Recuperare senso del valore personale e l’autostima

Recuperare senso del valore personale e l’autostima

Molto spesso il primo ad andarci di mezzo, quando ci sono problematiche a livello affettivo, è il senso del valore personale.

Perché questo succede?

Perché per molte persone e in particolare per chi soffre di “Dipendenza Affettiva” spesso il ruolo dell’altro nel mantenere il senso di stabilità personale, ovvero il nostro equilibrio nel mondo, è fondamentale.

Questo causa ovviamente, come potrai immaginare, delle possibili conseguenze negative, in realtà sia che le cose vadano bene nella relazione, e tanto peggio, quando le cose vanno male e volgono addirittura al termine.

La ripercussione negativa principale è che quello che percepisci è di non avere il minimo controllo sulla tua vita e sulla tua stabilità e serenità.

Se la tua felicità dipende sempre da qualcuno che non sei tu, sei sempre in balia delle scelte e degli umori di quel qualcuno.

E attenzione, perché non è detto che quel qualcuno sia per forza il partner. Potrebbe anche essere un amico, un’amica, un genitore o qualsiasi persona cara che rivesta per te un punto di riferimento essenziale nella vita.

Ora, come spiegavo un mio post, la “Dipendenza Affettiva” nasce da un modo nostro di funzionare, di stare in relazione con l’altro nel mondo.

𝐐𝐮𝐚𝐥𝐞? L’altro rappresenta per noi, e per il dipendente affettivo, un punto di riferimento essenziale tramite cui sentirsi e senza il quale non riesce a sentirsi. Ciò significa che se l’altro viene a mancare, se ad esempio il partner mi lascia, il mio mondo cade e tutto si sgretola. E mi sgretolo anche io, che non ho più la mia fonte per sentire me stesso.

𝐒𝐚𝐢 𝐪𝐮𝐚𝐥 𝐞̀ 𝐥𝐚 𝐜𝐨𝐬𝐚 𝐜𝐡𝐞 𝐭𝐢 𝐬𝐭𝐮𝐩𝐢𝐫𝐚̀ 𝐬𝐞𝐧𝐭𝐢𝐫𝐞? Il modo di funzionare da cui nasce non ha nulla di psicopatologico, se non è portato all’estremo. Tantissime persone, sane, funzionano così, pur non rientrando nella psicopatologia.

Non è tutto bianco o nero: lo stare nel mondo, il sentirsi nella relazione con l’altro e l’emozionarsi nella relazione con l’altro, si posizionano lungo un continuum, ai cui estremi si colloca la psicopatologia. Ma nel mezzo c’è la normalità.

𝐒𝐚𝐢 𝐪𝐮𝐚𝐥 𝐞̀ 𝐢𝐥 𝐛𝐞𝐥𝐥𝐨 𝐝𝐢 𝐪𝐮𝐞𝐬𝐭𝐚 𝐜𝐨𝐬𝐚?

Se conosci e prendi consapevolezza di come tu funzioni, di dove ti posizione lungo questo continuum, se impari a gestire le dinamiche che nella relazione ti mettono all’angolo perché rischiano di far crollare il tuo senso di stabilità personale e, di conseguenza, te, lungo questo continuum ti ci puoi muovere. E dalla patologia puoi uscire.

L’altro sarà sempre importante per te, perché quello è il tuo modo di funzionare e va bene così, la base è sana.

Devi “𝑺𝑶𝑳𝑶” imparare come fare a non stare nella parte nella patologia, imparare a non soffrire.

Ovviamente stiamo parlando di un percorso complesso, che è quello di cui mi occupo in sedute singole online nel mio percorso individualizzato #10settimaneXripartire.

Ripartire però dall’iniziare a recuperare un po’ di quel senso di valore personale perduto è sicuramente un primo e importante passo per ripartire, togliersi dal blocco in cui ti trovi e iniziare a muoverti verso la vita che vorresti.

Quando ci troviamo coinvolti in una relazione con qualcuno che non ci valorizza o da cui ci siamo fatti schiacciare – anche inconsapevolmente – la prima vittima è il nostro senso del valore personale, ovvero quello che pensiamo di valere e di meritare come persone.

Strategie per aumentare il senso del valore personale

Riconquistarlo non è semplice, al contrario, è il frutto di un 𝐜𝐨𝐦𝐩𝐥𝐞𝐬𝐬𝐨 𝐥𝐚𝐯𝐨𝐫𝐨 𝐬𝐮 𝐝𝐢 𝐬𝐞̀ , ma di certo, c’è qualcosa che già da solo puoi iniziare a fare per stare meglio e 𝐫𝐢𝐧𝐟𝐨𝐫𝐳𝐚𝐫𝐞 𝐥𝐚 𝐭𝐮𝐚 𝐚𝐮𝐭𝐨𝐬𝐭𝐢𝐦𝐚.

Ti suggerisco 4 strategie per iniziare ad aumentare il senso del tuo valore personale:

1 – Cerca di apprezzarti di più

Sei un essere umano, e in quanto tale, sei dotato, come tutti, di punti di forza. Riconoscerteli non significa essere arroganti e pensare di essere migliori di altri o perfetti.
Significa semplicemente essere consapevoli di ciò che di buono c’è in noi.

Se ricevi un complimento da un’altra personale, quindi, accettalo e sii grato di questa cosa.
Non dire “sei gentile, ma non dovevi”. E’ un po’ come rifiutare un dono. Come si sente l’altro?

2 – Parla di “punti di miglioramento” e non di difetti e accettali

in quanto essere umano, oltre ad avere dei punti di forza, le tue qualità migliori, hai anche aspetti di te che apprezzi di meno e che ritieni gli altri apprezzino di meno.

Inizia, però, a parlare di “punti di miglioramento”, al posto di parlare di difetti. Riferisci a difetti ha in sè una componente di passiva rassegnazione al fatto che siamo fatti in un certo qual modo e non ci possiamo, pertanto, migliorare.
Parlare, invece, di “punti di miglioramento” significa essere attori attivi della propria esistenza, un’esistenza che è in continuo divenire e può essere modificata.

In quest’ottica, quindi, non nascondere i tuoi punti di miglioramento, anzi, accettali. Accettarli, infatti, non significa rassegnarsi passivamente ad essi, ma prendere consapevolezza della loro esistenza per poterci lavorare su.

La visione cambia di molto, vero?

3 – Sfrutta i tuoi punti di miglioramento a tuo favore

Ok, hai delle caratteristiche che magari non ti piacciono molto di te, ma sono anche magari quelle che ti rendono unico come essere umano.

Ti invito a riflettere su queste due cose:

1- non è detto che quello che ti ritieni essere un tuo difetto (per capirci anche se abbiamo detto che questa parola è proibita ), sia così anche per gli altri. A qualcuno quella tua caratteristica potrebbe piacere e anche molto. Te lo sei mai chiesto?

2- prendi meno sul serio le caratteristiche di te che non ti soddisfano completamente: non nasconderle, anzi, scherzaci su tu stesso e ridici sopra quando ti capita che gli altri te le facciamo notare.
L’auto-ironia oltre a renderti più simpatico, ti aiuta ad essere più consapevole di te stesso e diminuisce la possibilità che questo ti faccia sperimentare emozioni negative, che non i servono a nulla se non a stare male e abbassare il tuo senso di valore personale.

4 – Sforzati di catturare i momenti positivi delle giornate

A meno che tu non stia facendo un lavoro mirato, terapeutico, su di te e non ti sia richiesto da un professionista, prestare attenzione solo alle emozioni negative non è un buon modo per stare bene.

Cerca di focalizzare la tua attenzione sui momenti positivi che vivi durante la giornata: a volte si tratta di momenti, di gesti semplici, che tendiamo a dare per scontati e a sottovalutare.

Ma se ci venissero improvvisamente a mancare come ci sentiremmo?

Cerca di essere grato per questi momenti e se ti aiuta, segnateli anche sull’agenda del cellulare per poterteli rileggere nei momenti in cui sei in difficoltà e perdi la bussola della serenità.

Lavora alla tua felicità, che sia la bussola della tua vita, la vita unica che hai!


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