Il narcisista patologico, ovvero il manipolatore perverso

Il narcisista patologico, ovvero il manipolatore perverso

IL NARCISISTA PATOLOGICO: COME RICONOSCERLO ED EVITARLO?

Negli ultimi tempi, grazie alla veicolazione delle informazioni tramite internet e social in generale, si parla molto di un disturbo che caratterizza la società contemporanea e individualista: IL NARCISISMO PATOLOGICO, di cui ne parlano tanti psicologi, psichiatri, coach, counsellor, ma anche gente comune, attraverso il racconto della loro esperienza.

Tuttavia, a mio avviso, tale disturbo è sovrastimato nel senso che troppe persone “non del campo” parlano, spesso senza conoscere, di questo tema, veicolando informazioni errate o poco precise, così che la gente tende a fare “diagnosi” ad ex partner o familiari, senza avere una conoscenza adeguata del quadro complessivo e rimanendo incastrati in un eco di rabbia, senza però risolvere il problema.

Ritengo quindi giusto, in quanto professionista che lavora soprattutto nell’ambito delle relazioni sentimentali e della dipendenza affettiva, affrontare questo tema nei suoi aspetti pratici, tralasciando, in questo contesto, l’aspetto teorico, che potrete trovare autonomamente su qualsiasi libro dedicato.

In questo articolo, invece, andremo a vedere:

  • Chi è il Narcisista patologico (vs Narcisista sano)
  • Come riconoscerlo
  • Come evitarlo

Per prima cosa, è importante sottolineare che il narcisista non necessariamente è patologico. Infatti, esso è fondamentale per una sana crescita dell’individuo come essere unico: svolge quindi un ruolo importante per lo sviluppo della personalità. Nello specifico, un sano livello di narcisismo ha le seguenti funzioni: promuovere l’autostima, il rispetto di sé, il senso di auto-efficacia (credere nelle proprie abilità e capacità); permette di valorizzare la bellezza, sia esteriore che interiore; è alla base dell’empatia, poiché solo nel momento in cui riconosciamo i nostri bisogni, le nostre emozioni, allora saremo in grado di riconoscere anche quelli altrui.

Quando il narcisismo diventa patologico

Il narcisismo diventa patologico quando mira a calpestare l’altro e, in particolare, quando è caratterizzato da:

  • Bassa autostima: anche se il narcisista patologico sembra avere ottimi livelli di autostima, in realtà la sopravvivenza del suo “ego” dipende dai feedback esterni senza i quali avrebbe un crollo psicologico pervasivo;
  • Megalomania: il narcisista patologico ha la tendenza a esaltare, in modo esagerato, non solo la sua persona, ma anche i risultati che ottiene, connotandosi, così, come essere superiore agli altri;
  • Mancanza di empatia: è l’elemento che più lo differenzia dal narcisista sano. Il narcisista patologico, infatti, non tiene minimamente in considerazione e soprattutto non riesce ad accedere al mondo emotivo dell’altro; per questo non si rende conto che, con i suoi comportamenti, provoca sofferenza agli altri;
  • Incapacità ad amare: il narcisista patologico non sa amare, non sa prendersi cura dell’altro e dei suoi bisogni; se lo fa, è solo con scopo manipolatorio, nell’intento di portare l’altro a occuparsi di lui; si tratta, quindi, di un meccanismo di seduzione con scopi di convenienza;
  • Spesso il narcisismo patologico è mascherato: tutti gli indizi che possono aiutare a riconoscere un narcisista patologico, possono non essere evidenti e, in alcuni casi, invece di trovarci di fronte una persona egocentrica, critica, megalomane, possiamo scontrarci con un individuo remissivo, inibito.

Comportamenti del narcisista patologico

Una volta delineate, a grandi linee, le caratteristiche del narcisista patologico, andiamo a vedere, più nel dettaglio, quali sono i comportamenti che tipicamente lo caratterizzano.

  1. Durante la prima fase della conoscenza, il narcisista patologico, per attirare la sua vittima, mette in atto una serie di azioni e comportamenti definiti, in un termine, “love bombing”, ossia una serie di attenzioni volte a far innamorare l’altro (regali, sorprese, parole dolci etc.).
  2. In una seconda fase, quando la vittima è caduta della trappola, il comportamento del narcisista patologico, cambierà e da premuroso e affettuoso, diventerà scostante, freddo, rigido.
  3. Molto frequenti sono le critiche che vengono utilizzate all’interno di una comunicazione manipolatoria: critiche sottili, offese, giudizi, aggressività espressa in forma apocalittica (urla, minacce di abbandono), silenzio punitivo. A tutto ciò segue poi un riavvicinamento strategico messo in atto quando l’altro è maggiormente bisognoso, ad esempio dopo una lite. Ciò viene messo in atto per evitare l’abbandono da parte del partner.
  4. Tradimenti e bugie: un classico meccanismo, è quello della triangolazione. Il narcisista patologico triangola il partner con un altro soggetto (solitamente l’ex partner) con cui fa continuamente paragoni e insinuando, nel partner ideale, l’idea che egli non sia mai abbastanza o, comunque, mai come l’ex compagno/a.
  5. Se il partner, stufo, decide di chiudere la relazione, il narcisista patologico prenderà questa decisione come una sfida e metterà in atto una serie di azioni di riconquista, almeno finchè non troverà una nuova vittima. Per questo, se avete una relazione con un narcisista patologico, non aspettatevi che accetterà un vostro rifiuto senza agire in qualche forma.
  6. Nei casi estremi, soprattutto quando al narcisismo si aggiunge una componente borderline, il narcisista patologico può diventare uno stalker e compiere atti di più o meno gravità. In questi casi, sarebbe opportuno chiedere aiuto a parenti/amici e rivolgersi alle forze dell’ordine o a servizi dedicati.

Come staccarsi da un narcisista patologico

Terminare una relazione con un narcisista patologico non è facile così come non è semplice uscirne senza l’aiuto di un professionista. Questo perché, nella relazione con un manipolatore perverso, vi è spesso una “danza relazionale”, cioè un circolo di dipendenza affettiva. Di conseguenza, questi individui vengono spesso idealizzati e la vittima vive con una sorta di speranza che l’altro torni ad essere la persona affettuosa che era all’inizio. È importante, allora, rimanere con i piedi saldi su un piano di realtà: la relazione reale è quella che c’è, che vedete e non sarete voi a cambiare il vostro partner.

In secondo luogo, come accennavo pocanzi, è importante rivolgersi ad un professionista, uno psicologo psicoterapeuta con cui poter iniziare un percorso volto alla promozione del benessere psicologico, soprattutto a ristrutturare quegli schemi relazionali distorti che sono alla base di queste scelte del partner patologico: si va quindi a lavorare sulle primissime relazioni genitore/figlio. Il lavoro psicologico è di estrema importanza perché le vittime del narcisista patologico arrivano a soffrire di diversi disturbi: depressione, ansia, disturbi alimentari e del sonno, somatizzazioni etc.

Infine, uno dei primi comportamenti che potete attuare è il “no contact”, cioè smettere di avere qualsiasi tipo di contatto con il partner narcisista, non solo contatti fisici ma anche attraverso messaggi, social etc. Tuttavia, il no contact ha senso se attivato come meccanismo “riparatore”, quindi in una fase iniziale, e se è accompagnato da un percorso terapeutico. in caso contrario, infatti, il no contact potrebbe portare a un risultato positivo solo a breve termine: dopo qualche settimana o mese, dal momento che sono sempre vivi meccanismi di dipendenza affettiva, potreste ricascare nuovamente nella sua trappola.


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1 Commento
  • Pingback:Il narcisista della porta accanto – My Room
    Pubblicato alle 18:28h, 26 Ottobre

    […] La caratteristica più lampante, ma forse anche quella più difficile da accettare per la, passatemi il termine, vittima di narcisismo, è la quasi totale mancanza di empatia, che lo spinge ad assumere determinati comportamenti senza essere realmente consapevole di star provocando sofferenza nell’altro. Da ciò deriva anche la sua incapacità di amare, spesso simulata a scopo manipolatorio. (fonte) […]

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