Dipendenza affettiva: ecco 5 modi per uscirne
Oggi parleremo di un fenomeno di cui forse si parla poco: la dipendenza affettiva. Sapete di cosa stiamo parlando? Molti di voi sicuramente ne avranno sentito parlare, ma quanti davvero sanno cosa sia realmente?
Amore o dipendenza?
Molto spesso crediamo di amare o essere amati da qualcuno: molto spesso crediamo di essere amati troppo da qualcuno. Ma si può essere amati troppo da qualcuno? La risposta è no. Nei rapporti sani non può esserci il troppo amore: dunque, se state vivendo un rapporto in cui sembra essere costante la parola “troppo”, allora siete sicuramente in presenza di altro.
Sono molti i soggetti che tendono ad annullarsi quando vivono dei rapporti in cui tutto c’è tranne che l’amore: parliamo di quei rapporti in cui c’è solo una dipendenza affettiva e si arriva ad essere ossessionati dall’altro; in questo l’amore non c’entra: l’amore, d’altronde, implica la presenza di due partner che si completano, in un rapporto fatto di equilibrio e rispetto, se tutto questo non c’è, siamo in presenza di altro, siamo in presenza di dipendenza affettiva.
Cos’è la dipendenza affettiva?
Una patologia sempre più diffusa, dove non sembra esserci posto per il termine reciprocità, dove uno dei due partner dà amore, ma non lo riceve, dove l’altro è considerato essenziale per vivere. E l’altro in tutto questo cosa fa?
L’altro non ricambia: in questi casi siamo infatti in presenza di un partner ambiguo, non empatico. La questione sembra essere chiara: da una parte c’è chi dipende da una persona che, a sua volta, non riesce a dare amore.
Chi ha paura dell’abbandono?
Il dipendente affettivo è un soggetto non autonomo e che vede nel partner la via della propria salvezza. Il dipendente affettivo non si percepisce come auto-efficace e si aggrappa all’altro: e cosa fa se questo viene a mancare? Arriva a provare una grande sofferenza, sentendosi perso, smarrito, abbandonato.
Ed è proprio questo il punto cruciale delle questione: il dipendente affettivo ha paura dell’abbandono.
Sintomi e cause dei bisognosi di affetto
Proprio perché si ha paura di perdere quello che si crede essere l’amore della propria vita, si possono arrivare a sperimentare sentimenti di rabbia, gelosia, possessività fino ad arrivare a mettere in atto comportamenti controllanti: insomma si può poter controllare quello che fa l’altro online e non.
Quando il partner non c’è, come si sente il dipendente affettivo? Sente di non poter vivere. Al contrario, quando ce l’ha accanto, si mostra euforico.
Ma perché si arriva a sperimentare questo?
Per poter rispondere a questa domanda, dobbiamo poter fare riferimento al rapporto avuto con i propri genitori: la dipendenza affettiva, infatti, sembra affondare le sue radici proprio nel legame che si è avuto con le proprie figure di attaccamento, dalle quali non ci si è sentiti amati.
Il dipendente affettivo è stato dunque un bambino che non si è sentito amato e considerato, per questo, da adulto, tenderà a legarsi al proprio partner in modo insano, fino a dipenderne completamente.
Siamo di fronte ad adulti non autonomi e con una bassa autostima: d’altronde per avere una buona autostima, bisogna avere dei buoni genitori.
Come uscire dal bisogno dell’altro
Cosa fare in questi casi? Cosa occorre fare per uscire da questa dipendenza? Vediamo 5 trucchi che ci permetteranno di uscire dal circolo vizioso della dipendenza.
Prendiamoci le nostre responsabilità: le persone che tendono a dipendere dalle altre, non sanno badare a se stesse. Il problema principale è proprio questo: la mancanza di fiducia in se stessi. La soluzione sta in questo, dunque: dobbiamo credere in noi e nelle nostre capacità. E questo possiamo farlo a prescindere dall’aver accanto qualcuno o no. Imparate a dire a voi stessi “solo io posso rendere me stesso felice”. In questo modo imparerete a mettere la vostra felicità solo nelle vostre mani.
Smettiamo di idealizzare l’altro: attraverso il meccanismo dell’idealizzazione, mettiamo l’altro sul piedistallo e ci affanniamo a soddisfare più i suoi bisogni che i nostri. Questo è sbagliato: non dobbiamo mai dimenticare di dare priorità a noi ed alle nostre necessità: solo in questo modo potremo acquisire quelle sicurezze che tanto desideriamo, le stesse che crediamo di poter avere con un’altra persona accanto.
Prendiamoci cura di noi: per fare quanto detto sin’ora, dobbiamo riconoscere il nostro valore ed i nostri bisogni per prendercene cura. Prendiamoci cura della nostra autostima, soprattutto: focalizziamoci sui nostri punti di forza, poniamoci degli obiettivi possibili da raggiungere, impariamo a mettere in dubbio i pensieri negativi che rivolgiamo a noi stessi e sostituiamoli con pensieri più funzionali e comprensivi.
Riconosciamo la paura che si trova alla base della nostra dipendenza: dietro la nostra dipendenza c’è solo una grande paura, la paura di essere da soli con noi stessi: per questo cerchiamo altrove la pace che non troviamo dentro, ma alla fine non facciamo altro che diventare sempre più dipendenti da persone e situazioni. Prendiamo consapevolezza del fatto che dobbiamo fare pace con il nostro passato e con l’immagine che abbiamo di noi: solo così riusciremo a volerci bene.
Chiediamo aiuto: se così facendo non riusciamo comunque a dare un calcio all’immagine negativa che ci siamo creati, non ci resta che provare a farlo grazie all’aiuto di un professionista per prendere consapevolezza delle nostre insicurezze e riuscire ad amare, ma amare davvero.
Prima noi stessi e poi gli altri. L’amore non è ossessione, non è dipendenza e se proprio volete dipendere da qualcosa, scegliete voi stessi e la vostra felicità.
Hai bisogno di aiuto? Chedi ai nostri psicologi online
-
-
-
-
Pubblica un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.
Nessun commento