Frotteurismo

Frotteurismo

Avete mai sentito parlare della pratica del Frotteurismo? Si tratta di un disturbo parafiliaco caratterizzato dalla presenza di fantasie sessuali, impulsi o comportamenti attraverso l’uso di un oggetto o di una situazione insolita al fine di ottenere piacere.

Cosa caratterizza questo disturbo? Quali comportamenti lo contraddistinguono?

Frotteurismo: cos’è e cosa lo caratterizza?

Per capire cosa vi è alla base di questo disturbo possiamo partire dal significato del termine stesso che deriva dal francesce “frotter” che significa strofinare: questo ci dice già molto sulla natura di questo disturbo che consiste nello strofinarsi in modo ricorrente contro persone che non si conoscono o non consenzienti, con lo scopo di raggiungere un eccitamento sessuale.

Spesso, per fare questo, si scelgono posti pieni di gente proprio per avere la possibilità di farlo senza il rischio di essere scoperti: proprio perché dall’altra parte non c’è una persona consapevole di quello che sta succedendo,  possiamo considerare il frotteurismo una perversione sessuale.

Nel DSM, infatti, questa pratica la ritroviamo nella categoria delle parafilie, ovvero nella categoria delle perversioni e per essere ritenuta tale gli episodi devono essere ricorrenti, in un arco di tempo di sei mesi, associati a fantasie sessuali e comportamenti che devono causare un disagio significativo nel soggetto, compromettendo la vita sociale, lavorativa e personale.

Il manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM V)  definisce i seguenti criteri per la diagnosi di questo disturbo:

  • Eccitazione sessuale ricorrente e intensa, manifestata attraverso fantasie, desideri o comportamenti, per un periodo di almeno 6 mesi, derivante dal toccare, o strusciarsi contro, una persona non consenziente.
  • L’individuo ha messo in atto questi desideri sessuali a discapito di un’altra persona non consenziente oppure i desideri o le fantasie sessuali causano disagio clinicamente significativo o compromissione del funzionamento in ambito sociale, lavorativo o in altre aree importanti ( DSM V).

Ricordiamo una cosa fondamentale: affinché sia considerato patologico, il tutto deve essere agito volontariamente e non deve esserci l’autorizzazione dell’altra persona. Ma cerchiamo di capire bene chi è il frotteur, ovvero chi agisce queste pratiche.

Chi è il “frotteur”?

Di solito è un soggetto di sesso maschile che, come accennato prima, predilige posti affollati come mezzi di trasporto, supermercati, concerti, per mettere in pratica questo atto di strofinamento che, nella maggior parte dei casi, non viene vissuto dall’altra parte come tale, proprio perché vi è l’alibi della confusione.

Il froutteur, in pratica, tende a sfregare i suoi genitali contro il corpo della vittima scelta o tocca i genitali dell’altro con molta cautela, senza farsi scoprire. Mentre fa questo, il soggetto immagina di avere un rapporto fisico con la vittima, fino a fantasticare su altre situazioni sessuali  per eccitarsi ancora di più. Sicuramente vi starete chiedendo perché una persona arrivi a fare questo.

Quali sono le cause del frotteurismo?

A tal proposito, sono state sicuramente avanzate varie teorie: secondo un punto di vista psicodinamico, alla base di questi comportamenti potrebbero esserci dei traumi infantili, abusi sessuali che hanno portato il soggetto a non avere un “normale” sviluppo sessuale.

Da un punto di vista biologico, alcuni studi hanno messo in evidenza come in questi soggetti vi siano frequenti alterazioni endocrine, neurologiche e alterazioni cromosomiche.

Secondo un’ottica psicoanalitica, questi soggetti arrivano a mettere in atto questi comportamenti dopo aver assistito a rapporti sessuali tra i genitori, un’esperienza vissuta come un trauma che farebbe nascere una rabbia nei confronti della donna, fino a mettere in atto questi comportamenti.

Quanto è diffuso il frotteurismo e quando compare?

Per quanto questa pratica possa sembrare bizzarra, in realtà è molto diffusa: secondo alcuni dati sarebbero diversi gli uomini coinvolti in questi atti frotteuristici, per circa il 30% . Nella maggior parte dei casi, questi soggetti hanno come obiettivo donne, questo però non esclude che possano esserci anche degli obiettivi maschili.

Quando compaiono i primi sintomi di tale disturbo?

Generalmente, i primi sintomi vengono manifestati durante il periodo adolescenziale, fino a raggiungere il culmine verso i 25 anni. Ma cosa occorre fare per guarire da questo disturbo?

Trattamenti

Partiamo dal presupposto che, al fine di intervenire con questi soggetti, è innanzitutto opportuno effettuare un’attenta valutazione diagnostico-differenziale, per escludere altre forme psicopatologiche.

Fatto questo, si può decidere come intervenire: solitamente, con questi soggetti, vengono usate la terapia di gruppo o la psicoterapia individuale, quella breve strategica o quella cognitivo-comportamentale.

Grazie a queste terapie, con l’aiuto dello psicologo online, il soggetto può cercare di  modificare quelli che sono i  suoi comportamenti disfunzionali e dunque i suoi pensieri disfunzionali.

Che accorgimenti può mettere in atto un frotteur per prevenire o “gestire” questo disturbo? Può cercare di riconoscere le situazioni che non gli permettono di evitare la messa in atto di questi comportamenti. Essenziale è, dunque, cercare di evitare le zone in cui si può verificare il disturbo: parliamo di luoghi affollati appunto.

In questi casi, inoltre, è importante sentirsi parte di un gruppo, avere stimoli diversi e pensar dunque a cose diverse.


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