La consulenza psicosessuologica

Moltissime persone che si affacciano alla possibilità di una consulenza psicosessuologica sono convinte di avere qualcosa che non va dal punto di vista sessuale, di non essere “ben  funzionanti” o “adeguate” o “normali”

A causa di queste convinzioni, queste persone possono sentirsi spesso ansiose, frustrate.

Il contesto socio-culturale e talvolta relazionale alimenta questa frustrazione, rimandando strategie e modalità per funzionare meglio e sostenendo, quindi, questo vissuto di anormalità e richiesta di performance.

La terapia sessuale non si esaurisce nell’occuparsi di alleviare le disfunzioni sessuali (intese in senso patologico).

L’obiettivo non sarà mai quello di funzionare bene. L’obiettivo è una sessualità  più consapevole e con maggiore soddisfazione, indipendentemente dalla condizione di partenza.

Partendo da una formazione Psicoanalitica Relazionale, dalla quale ho mutuato una visione della persona immersa nelle sue relazioni, il mio lavoro di terapia prevede non solo il trattamento dei sintomi ma un intervento più ampio che consiste nell’attribuire un significato nuovo alla storia di vita del paziente.

Integrando poi questa formazione psicodinamica con la scuola di Terapia Metacognitiva Interpersonale TMI  (un modello di psicoterapia sviluppato presso il Terzo Centro di Psicoterapia Cognitiva di Roma nella seconda metà degli anni ´90)  utilizzo tecniche che in alcuni momenti permettono un’osservazione più acuta, attenta degli stati interni  le persone iniziano a riconoscerli a distinguerli e a sperimentare aspetti dell’esperienza relazionale e anche sessuale che prima non sperimentavano.

Questa integrazione fa da cornice, per me, rispetto alla visione della persona nelle sue diverse dimensioni tra le quali chiaramente anche la sessualità.

Anche quando individui e coppie si rivolgono inizialmente per affrontare le loro problematiche sessuali, il loro obiettivo finale è spesso quello di migliorare la soddisfazione generale della loro relazione. Vogliono più vicinanza emotiva, maggiore intimità, migliore comunicazione ed esperienze sessuali più coinvolgenti.

Proviamo quindi a spostarci da una concezione della sessualità e del piacere basata sulla performance ad una concezione basata sulla connessione del nostro corpo e della nostra mente nella nostra vita erotica.

Incrementando l’auto-cosapevolezza e la comprensione e il ragionamento sugli stati mentali, ognuno di noi può divenire  più consapevole di pensieri, emozioni, sensazioni problematiche e che possono causare conflitti interpersonali.

La consulenza è finalizzata a mettere la persona nelle condizioni di adottare strategie alternative (rispetto a quelle attuali e\o disfunzionali) per ridurre la sofferenza psicologica (se presente) e migliorare la qualità della vita e l’appagamento sessuale.

La psicoterapeuta Esther Perel ci aiuta a pensare l’erotismo come un’intelligenza, L’intelligenza erotica (2006) appunto, ovvero qualcosa che si può accrescere, coltivare!

Siamo abituati a pensare nei termini di:  tu mi accendi quando…  questo mi eccita… ma in questo modo noi ci poniamo al di fuori della questione.

Poiché se noi siamo spenti dentro, lottiamo contro il nostro corpo, siamo pervasi da convinzioni implicite e automatiche che ci fanno sentire ansiosi e frustrati, l’altra persona non potrà fare proprio nulla per accenderci!

La domanda opposta che ci possiamo fare in consulenza sarà per esempio: io mi accendo quando? mi eccito quando?? e quando mi spengo?

Ci viene insegnato che per essere un buon\una buona amante dobbiamo saper accendere i  partners,

che dovremmo sapere già cosa il\la partner apprezzerà senza che questa persona debba condividere nulla.

Ci viene  chiesto socialmente (spesso) di non concentrarci su noi stessi\e negli incontri sessuali.

Ecco: Il modo in cui il sesso appagante funziona, in realtà, è esattamente l’opposto.

Si tratta di concentrarsi sulle sensazioni solo per sé stesse nel momento presente e senza aspettative di una risposta particolare.

Si tratta di un allontanamento radicale dai nostri copioni culturali su come avviene il sesso.

Chiaramente, quando si lavora con le coppie la narrativa sessuale del/ della / dei partner diventa parte della narrativa del soggetto e questo è reciproco.

Si creano dei cicli interpersonali.  Non è infrequente che all’interno di una relazione i\le partner concorrano a mantenere reciprocamente alcune difficoltà sessuali o semplicemente alcune  modalità.

In alcune relazioni può anche non esserci più la sessualità.

Tali relazioni sono definite da Suzanne Iasenza (2016) one item sexual menu relations ovvero relazioni in cui non c’è chance di flessibilità nel sesso, come se le persone si trovassero davanti un menù con una sola pietanza e non potessero che sceglierla o rifiutare del tutto di mangiare.

Molte persone non sono consapevoli dell’impatto che ha questo insieme di narattive e di storie nella loro esperienza sessuale attuale.

Poter esplicitare queste dinamiche, questo funzionamento individuale e talvolta condiviso, è un primo passo trasformativo per la soddisfazione sessuale.

Il concetto di fondo e credo molto importante da considerare oggi è che, in questa prospettiva, non sia la persona (o la coppia) ad essere problematica bensì sia la storia che la persona o le persone si raccontano, la loro narrativa, eventualmente ad esserlo.

E’ molto utile accompagnare le persone  a comprendere ed ampliare il repertorio sessuale con tutto ciò che possono trovare sessualmente desiderabile, erotico, sensuale… Cosi che si possa creare, riprendendo la metafora di Iasenza, un menù sessuale di coppia più ampio e con diverse opzioni.

L’invito, se si è interessati ad una sessualità appagante, è quello di sperimentarsi da soli\e o con l’aiuto di una consulenza in quest’ottica di contatto consapevole con il proprio corpo.

Spostando il focus dalla prestazione alla consapevolezza, l’attenzione è su di noi non più sull’altro ( partners, convenzioni, stereotipi) e la maggiore soddisfazione diviene alla nostra portata indipendentemente dalla cultura, dall’essere single o avere uno\a o più partners, indipendentemente anche dall’identità di genere e dall’orientamento sessuale delle persone.

Qualunque persona con qualunque corpo può sperimentare i modi più inattesi e sorprendenti con cui il sesso si può manifestare, in ogni ambito della propria vita. 

Dimaggio, G., Ottavi, P., Popolo, R., Salvatore, G. (2019). Corpo, immaginazione e cambiamento. Raffaello Cortina Editore.

Harris, Adrienne, McKenzie S. (2009) Gender as Soft Assembly online library

Iaenza, S. (1999). Book Review of  Sexual subjects: Lesbians, gender and psychoanalysis by Adria Schwartz, The Lesbian Review of Books, 5, 4, 16-17.

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Iasenza, S. (2010). What is queer about sex?: Expanding sexual frames in theory and practice. Family Process, 49, 3, 291-308.

Iasenza, S. (2016). Transforming sexual narratives. Psychotherapy Networker, 42(1), 24-31.

Minolli, M. (2007). La presenza a se stessi come ricerca della realtà e cardine della cura. Ricerca Psicoanalitica, XVIII, 2, pp. 187-202.

Perel, E. (2006) Mating in Captivity: Reconciling the Erotic & the Domestic:

Edizione Inglese HarperCollins;

Perel, E. (2018)

Così fan tutti. Ripensare l’infedeltà ed.italiana  Solferino

Simonelli C. (2006). L’approccio integrato in sessuologia clinica. Franco Angeli.


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