Convivere con i sensi di colpa: è possibile o bisogna fare altro?

Convivere con i sensi di colpa: è possibile o bisogna fare altro?

Il senso di colpa come punizione.

A tutti capita di provare il senso di colpa e di provare rabbia e frustrazione, dopo aver compiuto un passo falso… magari dopo aver fatto del male a qualcuno, anche involontariamente…

Sin da piccoli ci hanno inculcato l’idea che è sbagliato fare errori: è luogo comune pensare che non si devono fare sbagli, come se non ce lo potessimo proprio permettere. Tutto sembra il risultato di punizioni interiorizzate, che ci portano, spesso, a sentirci non meritevoli dell’affetto altrui.

Ma facciamo un passo indietro: cosa intendiamo con “senso di colpa”?  Cosa ruota intorno a questo sentimento? Possiamo conviverci?

Il senso di colpa: chi è più vulnerabile?

Il senso di colpa, a discapito di quello che si possa pensare, è un’emozione che sembra addirittura ricoprire una funzione: quella sociale; se ci pensate, il senso di colpa ci permette di capire se è stato commesso uno sbaglio o un danno nei confronti altrui consentendoci di rimediare.

Secondo i risultati di alcune ricerche, sarebbero le donne a provare maggiormente tale sentimento che risulta essere meno pronunciato nelle più giovani.

Senso di colpa in psicologia

In psicologia questo sentimento è descritto come un insieme di elementi di natura emotiva e cognitiva che sembra derivare dalla convinzione di aver danneggiato qualcuno: ciò porta alla formazione di un conflitto interiore da considerare con un’accezione positiva dato che questo sentimento sembra richiamare una componente importante: l’empatia.

Cosa intendiamo con “empatia”?

Con il termine empatia, si intende la capacità di immedesimarsi con gli stati d’animo e con i pensieri delle altre persone, sulla base della comprensione dei loro segnali emozionali, dell’assunzione della loro prospettiva soggettiva e della condivisione dei loro sentimenti (Bonino, 1994).

Insomma, tra senso di colpa ed empatia sembra esserci un rapporto importante e circolare: ci si sente in colpa, perché ci si mette nei panni degli altri e si sperimentano le emozioni che provano. In questo senso, il sentimento di colpa è utile a mantenere le relazioni, in modo adattivo e ottimale, ma bisogna essere attenti a non chiamare in causa il senso di onnipotenza.

Sono tante le persone che, in modo narcisistico, credono di essere responsabili della felicità o della sofferenza altrui: se l’altro non sta bene, è necessariamente loro la colpa. Si mettono al centro dell’universo o per meglio dire, si sentono il centro dell’universo, come se gli altri fossero soggetti totalmente passivi, la cui felicità, e quindi anche tristezza, dipende solo dalle loro azioni.

Ovviamente tutto ciò non è reale: noi, individualmente, siamo responsabili della nostra vita e non di quella altrui.

Senso di colpa: quando diventa patologico?

Ma torniamo al senso di colpa e alla sua accezione positiva, correlata alla funzione sociale che ricopre: quando è sano?

Quando abbiamo oggettivamente commesso un errore arrecando un danno vero ad un’altra persona: in tal caso, il senso di colpa è una spia che si accende per dirci che abbiamo commesso un errore.

La questione cambia, però, in mancanza di tale errore: quante volte vi è capitato di sentirvi in colpa per cose per cui in realtà, non c’era nulla da rimproverarsi? Bene, in quel caso sappiate che siete in presenza di un senso di colpa patologico, poiché non ha motivo di esistere.

Ma se un senso di colpa diventa eccessivo, cosa può accadere? Purtroppo, si può arrivare a sperimentare e mettere in atto comportamenti autodistruttivi, di vero e proprio autolesionismo.

Consigli per gestire i sensi di colpa

Occorre valutare se, realmente, avete commesso un errore: questo permette di capire se c’è un reale motivo per sentirsi in colpa o se è solo una percezione sbagliata a farci credere di essere colpevoli; se avete difficoltà a capirlo, provate ad essere attori di questa valutazione.

  1. Pensate che al posto vostro ci sia un vostro amico e non voi: ha oggettivamente commesso un errore? Spesso, ragionando sui comportamenti altrui, siamo in grado di trovare una risposta ragionevole.
  2. Se ritenete di aver commesso un errore, è necessario valutare la reale portata della responsabilità: è tutta vostra? Capita a tutti di fare cose di cui non andiamo propriamente fieri, ma questo non significa che siamo sbagliati, significa solo che non siamo perfetti.
  3. Evitate di essere troppo severi con voi stessi: non possiamo pretendere di fare sempre le cose come dovrebbero essere fatte. Siamo umani: cercate di capire cosa migliorare di voi stessi e quale lezione potete portare con voi, nel vostro bagaglio.
  4. Avete paura del giudizio altrui? Imparate a dare più rilevanza a quello che pensate voi: chi vi ama davvero, capirà le vostre scelte.
  5. Non riuscite a farlo? Chiedete un aiuto professionale, affinché un terapeuta possa aiutarvi ad elaborare, in modo ottimale, la situazione e sostituire i vostri schemi mentali con pensieri più funzionali. Datevi questa possibilità e il senso di colpa diventerà solo un ricordo.

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