Diffidenza nelle relazioni: a cosa è dovuta

Diffidenza nelle relazioni: a cosa è dovuta

Quante volte nelle relazioni siamo investiti da una certa dose di diffidenza? Che si tratti di amici, parenti o il proprio partner, non importa: spesso non ci fidiamo degli altri o ci fidiamo poco e possiamo nutrire una certa sfiducia nei confronti di chi ci circonda, perché  magari abbiamo il timore che gli altri possano ingannarci, tradirci.

Diffidenza verso gli altri: cos’è?

L’80% degli italiani pensa proprio questo: “bisogna stare molto attenti nei confronti degli altri”.

Ma cosa significa essere diffidenti? Partiamo dalle basi: la diffidenza è quella sensazione che si nutre nei confronti di una persona o di una situazione e che porta a nutrire verso le stesse sospetti, dubbi, perplessità.

Insomma la diffidenza ci spinge a non fidarci, a non esporci, per evitare di mettere in pericolo noi stessi: per questo possiamo affermare come  questa  abbia un valore adattativo.

Ovviamente se questo, a lungo andare, diventa uno stile di vita non va bene: non è “positivo” nutrire costantemente sospetti verso le persone che abbiamo accanto e cercare di trovare continuamente prove per confermare le nostre tesi di “inganno”.

Diffidenza e mancanza di fiducia: cosa nascondono?

Essere diffidenti significa non avere fiducia nell’altro, in ciò che dice o in ciò che fa.

Ma cos’è la fiducia?

“Un atteggiamento, verso altri o verso se stessi che risulta da una valutazione positiva dei fatti, circostanze, relazioni, per cui si confida nelle altrui o proprie possibilità e che generalmente produce un sentimento di sicurezza e tranquillità” ( Treccani).

Ecco: non avere fiducia significa non sentirsi rassicurati, essere sospettosi e nutrire dunque diffidenza: tutto questo non può che portare la persona che la prova ad essere sempre stressata e irritata. Come abbiamo detto prima, sicuramente la diffidenza ha una funziona adattiva, dal momento che ha lo scopo di metterci in guardia, ma quando questa diventa persistente e generalizzata, la questione non può che capovolgersi e bisogna starne alla larga.

Per riuscirci, è importante innanzitutto capire a cosa è dovuta. Iniziamo con il dire che il sentimento di fiducia si sviluppa sin dalla tenera età, per questo se parliamo di diffidenza, non possiamo non parlare della nostra famiglia.

Come la maggior parte di noi sa, questa è il nostro primo contesto d’apprendimento: d’altronde un bambino impara a relazionarsi agli altri proprio in famiglia, sulla base di ciò che vede e sente; sono i nostri genitori a modellare quelle che sono le nostre convinzioni, i nostri sentimenti e la nostra fiducia.

Non stupiamoci dunque se le persone diffidenti spesso hanno alle spalle delle figure di riferimento altrettanto diffidenti; man mano che cresciamo, però, viviamo in prima persona situazioni diverse: anche queste possono poter influenzare quella che è la nostra capacità di fidarci degli altri.

Maltrattamenti, abusi, mancanza d’amore possono portare un individuo a sviluppare sfiducia e diffidenza nel prossimo, soprattutto se questi si verificano all’interno del proprio contesto familiare: pensate ad un bambino che non si sente amato da sua madre o ad un bambino che viene maltrattato da quest’ultima: come può riuscire a fidarsi del prossimo?

Oltre ai fattori appena individuati, possono essercene altri: pensiamo ai vari tradimenti ricevuti dal proprio partner, agli atti di bullismo subiti, ad eventi traumatici come il divorzio burrascoso dei propri genitori, anche in età adulta. Ma cosa si può fare per superare questi sentimenti di diffidenza?

Come superare la diffidenza

Per poter annaffiare la nostra capacità di fidarci degli altri, sarebbe utile mettere in atto dei piccoli accorgimenti: vediamo quali.

Approfondite le vostre relazioni: più cercherete di avvicinarvi agli altri e meno rischierete di cadere nella trappola della diffidenza, non limitatevi a dare sfogo ai vostri pensieri, senza aver chiara una situazione o una persona. Se qualcuno vi ha ferito è naturale avere paura di essere delusi, ma non fate di tutta l’erba un fascio: ogni storia e ogni persona è a sé. Generalizzare non è utile a nessuno, tantomeno a voi ed al vostro benessere. Non dimenticate che il malessere che deriva dalla diffidenza è un danno principalmente vostro. Cercate dunque di riflettere sul fatto che spesso a parlare sono i dubbi del passato, più che quelli del presente.

Se fate fatica a fidarvi di qualcuno, provate a stilare una lista delle cose positive che questa persona ha fatto o fa per voi: ciò che leggerete è a supporto di quello che pensate? Spesso basta ricordare chi abbiamo accanto, per accantonare i fantasmi del passato.

Mettete in discussione quello che pensate e provate a capire meglio il meccanismo che si viene ad innescare, attraverso delle piccole domande: cosa vi preoccupa maggiormente? I pensieri sono davvero ancorati a dei fatti o solo su delle percezioni che potrebbero essere sbagliate? Insomma cercate di vederci più chiaro.

Non isolatevi, altrimenti la diffidenza nei confronti degli altri non potrà che essere rafforzata. Uscite, divertitevi: spesso abbiamo bisogno solo di una sana leggerezza per alleggerire i nostri pensieri.


Hai bisogno di aiuto? Chedi ai nostri psicologi online


Tags:
Nessun commento

Pubblica un commento