Mom shaming
Il mom shaming è un fenomeno diventato sempre più comune e diffuso che riguarda prettamente le mamme e, in un certo senso, possiamo definirlo come una forma di bullismo.
Definiamo il Mom shaming
“Mom shaming” significa, letteralmente, “vergogna di essere madre”. A questo punto potremmo chiederci: “perché vergogna?” Perché mai dovremmo provare questo sentimento per un evento che, da molti, è reputato come il più bello della vita?
Diventare ed essere madri, sicuramente è un percorso ricco di incertezze, dubbi, difficoltà, ma anche tanta gioia e felicità. Per molti, la genitorialità è da sempre un vero e proprio sogno che quindi riesce a donare gioia, ma per molti altri può diventare un vero e proprio ostacolo da dover superare soprattutto nelle prime fasi.
Tutto ciò viene amplificato dal contesto in cui i neo-genitori sono inseriti; esso può diventare fonte di supporto e sostegno, quindi aiutare ad affrontare questo nuovo ruolo, ma può anche essere fonte di maggiori insicurezze e malessere.
Quest’ultimo fenomeno è ciò che avviene nel caso del mom shaming, ossia i genitori, soprattutto le madri, diventano bersaglio di critiche molto aspre e consigli anche spesso non richiesti. Quante volte vi è capitato di assistere, anche solo dall’esterno, a persone che in modo continuo e costante danno consigli che spesso suonano come critiche? Insomma capita sempre di trovare chi, in ogni caso, ci fa sentire inadeguati.
Nel caso delle mamme questo è diventato sempre più comune. La nostra società di oggi sembra si senta in diritto di criticare, giudicare o semplicemente “dare consigli non richiesti” a tutti e soprattutto a chi si ritrova a dover già affrontare un compito delicato ossia quello del genitore. In questo caso, la madre può provare vergogna perché si sente non in grado di compiere ottimamente il suo ruolo.
Da madre reale a madre cattiva
Quello che spesso accade nelle mamme che subiscono questo fenomeno è la completa svalutazione di sé stesse: ci si sente totalmente incapaci, non in grado di adempiere al proprio ruolo e, quindi, delle cattive madri.
Il mom shaming trasforma letteralmente una madre reale, in una madre cattiva, sia ai propri occhi che agli occhi degli altri. Queste critiche continue e questi consigli non richiesti, a lungo andare, hanno un impatto molto potente sulle mamme che sentono di non riuscire ad essere madri proprio perché gli errori vengono amplificati, sottolineati e vissuti come delle vere e proprie “catastrofi”.
Per la società di oggi la madre non può e non deve sbagliare perché, nel caso di errore, c’è sempre qualcun altro pronto a far notare e a far “pesare” ciò che in realtà è umano. In molti casi, il mom shaming può anche amplificare una situazione già compromessa; pensiamo, ad esempio, alle madri che vivono una depressione post-partum.
In questo caso, proprio perché la società non conosce e non sa riconoscere questa particolare condizione, le critiche sono all’ordine del giorno. Possiamo ben immaginare l’impatto che avranno, poi, sulla madre.
Come affrontare il mom-shaming
Per sopravvivere a questo fenomeno, bisogna agire per evitare di reiterarlo. Ecco qualche consiglio.
Perdonati
Se sei una madre che da qualche tempo subisce questo fenomeno, cerca di razionalizzare ciò che vivi. Sbagliare è umano anche perché genitori si diventa col tempo: non c’è un manuale che spiega come essere una buona madre, tutto deve essere appreso “dalla pratica” e quindi sbagliare è normale seppur possa apparire difficile da accettare.
Perdonati per i tuoi errori e cerca di imparare da essi, ma senza fare in modo che le critiche altrui infieriscano su ciò che vivi.
Non giustificarti
Un primo meccanismo che di solito si attiva quando ci si sente attaccati è quello del giustificarsi: è come se ci sentissimo in dovere di dare spiegazioni o giustificazioni per i nostri comportamenti.
Questo non è un bene, perché può solo alimentare le critiche o i giudizi. Prima di tutto pensa a ciò che fa stare bene te e tuo figlio.
Cerca di capire ciò che vive l’Altro
Se invece sei una di quelle persone che, di solito, sono sempre pronte a criticare o a dare buoni consigli, fermati un attimo a pensare: “cosa vive la persona che ho di fronte?” Non è sempre detto che un consiglio possa far bene perché in alcuni casi può ferire.
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