La paura della morte nell’anziano

La paura della morte nell’anziano

Quando si parla della vita è inevitabile finire a parlare anche della paura della morte: uno di quegli argomenti che interessa tutti noi e che ci ritroviamo ad affrontare direttamente, o indirettamente, in diversi momenti della nostra esistenza.

Il nostro rapporto con la morte, come possiamo immaginare, è differente per ciascuno di noi: ognuno, infatti, la vive a proprio modo e con i propri strumenti e risorse. Sarà per questo che c’è chi ha paura di morire e chi, invece, non nutre alcun timore di fronte alla consapevolezza di dover lasciare questa vita terrena.

Pensiamo agli anziani, per esempio: alcuni di loro non vedono l’ora di andarsene, altri invece hanno tanta paura, paura di morire e lasciare tutto.

Ma perché questa differenza di vedute?

Perché alcuni anziani vogliono morire o riescono ad accettare la morte?

Quando un individuo diventa anziano non può che iniziare a fare i conti con quella che è la più grande sfida della vita: la morte ed i pensieri che vi ruotano intorno. Quando si raggiunge una certa età, inevitabilmente si assume sempre più la consapevolezza che non si è immortali e proprio questo può poter far tanta paura.

Pensare che la propria vita stia per finire e che non si possa più avere tempo per vivere può poter far tanto male e portare angoscia e timori; eppure, in molti anziani, questa paura sembra essere assente o meglio alcuni anziani non temono di morire.

Parliamo di anziani che sono, per esempio, depressi o che presentano dei disturbi, o ancora anziani soli che vedono nella morte solo una via d’uscita. In questo senso è quasi vista come la fine di un dolore o di una situazione dolorosa: pensate che da alcuni studi si è evinto che sono diversi gli anziani che pensano di ricorrere al suicidio e questa probabilità sembra aumentare soprattutto dopo i 65 anni, specialmente per quelli che si sentono soli e che non hanno contatti sociali.

Alcuni anziani, invece, riescono ad accettare l’idea della morte con una certa serenità; in un certo senso riescono a non negare questo evento. Secondo alcuni studi, questa serenità è da associare a quegli individui che hanno una certa stabilità psicologica e sociale e che vivono in un contesto sano, fatto di amore e comprensione.

Anziani con la paura della morire: cosa si nasconde dietro?

Altri anziani invece hanno paura della morte e questa può essere collegata ad altre paure: quella di soffrire fisicamente, di creare angoscia a chi rimane, di non essere riusciti a fare tutto quello che si desiderava.

Insomma, vogliono rimanere per evitare di soffrire o per vivere ancora con i propri familiari e godere di tutto quello che la vita è in grado ancora di dare.

Le persone credenti, per esempio, possono avere il timore di andarsene per paura delle punizioni che potrebbero ricevere una volta morte.

Secondo lo studioso Erikson, nella fase della vecchiaia, gli individui hanno quasi il compito di cercare di dare un senso alla loro vita e la disperazione sembra far parte di questo processo in cui si tende a fare riferimento anche a tutto ciò che si è perduto nell’arco della propria vita. In un certo senso, la paura della morte è una parte dominante di questa fase così come le emozioni associatevi.

Le emozioni negative che si possono associare a questa fase vengono denominate crisi della vita; esse sono in parte dovute e spiegate dalla minore energia fisica e psicologica, che l’anziano deve comunque saper gestire e amministrare per affrontare la quotidianità (De Beni, Borella e Mammarella, 2009).

Tra queste paure abbiamo rabbia, tristezza e, spesso, anche un senso di impotenza soprattutto se si hanno accanto familiari che non ci aiutano a gestire questa paura o comunque non ci fanno sentire compresi in una fase così delicata.

Spesso dietro alla paura della morte c’è anche la paura dell’ignoto, di quello che ci sarà dopo o non ci sarà più dopo e la consapevolezza che non si potrà godere più dell’amore dei propri affetti.

Come abbiamo visto sin’ora, un anziano può poter temere di morire per diverse ragioni ma allo stesso tempo può arrivare ad accettare questa fase della vita che può essere considerata come la fine di un dolore o come una fase naturale che prima o poi arriva per tutti e che viene accettata con serenità.

Tutto ciò, ovviamente, cambia da individuo a individuo in base alle sue  esperienze di vita e credenze.


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