Nella stanza della terapia: alcune riflessioni…
Nietzsche diceva che esistono due tipi di persone: le prime sono quelle che nascono già sicure di sé, come se avessero ricevuto l’autostima in dono alla nascita, e questi -scrive – sono gli stolti; le seconde, invece, sono quelle che tutti i giorni devono convincere lo “scettico che è dentro di loro” del proprio valore. E non importa quanto si impegnino e facciano, ogni giorno lo scettico è di nuovo lì.
Mi piace pensare che la prima fase di una terapia sia quella in cui terapeuta e paziente, insieme, iniziano a fare conoscenza dello scettico che è nel paziente.
Come terapeuta aiuto le persone a mettere le mani dentro la propria esistenza, per capire che cos’è che non va in un dato momento di vita, al fine di trovare nuove soluzioni.
Con questo obiettivo in mente, guido il mio paziente ad esplorare il proprio mondo interiore.
Le prime fasi possiamo immaginarle come un allenamento dele capacità di identificazione e di riflessione sui propri stati interni.
Un sintomo non è mai solo un sintomo: è un messaggio al quale bisogna dare senso affinché la persona ne possa prendere coscienza per poter agire e modificare ciò che nella vita crea disagio e sofferenza e che da vita al sintomo stesso.
ll mio ruolo sarà quello di guidare la persona, nel momento in cui si sente pronta a farlo, nei suoi sentieri più bui alla ricerca talvolta di porte da aprire, talvolta di «mostri» con cui scontrarsi, fino a percepirne ogni sfaccettatura.
Compresi a fondo gli schemi che la guidano nella lettura delle sue esperienze relazionali, la persona può iniziare a riscrivere un nuovo capitolo della sua vita.
Nessun terapeuta ha il potere di risolvere in qualche seduta i problemi del paziente, se il paziente non è disposto a mettersi in discussione.
Stare meglio richiede volontà di cambiamento è il cambiamento, soprattutto nel momento iniziale, non può essere senza sofferenza…
per cambiare dobbiamo essere disposti a perdere qualcosa, dobbiamo smettere di trattenere quel che va lasciato andare, almeno un pezzo delle nostre convinzioni ed abitudini.
La terapia è un percorso di consapevolezza e responsabilizzazione che paziente e terapeuta svolgono insieme.
La consapevolezza è quella in cui la nostra mente e il nostro corpo agiscono coerentemente con il nostro reale desiderio e pensiamo di essere accettabili e così ci esponiamo a nuove esperienze…
Non cerchiamo di cambiare i pensieri bensì la relazione con essi, come ad essi ci rapportiamo.
In terapia pensiamo che le persone sensate non esistano di per sé e nemmeno le azioni giuste esistano fine a sé stesse… esiste solo quell’azione che una persona specifica deve compiere in un dato momento. E questo la rende sensata.
Come terapeuta accompagno il mio paziente in tutti gli snodi critici della sua storia, dimostrando che il rapporto causa effetto è complicato, che ogni decisione ha una sua premessa, che possiamo solo agire sul futuro.
Tutti noi siamo radicati nelle nostre storie di vita e il passato è molto importante ma la psicoterapia si fa nel futuro del paziente, alla ricerca di una vita non perfetta ma della sua misura.
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Beatrice Segalini
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