Ipnosi come evento mediatico via web o nei reality tra suggesione e credibilità

«Se per mezzo dell’ipnosi lo spirito cosciente fosse indotto al sonno e fosse al tempo stesso risvegliata la sua parte subcosciente, il problema sarebbe risolto, le carceri della mente spalancherebbero le loro porte e i prigionieri ritornerebbero alla luce del sole. » (Jack London)

L’ipnosi è un fenomeno psicosomatico che coinvolge sia la dimensione fisica, sia la dimensione psicologica del soggetto. È una condizione particolare di funzionamento dell’individuo che gli consente di influire sulle proprie condizioni sia fisiche, sia psichiche che di comportamento.

È  opportuno differenziare i termini: ipnosi e ipnotismo, intendendo con “ipnosi” lo stato particolare, psicofisiologico (trance) del soggetto e con “ipnotismo” la metodica e le tecniche impiegate dall’ipnotizzatore per realizzare l’ipnosi.

Attraverso l’ipnosi o l’autoipnosi è possibile accedere alla dimensione inconscia ed emotiva del soggetto. Attualmente l’ipnosi è impiegata scientificamente nella ricerca clinica e in ambito terapeutico (ipnositerapia), a questo proposito Erikson affermò: “Non esiste una cosa chiamata ipnositerapia”.

Piero Angela avvalendosi di un’indagine del suo collaboratore Marco Visalberghi, ha messo in dubbio, nel libro Viaggi nella scienza, la reale efficacia dell’ipnosi, sostenendo che essa sia sovente una forma di suggestione in cui il soggetto ipnotizzato non riporta alla memoria ricordi attendibili, ma accoglie fantasie suscitategli al momento, che poi, tornato lucido, qualifica come reali. In un altro libro (Nel cosmo alla ricerca della vita) Piero Angela ha mostrato che sotto ipnosi possono essere ricordate come reali delle esperienze che in passato si sono intensamente immaginate ma che non sono state vissute nella realtà.

Sulle regressioni a vite passate, alle quali si accederebbe attraverso un percorso ipnotico a ritroso, Aureliano Pacciolla in un suo libro afferma che alcuni ricordi affascinanti delle vite trascorse, in realtà sono solo il frutto della fantasia del soggetto in quanto, dopo aver cercato in biblioteche e in antichi documenti non ha trovato corrispondenza fra i racconti dei pazienti e i documenti rilevati né di luoghi, né di nomi, né di famiglie, né di abitazioni con i fatti raccontati. Di opposto parere sono altri ricercatori quali Ian Stevenson (1966), Brian Weiss (1997) e Angelo Bona (2001), che hanno portato evidenze opposte.

Secondo altri studiosi invece, gli avvenimenti che un soggetto è sollecitato a ricordare attraverso metodiche di regressione d’età in ipnosi è espressione di quanto è registrato come proprio vissuto e ciò non è detto che coincida con fatti “oggettivi”, ma può essere espressione delle sue elaborazioni consce e inconsce. Altri che negano le vite passate invece, per spiegare la concordanza dei ricordi con fatti realmente accaduti in epoche passate ricorrono alla teoria della trasmissione dei ricordi per via genetica. Su questo punto non c’è concordanza tra le varie teorie, per tale ragione sul piano giuridico le testimonianze ottenute tramite ipnosi non hanno valore.

In Svezia è stato creato un reality in cui sono stati sottoposti ad ipnosi da un ipnoterapeuta di fama alcune persone comuni con lo scopo di verificare se le esperienze delle vite passate vissute dai pazienti sottoposti ad ipnosi fossero immaginarie o reali cercando di verificare quanto più possibile nelle zone “vissute in altre vite”  se c’erano anche altri dati verificabili. Spesso sono state riscontrate corrispondenze esatte di vecchie chiese e con nomi (marito/sposa) verificati su vecchi registri; non vi sono però indagini scientifiche né di enti garanti che abbiano verificato la genuinità dello spettacolo. La trasmissione/reality si intitolava “Backtrack Sweden” ed è stata tradotta anche in Italiano dall’emittente satellitare Sky (“Backtrack Sweden – Tracce dal passato”).

Il 4 Gennaio 2010 un  ipnotizzatore inglese ha raccolto sul web via Facebook e Twitter, una folla di internauti, in ben seimila si sono fatti trovare pronti alla suggestione via web; è stata definita Social Ipnosi, un audio mp3 da ascoltare, molti delusi, qualcuno si è addormentato, altri hanno detto di essere caduti in trance. Qualunque sia stata la  reazione al primo esperimento di ipnosi di massa online certo è che lo show messo in rete da Chris Hughes, ipnotizzatore e ipnoterapeuta inglese diplomato all’Omni Hypnosis Training Centre in Florida, è stato uno dei più seguiti globalmente negli ultimi tempi. Un evento mediatico a tutti gli effetti, accessibile via web dagli utenti di Twitter e Facebook. Una social ipnosi, insomma, che ha tenuto connessi per oltre due ore migliaia di utenti da 85 paesi del mondo e  anche molti italiani.

L’appuntamento, dato già da settimane attraverso il sito Social Trance, era per le 20 e 30 inglesi con convocazione prevista 15 minuti prima attraverso una mail ricevuta nella casella di posta lasciata al momento dell’iscrizione. Ma l’evento, nonostante l’ottima visibilità data prima dalla stampa inglese e poi da quella mondiale, non è andato come previsto. A un’ora dal via il sito che avrebbe dovuto trasmettere il live audio dell’ipnosi è andato giù a causa delle troppe connessioni simultanee. Colpevoli forse i 10 mila iscritti e i centinaia di curiosi che si sono dati appuntamento per seguire la sessione. Così, nell’attesa, agli utenti non è rimasto altro che confrontarsi sui social network. Il topic socialtrance è stato tra i più popolari su Twitter e il gruppo su Facebook ha raggiunto in poche ore i 10mila iscritti e oltre 500 discussione aperte.

A soli dieci minuti dall’orario di inizio della trance di massa sono gli utenti, ancor prima del tweet di Chris Hughes, a comunicare il nuovo sito che ospiterà l’evento. Poco dopo l’annuncio che per motivi legati alla legge inglese l’ipnosi non potrà andare in diretta ma chi lo vorrà potrà scaricare l’audio in mp3 da un link che tempestivamente appare sul sito. Immediata la risposta dei centinaia di utenti tenuti in sospeso dalla tranquilla voce di Hughes.

Truffa, è il termine più utilizzato su Twitter e su Facebook, c’è anche chi, a commento del tempo perso nell’ascolto, spende anche parole un po’ più forti.
I più motivati non si danno per vinti e procedono all’ascolto dell’audio. Venti minuti di viaggio mentale che conduce fino all’ipnosi. Si inizia stendendosi a terra e chiudendo gli occhi, poi tocca alla mente portare i muscoli in totale rilassamento e lasciarsi andare come guida la voce, sempre più soave, di Chris. La vera ipnosi inizia con la visualizzazione di una scala di dieci gradini, il terapista conterà da uno a dieci e una volta raggiunto l’ultimo il web-paziente sarà in pieno possesso della sua volontà e della sua vita e potrà decidere, a subconscio aperto, di dare una svolta. Ognuno scelga cosa vuole cambiare: smettere di fumare, di bere, di mangiare cibi nocivi o di uscire da una brutta situazione. Ciò che importa è che quando Hughes conterà da uno a cinque gli occhi torneranno ad aprirsi. Fine della trasmissione.

L’evento continua in diretta sui social network. Come è andata? Su Facebook c’è chi apre un sondaggio: ipnotizzati o no? In oltre 200 hanno risposto e il trend è positivo anche se più che di trance gli utenti parlano di profondo rilassamento. Nigel Lewis, che di professione fa l’ipnoterapeuta, si dichiara truffato dall’esperimento: “Il web è pieno di audio mp3 che inducono all’ipnosi ma qui più di 8mila persone sono state ingannate per circa un’ora. Chris avrebbe dovuto assicurarsi prima della possibilità legali di trasmettere l’ipnosi e spero solo che questa non sia l’ennesima forma di marketing online“.

Doveva entrare nel Guinness dei primati come la più grande ipnosi di massa proprio nella giornata mondiale dell’ipnosi ma è stato soprattutto un’esperienza di condivisione online.

Il racconto di una giornalista che ha vissuto l’esperienza in diretta: “La fase iniziale dell’esperimento, quella che prevedeva l’ascolto della musica, ha prodotto un piacevole effetto di rilassamento che, prolungato oltre i dieci minuti, si è trasformato in intontimento. La parte introduttiva, quella sull’ipnosi, ha contribuito alla preparazione e ha chiarito alcuni aspetti oscuri permettendo di prestarsi all’esperimento con maggiore serenità. L’ultima fase, quella di vera ipnosi, ha prodotto un iniziale scetticismo e difficoltà al rilassamento che, dopo i primi dieci minuti, si è però trasformato in uno stato di dormiveglia. Difficile però definirlo ipnosi: più probabilmente semplice sonno. I venti minuti di sessione non hanno quindi generato un effetto di trance ma, a fine esperimento, è rimasto particolarmente impresso nella memoria il concetto di essere padroni della propria vita.

Se abbia funzionato, se sia stata solo suggestione o una truffa poco importa, quel che preme sottolineare, a chi come noi si interessa del futuro della psicologia, è la potenzialità aggregativa del Web e dei relativi Social Network e come i misteri che ancora riguardano i processi inconsci della mente siano in grado di attirare l’interesse di massa, a dimostrazione di come l’interazione tra Web e Benessere possano essere oggi il vero punto di riferimento per la ricerca di un sano equilibrio psicologico.

Piero D’Oro

Bibliografia

  1. Theodore X. Barber. et al. Ipnotismo immaginazione potenzialità umane. Padova, Piccin Editore,1980.
  2. Franco Granone. Trattato di Ipnosi. Torino, UTET, 1989.
  3. Milton H. Erickson. Opere. Roma, Astrolabio-Ubaldini, 1982.
  4. Alfonso Siani, “Manuale di Ipnosi”, Pavia, Selecta Medica, 2000.
  5. Alfonso Siani, “L’Autoipnosi”. Milano, Editrice Nuovi Autori, 1997.
  6. Alfonso Siani, “Autoipnosi”. Pavia, Selecta Medica, 2004.

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