutto questo per somatizzare la frustrazione. Una frustrazione che potrebbe essere evitata con un confronto costruttivo.
Insieme ai problemi fisici potrebbero insorgere anche disturbi psicologici quali disturbi d’ansia o attacchi di panico.
Superare la paura del conflitto
Partendo dal presupposto che tutti noi, o quasi, desideriamo la pace, sappiate che la pace non è però assenza di conflitto, come affermava anche J. e K. McGinnis. Piuttosto la pace consiste nell’affrontare i conflitti in modo creativo, facendo in modo che entrambe le parti vincano.
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