Indagine sull’impiego di e-mail, chat e audio/videoconferenza nella professione dello Psicologo
Il forte diffondersi di internet nella vita delle persone sta influenzando le pratiche di differenti professioni. Tuttavia, con la crescente ricerca di informazioni su servizi medici tramite Internet da parte delle persone, i servizi psicologici online sono cresciuti e stanno crescendo enormemente.
Internet e tecnologie di comunicazione ad esso collegate, stanno divenendo fonte di studio per i ricercatori soprattutto nel campo della salute mentale.
Il caso della professione dello Psicologo ne è una testimonianza. In un’indagine svolta in Dicembre 2013 sono state raccolte informazioni riguardo l’impiego di e-mail, chat e audio/videoconferenza nella professione dello Psicologo.
Per avere maggiormente rappresentativa la suddivisione delle attività/compiti relativi alla professione dello psicologo, si è deciso di affidarsi alla “categorizzazione” fatta dall’Istituto per lo Sviluppo della Formazione Professionale dei Lavoratori (ISFOL) [1]. Di fatto sono state prese in considerazione le attività/compiti riconducibili allo psicologo che si occupa dell’ambito “del lavoro e delle organizzazioni”, dell’ambito “clinico e psicoterapeutico” e dell’ambito “dello sviluppo e dell’educazione”.
Agli intervistati è stato somministrato un questionario online in cui è stato chiesto se e quali fossero gli applicativi tecnologici impiegati nella pratica professionale. Nel qual caso, gli psicologi non avessero utilizzato l’applicativo o gli applicativi, gli veniva chiesto per quali attività/compiti potessero essere impiegati.
Il campione (n=67), composto da professionisti psicologi iscritti all’albo, è composto da 47 professionisti di genere femminile e 20 di genere maschile.
Nello specifico:
- la e-mail è risultata essere l’applicativo più impiegato (circa tre psicologi su 4), a seguire la videoconferenza (circa uno psicologo su quattro) e infine l’audio conferenza e la chat (circa da uno psicologo su dieci).
- i professionisti psicologi reputano efficace un’interazione mediata da applicativi tecnologici rispetto al “faccia a faccia”. Dai risultati emerge come l’interazione mediata sia ancora reputata meno efficace rispetto all’interazione “faccia a faccia”. Solamente la videoconferenza e l’e-mail vengono, da alcuni psicologi, considerate come egualmente efficaci o addirittura più efficaci (nel caso dell’e-mail).
- i risultati evidenziano come la videoconferenza sia l’applicativo reputato più soddisfacente mentre la e-mail quello più efficace ed efficiente.
ATTIVITÀ/COMPITI SVOLTI ATTRAVERSO L’UTILIZZO DEGLI APPLICATIVI
In questa indagine, abbiamo rilevato come l’utilizzo della E-MAIL, nell’ambito clinico e psicoterapeutico, sia principalmente quello di primo contatto con cliente/paziente e fornire sostegno psicologico. Probabilmente tale scelta, può ricondursi anche al fatto che, attraverso la e-mail ci sia la possibilità di scrivere messaggi lunghi e ricchi di informazioni, permettendo cosi di fornire continui chiarimenti e approfondimenti nello scambio di informazioni. Quella di primo contatto è stata la funzione principale anche per gli psicologi che si occupano dell’ambito dello Sviluppo e dell’Educazione. Mentre per gli Psicologi che si occupano dell’ambito del Lavoro e delle Organizzazioni, l’utilizzo della e-mail è stato per organizzare e partecipare a riunioni. Anche in questo caso ci si può ricollegare a quella che è forse la sua funzione principale, cioè quella di essere utile allo scambio di informazioni (es. indirizzi e numeri di telefono di altre strutture, istruzione su procedure, etc) che, se fornite per esempio attraverso la telefonata, costringerebbero il cliente ad impegnarsi nel trascriverle.
Per ciò che ha riguardato l’utilizzo della VIDEOCONFERENZA, nell’ambito clinico e psicoterapeutico, è stato quello di fornire sostegno psicologico e svolgere colloqui clinici. Questo conferma l’utilità che la videoconferenza può dare grazie alla possibilità di avere anche una comunicazione non verbale che, a differenza degli altri applicativi tecnologici, può essere una caratteristica che permette di intraprendere servizi di telepsychology.
Al contrario, chi ha dichiarato di non utilizzare tale applicativo, sostiene che potrebbe essere utile soprattutto per organizzare e partecipare a riunioni, partecipare a corsi di formazione, impartire lezioni, etc. Quest’aspetto può indurci a pensare che, chi non utilizza la videoconferenza nella propria professione, lo faccia perché scettico verso l’efficacia e l’utilità di tale strumento. Questo, sempre per quanto concerne gli psicologi operanti nell’ambito clinico e psicoterapeutico.
Coloro che operano invece nell’ambito del Lavoro e delle Organizzazioni, trovano utile la videoconferenza soprattutto nelle attività di ricerca e aggiornamento professionale, mentre tra coloro che non la utilizzano, ne vedrebbero l’utilità per partecipare a convegni, conferenze o congressi. Occorre comunque evidenziare che dai risultati emerge come gli psicologi operanti nell’ambito del Lavoro e delle Organizzazioni siano quelli che più frequentemente impiegano gli applicativi nelle loro attività.
In riferimento agli psicologi dello Sviluppo e dell’Educazione diventa difficile fare delle interpretazioni in quanto il numero dei rispondenti è molto esiguo (n=4).
Per quanto riguarda la CHAT ONLINE, infine, si ribadisce lo scarso impiego nelle attività. Un dato interessante emerge dagli psicologi operanti nell’ambito clinico e psicoterapeutico che hanno dichiarato di non utilizzarla, i quali optano per il primo contatto con paziente/cliente come maggiore attività svolgibile.
Quindi, anche se si dimostra una certa riluttanza nel suo impiego pratico, d’altra parte, c’è la consapevolezza che tale strumento possa avere, come per la e-mail, una funzione importante di avvicinamento al cliente/paziente.
Hai bisogno di aiuto? Chedi ai nostri psicologi online
-
-
-
-
Pubblica un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.
Nessun commento