Onde elettromagnetiche contro l’Alzheimer? Parliamone…
Una ricerca pilota condotta in America sta studiando i potenziali effetti benefici esercitati dalle onde elettromagnetiche su malattie neurodegenerative come l’Alzheimer.
Gli esperimenti, attualmente sono stati svolti su topi normali e topi transgenici destinati a sviluppare il morbo di Alzheimer e da una prima analisi il dato che emerge appare interessante: sottoposti ad una stimolazione a lungo termine di campi elettromagnetici (i medesimi emessi da un cellulare) e parallelamente ad un compito di interferenza cognitiva gli animali hanno mostrato un rallentamento del deterioramento cognitivo.
Ancora, nel ceppo di topi affetti dalla malattia, l’esposizione alle onde elettromagnetiche sembra avere condotto ad una riduzione dei depositi di beta-amiloide nel cervello, attraverso un’azione antiaggregante e ad un’aumentata temperatura del cervello nel corso dell’esposizione.
Il meccanismo alla base della riduzione pare sia connesso a numerosi meccanismi quali l’incremento dell’attività neuronale e un aumento del flusso ematico.
Nonostante i risultati ottenuti, siano ancora da validare e da utilizzare con cautela, è possibile concludere che l’esposizione a campi elettromagnetici, in futuro, potrebbe aprire le porte verso una nuova forma di intervento terapeutico non farmacologico e soprattutto non intrusivo, contro il morbo di Alzheimer e più in generale nel miglioramento della memoria.
Simona Lauri
Fonte: Pubmed
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