Profezia che si autoavvera: prestiamo attenzione!

Trattando disturbi d’ansia e problematiche relazionali uno dei fenomeni che sovente mi capita di incontrare è la cosiddetta “profezia che si autoavvera”.

Ma di cosa si tratta? E che ruolo ha nel mantenimento di determinate difficoltà?

Nonostante il nome un po’ “fantasy”, non parliamo di magia, ma di uno specifico meccanismo mentale che una volta instaurato agirà a conferma delle nostre credenze, il più delle volte autosabotanti.

Il funzionamento alla base della profezia che si autoavvera è il seguente: credere fermamente che qualcosa sia reale, ci fa agire come se lo fosse e, così facendo, come conseguenza delle nostre azioni, lo diventerà per davvero.

La profezia che si autoavvera applicata al nostro quotidiano

Per capire come funziona il meccanismo della Profezia che si autoavvera immaginiamo di ritenerci poco capaci e per nulla competenti, e di ripetere nella nostra mente “non sono in grado”, “farò la figura dello stupido” e via dicendo. Questo avrà sicuramente un effetto sulle nostre azioni, potremo apparire titubanti, insicuri, spederemo molte delle nostre energie sull’evitare di commettere qualsiasi possibile errore che potrebbe esporci alla critica, e questo ci ostacolerà a vari livelli, non mettendoci nelle condizioni di mostrare e valorizzare le nostre competenze.

I suddetti pensieri determineranno molto probabilmente un elevato stato di stress ed ansia, non certo alleati preziosi di concentrazione e performance!

Di conseguenza, verosimilmente, tenderemo ad essere più distratti, affaticati, ed a commettere, neanche a dirlo, più errori.

Ecco che si attiva così un circolo vizioso difficile da spezzare.

Nell’accorgerci dei nuovi errori penseremo che la causa stia nell’essere una persona incompetente ed il nostro pensiero “non sono in grado”, così come tutte le nostre credenze autosvalutanti, non faranno altro che confermarsi ed irrobustirsi.

Riflettiamo insieme su alcuni esempi

Un esempio che ho incontrato di frequente, soprattutto nei pazienti più giovani, è quello dello “studente incastrato”. Un ragazzo si convince di non essere in grado di passare un esame, studia, ma al momento dell’orale è così agitato che o non si presenta o non riesce a rispondere neanche alle domande più facili, e chiaramente non lo supera.

In questo caso non è la sua preparazione, ma la sua ansia, attivata dai pensieri autovalutanti, che va a sabotare l’esame.

La profezia che si autoavvera appunto.

A sua volta, il non aver superato l’esame non farà altro che irrobustire autosvalutazione e paura. Nuovamente sui libri è probabile che, reduce dell’ultimo esame, sperimenti alti livelli di stress, che porteranno ad un circolo vizioso di affaticamento e mancanza di concentrazione. E a quel punto anche la sua preparazione risulterà intaccata!

Tale profezia, funziona anche in senso positivo.

Pensiamo al contesto scolastico, dove molto spesso i docenti utilizzano in maniera inconsapevole comportamenti più funzionali ed incoraggianti nei confronti degli studenti promettenti. Il risultato sarà che quest’ultimi continueranno ad ottenere migliori risultati, in seguito all’incremento della loro autostima.

In sostanza, credenze o pregiudizi ci spingono ad assumere un determinato atteggiamento o modo di agire, che stimolerà a sua volta una determinata risposta ambientale, tale da andare a convalidare le aspettative di partenza.

Tutto ciò influisce anche sull’umore. Un mio paziente nel riflettere sulla settimana positiva appena trascorsa ripeteva a sé stesso pensieri del tipo “è andato tutto bene eppure non mi sento affatto felice … vedrai che da un momento all’altro scoppierà il prossimo disastro”. Queste supposizioni, con i loro sottostanti meccanismi inconsapevoli, ci spingeranno verso un modus operandi volto alla conferma del futuro previsto, affineranno le nostre lenti alla ricerca di segnali di pericolo che andremo ad ingigantire e catastrofizzare. Così mentre i momenti negativi sono vissuti come tali al mille per mille, i positivi non lo sono altrettanto, anzi non vengono “visti”, né “goduti”, in attesa del prossimo guaio. Ed è proprio per questo che la nostra vita potrà apparirci disseminata di “disastri”.

Diviene, quindi, indispensabile riconoscere quei pensieri che caratterizzano il nostro modo di percepire ed interpretare la realtà, e quei comportamenti che non fanno altro che mantenerli attivi. Solo così potremo nel tempo esercitarci a rompere quel circolo vizioso fatto di aspettative disfunzionali e di comportamenti che le realizzano.

Come disinnescare la trappola della profezia che si autoavvera

  1. Per prima cosa ora che lo conosci, non lasciarti più “ingannare” da questo meccanismo. La consapevolezza, infatti, è il primo passo verso il cambiamento! Se ti sei reso conto che fino ad oggi puoi aver contribuito con meccanismi autosabotanti a confermare le tue paure, ora ne sei consapevole e puoi esercitarti a riconoscere per tempo le stesse dinamiche.
  2. Spezza il meccanismo di evitamento, fai progetti, assicurati che siano realistici e parti! Non esporti per paura di fallire, non farà altro che metterti nella condizione di fallire in partenza. Come sottolinea un detto che tanto amo “Non aspettare le condizioni perfette per agire. Agisci sgangherato!” (Cavez)
  3. Individua ed elimina dal tuo dizionario e dal tuo dialogo interno tutte quelle frasi demotivanti e svalutarti. Vietato dire frasi del tipo “Non sono in grado”, “Non posso farcela”, “Meglio lasciar perdere, non voglio rimanere deluso”, “Sono fatto così”, “Non ci si può fare niente”, “Andrà tutto a rotoli”, “Non andrà mai bene nulla” …
  4. Credi in te stesso. Scopri quali sono le tue potenzialità ed inizia a valorizzarle, costruiscile e nutrile, sfruttandole al massimo.
  5. Datti la possibilità di sbagliare senza “darti addosso”. Credere che avere fiducia in sé stessi ci preservi da ogni sconfitta o possibile sbaglio è a sua volta un pensiero irrazionale. Ostacoli e piccoli cali di motivazione fanno parte di ogni percorso, ma questo non vuol dire gettare la spugna. Perdonare e considerare fisiologiche eventuali cadute ti aiuterà a darti “quell’altra possibilità in più” essenziale nel raggiungimento di una meta.
  6. Osserva con il giusto distacco i giudizi dell’altro. Imparare a mettere una barriera protettiva tra te e quei giudizi altrui potenzialmente distruttivi è un elemento essenziale per il tuo benessere.

Per concludere

Una volta evidenziate le credenze, analizzate le situazioni nelle quali ci hanno guidato, con conseguenze spiacevoli, il passo successivo consisterà nella loro verifica e messa in discussione.

Queste profezie considerate spesso “verità assolute” in realtà sono solo una delle tante spiegazioni possibili della realtà e possono essere smentite con i fatti attraverso nuove azioni più funzionali.

La realtà, infatti, può modificarsi a seconda di come la guardiamo e tenere in considerazione più punti di vista, ci permette di avere maggiori possibilità di scelta e realizzazione.

Se nonostante questi piccoli accorgimenti senti che le “profezie che si autoavverano” continuano a sabotare la tua vita non preoccuparti! Potrai affidarti all’aiuto di un terapeuta che ti accompagnerà nella scoperta e modifica di queste modalità di pensiero verso altre modalità più adattive.


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