Atarassia: i diversi significati
Avete mai sentito parlare di atarassia?
Per poter affrontare l’argomento, proviamo a prendere in considerazione l’etimologia del termine che sembra derivare dal greco ataraxia e significa imperturbabilità.
Prendiamo in considerazione l’ambito filosofico: nello Stoicismo, questo termine sembrava rappresentare l’assenza di confusione e ansia.
In questa cornice, il saggio era colui che riusciva ad essere padrone di se stesso e che era in grado di dominare le proprie passioni con la razionalità. A tal proposito non possiamo che considerare Epicuro, il quale ha affermato che un uomo che si lascia trasportare dai suoi sogni e desideri è un uomo sempre in conflitto con se stesso e che la sua felicità non può essere intesa come il raggiungimento degli stessi, ma che solo risparmiandoci il dolore dell’obiettivo non raggiunto possiamo essere davvero felici.
Nella visione di Epicuro dunque il desiderio provoca dolore.
Come si evince da quanto detto fin ora l’atarassia, in filosofia, è un concetto che sembra essere associato ad altri termini come freddezza e apatia. Come vedremo in seguito, però, in ambito medico questo termine è utilizzato per definire quella condizione di mancanza di legami emotivi del paziente rispetto all’ambiente in cui vive a causa di problemi neurologici.
Atarassia e desiderio: libertà di scegliere
Sempre in ambito filosofico, è stato preso in considerazione il concetto di atarassia come quella condizione caratterizzata da voler desiderare sempre di più o dal voler cambiare qualcosa, partendo dal presupposto che lo si può fare, proprio perché nulla ci è precluso.
In un certo senso, vogliamo cogliere una concezione positiva dell’atarassia, poiché mette in risalto il desiderio di voler trovare una nuova serenità senza avere la pretesa di sfuggire al dolore: questo implica il poter essere liberi di scegliere la propria strada facendo attenzione più che alla meta, al percorso che si fa per raggiungerla.
La persona atarassica è imperturbabile: se si pone un obiettivo da raggiungere e se non lo raggiunge, va bene lo stesso, poiché non ripone tutto nell’obiettivo in sé, ma nei passi fatti per poterlo raggiungere dando sfogo alle sue passioni, ma non in modo distruttivo.
Che rapporto esiste tra atarassia e felicità? Sicuramente questi sono concetti molto simili per certi versi, ma non vanno confusi: l’atarassia potrebbe essere paragonata alla serenità, a quella pace che ha bisogno di qualcosa per diventare gioia per sentirci finalmente vivi.
Atarassia in psicologia: uno sguardo che va oltre
A prescindere dal concetto di atarassia ripreso in ambito filosofico, questo termine è stato utilizzato per designare una condizione che si verifica a causa di un incidente o ad altri fattori che possono portare a dei danni al cervello.
L’atarassia viene intesa come imperturbabilità, mancanza di rabbia e confusione ed è data proprio dalla presenza di lesioni gravi che, a loro volta, hanno ripercussioni sulla propria vita relazionale e non.
L’atarassia non è elencata nel Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM-V), ma è riconosciuta come il sintomo di un problema neurologico: in tal senso, dobbiamo ricordare che il nostro cervello è anche la base dei nostri stati emotivi e se alcune parti vengono intaccate anche le nostre emozioni lo sono.
Nel caso dell’atarassia assistiamo a dei problemi che si verificano a livello di interazione tra il nostro sistema limbico e il lobo frontale che è proprio quella parte del nostro cervello responsabile dell’impatto che le nostre emozioni hanno sul nostro comportamento; alla base possono esserci shock traumatici o ictus.
Come sono le persone con atarassia medica?
Le persone che presentano questo tipo di problematica hanno caratteristiche specifiche:
- tendono ad essere passive, questo significa che non sono in grado di prendere iniziative,
- non riescono a provare rabbia, ansia e non riescono nemmeno a godere dei momenti più belli,
- non sentono di essere influenzate da ciò che li accade e quindi di conseguenza non hanno reazioni.
In questo senso, mantengono sempre la calma e appaiono come imperturbabili, ma solo perché dietro vi è una causa neurologica o un disturbo neurologico.
Come abbiamo potuto notare, l’atarassia indica quella condizione di imperturbabilità che forse tutti vorremmo avere in alcuni momenti della nostra vita: ma se reagissimo così non smetteremmo forse di essere delle persone?
Per quanto, in ambito filosofico, questo termine sembri avere un’accezione positiva, in ambito psicologico abbiamo visto essere associata anche ad un disturbo neurologico o comunque a delle lesioni al cervello che hanno delle conseguenze importanti.
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