Disturbo Ossessivo-Compulsivo (DOC)
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Descrizione del disturbo ossessivo-compulsivo
Il disturbo ossessivo compulsivo (DOC) è una condizione psichiatrica caratterizzata da pensieri, immagini o impulsi ripetitivi e persistenti, che innescano ansia e disagio nel soggetto che li sperimenta.
Inizialmente questo disturbo è stato incluso nel DSM-IV nella categoria dei disturbi d’ansia. Successivamente, nel DSM V, è riuscito a guadagnarsi un’entità nosografica tutta sua, la quale comprende anche il disturbo da dismorfismo corporeo, il disturbo da accumulo, il disturbo da escoriazione e la tricotillomania.
Le persone con questo disturbo solitamente hanno delle ripercussioni importanti a livello personale, poiché si ritrovano ad impiegare maggior tempo per ultimare gli studi, per esempio. O si ritrovano ad accettare un lavoro che non è proprio quello dei propri sogni!
Questo disturbo sembra infatti ridurre le capacità di realizzazione di un individuo, anche a livello relazionale: pensate che il 50% dei pazienti affetti non è in grado di preservare il proprio rapporto di coppia.
Soffrirne, d’altronde, provoca ansia e paura, spiega l’Istituto Nazionale di Salute Mentale.
Ma quando insorge questo disturbo e chi colpisce maggiormente?
Esordio e cause del DOC
Il DOC sembra colpire dal 2 al 3% delle persone. Solo in Italia, sono circa 800.000 le persone ad esserne colpite.
Può esordire nell’infanzia, nell’adolescenza o anche nella prima età adulta.
Nel 25% dei casi i suoi sintomi sembrano manifestarsi molto precocemente, ovvero prima dei 14 anni. L’età media di esordio è però di 19,5 anni, soprattutto negli uomini.
Ma i pazienti con DOC cosa sperimentano, precisamente? Cos’è che arriva a destabilizzarli in questo modo?
Sintomi del disturbo ossessivo-compulsivo
Secondo alcuni dati statistici almeno l’80% dei pazienti con il DOC sperimenta ossessioni e compulsioni e meno del 20% solo ossessioni.
Ossessioni
Le ossessioni altro non sono che dei pensieri, immagini o impulsi percepiti come intrusivi, poiché ripetitivi e persistenti, ma soprattutto incontrollabili. Tali pensieri possono essere invalidanti, poiché fanno si che chi li “sperimenta” arrivi a provare anche sgradevoli emozioni, come ansia e senso di colpa.
Tra le ossessioni più comuni abbiamo quelle da:
- Contaminazione (ossessioni e paura riguardanti improbabili contagi)
- Controllo (ossessioni implicanti ripetuti controlli, affinché possano essere prevenute disgrazie)
- Perfezionismo (ossessioni riguardanti l’ordine di oggetti, i quali devono essere disposti in modo assolutamente allineato e simmetrico)
- Superstizione (ossessioni riguardanti pensieri superstiziosi secondo cui occorre far determinate cosa per evitare l’accadimento di eventi indesiderati)
Compulsioni
Le compulsioni sono invece comportamenti ripetitivi, detti anche rituali, messi in atto con l’intento appunto di contenere il disagio provocato dalle ossessioni appena viste.
Le compulsioni, proprio perché sono dei rituali, diventano quasi delle regole di comportamento a cui ci si affida, con la convinzione sbagliata, di potersi liberare delle proprie ossessioni.
Le compulsioni hanno dunque il fine di prevenire o ridurre l’ansia e il disagio, di prevenire alcuni eventi temuti o propiziare alcuni eventi auspicati. Esse non sono collegate in modo realistico con l’evento che devono prevenire oppure sono eccessive rispetto ad esso (APA, 2013).
Tra le più comuni abbiamo quelle che includono:
- Pulizia (esempio: Fare spesso la doccia)
- Controllo (esempio: controllare di aver chiuso la porta di casa)
- Ripetizione (esempio: contare oggetti per paura di averli smarriti)
- Compulsioni mentali (esempio: ripetere più e più volte una frase)
Sulla base del tipo di ossessioni e compulsioni, abbiamo dunque diversi sottotipi principali di disturbi.
Vediamone alcuni.
DOC da controllo
In questo caso specifico le ossessioni (e di conseguenza anche le compulsioni), possono implicare un timore ricorrente di aver dimenticato qualcosa, per esempio.
Chi ha questo tipo di disturbo può anche arrivare a credere di aver commesso un errore, o meglio un orrore, a discapito di qualcuno.
Per questo il soggetto affetto può arrivare a controllare ossessivamente di aver chiuso il gas (compulsioni).
DOC da contaminazione
In questo caso le ossessioni riguardano il rischio di essere contagiati o contaminati.
La maggior paura che nutre chi presenta questo tipo di ossessioni è quella di ammalarsi entrando in contatto con qualche germe o altra sostanza contaminante.
Per questo la persona che ne risulta ossessionata può arrivare a lavarsi ripetutamente le mani (compulsioni).
Diagnosi del disturbo ossessivo-compulsivo
Ma come si arriva a diagnosticare un disturbo ossessivo compulsivo?
Secondo il DSM-5, affinché si possa fare una diagnosi precisa di DOC, occorre tener conto di alcuni criteri:
- Presenza o compresenza di ossessioni/ compulsioni.
- Compromissioni a livello sociale, relazionale e psicologico a seguito di queste
- Mancanza di attribuibilità dei sintomi ossessivo-compulsivi ad altre sostanze o condizioni mediche o ancora altri disturbi mentali
- Spreco di tempo (più di un’ora al giorno) che interferisce con le normali attività quotidiane.
Cause del disturbo ossessivo-compulsivo
Cosa c’è alla base di questo disturbo?
A tal proposito è opportuno dire innanzitutto come non si possa parlare di un’unica causa. Vi sono diverse teorie e ipotesi riguardo la sua insorgenza:
Teorie cognitive
Teoria del “condizionamento classico”, secondo cui sarebbe uno stimolo, anche casuale, a portare all’instaurarsi di un’ossessione e di conseguenza di una compulsione.
Errore Cognitivo, fusione-pensiero azione (Berle & Starcevic, 2005), secondo cui è il nostro modo di rapportarci ai nostri pensieri la causa di tale disturbo.
Cause biologiche
Alla base potrebbe esserci anche una predisposizione genetica. Secondo alcuni studi ci sono soggetti geneticamente più predisposti a sviluppare il doc. Esistono per esempio evidenze che confermano come i familiari di persone con doc abbiano una maggiore probabilità di svilupparlo rispetto al resto.
A tal proposito sembra che esistano degli specifici geni responsabili del disturbo ossessivo compulsivo. Secondo uno studio pubblicato su Nature Communications, guidato da Elinor K. Karlsson e Kerstin Lindblad-Toh, sembrerebbero essere stati individuati quattro geni responsabili del DOC.
Si pensa inoltre che anche un eventuale squilibrio della serotonina possa portare al suo sviluppo.
Altri fattori scatenanti
Tra le altre cause possiamo avere l’accadimento di eventi negativi, tra cui episodi di bullismo, parto, lutto o abusi sessuali sperimentati da bambino.
Vari studi hanno messo in luce la presenza di un legame tra esposizione a eventi traumatici in età evolutiva e il successivo sviluppo di un Disturbo Ossessivo Compulsivo (DOC) (Huppert et al., 2005). Nello specifico, il 6.7% delle vittime di abuso sessuale infantile sviluppa in età evolutiva i sintomi del DOC (APA, 2013).
Trattamento del disturbo ossessivo-compulsivo
Affinché si possa guarire da questo disturbo è utile sottoporsi ad un trattamento psicoterapeutico il quale interviene direttamente sui pensieri ossessivi, per modificarne il processo sottostante.
Questa terapia può beneficiare di interventi psicoeducativi e tecniche di esposizione, attraverso le quali si stabiliscono insieme con il paziente, i vari “gradini” da affrontare, per superare ciò che si teme.
Affinché siano davvero efficaci però devono essere applicate rigorosamente, con esposizioni di almeno 90 minuti (Franklin e Foa, 2002).
Nel trattamento del disturbo ossessivo-compulsivo queste hanno mostrato risultati stabili nel tempo e paragonabili all’intervento farmacologico con antidepressivi, con una media di 15 sedute (Otto et al., 2004).
E’ prevista infatti anche una cura farmacologica, caratterizzata dall’impiego di antidepressivi. Secondo alcuni studi, i pazienti sottoposti al trattamento farmacologico presentano circa il 40 % di remissione dei sintomi.
Quelli che vengono trattati con la psicoterapia breve hanno invece una remissione di circa il 70%. Vi sono inoltre ulteriori evidenze che indicano che il 30/40% di pazienti non risponde alla cura farmacologica per il DOC. Per questo si parla di un’efficacia maggiore di un intervento multimodale, che presupponga l’integrazione dei due approcci.
Poiché in assenza di un adeguato trattamento tale disturbo può peggiorare al punto che chi ne soffre, può sperimentare anche problemi fisici o pensieri suicidi.
Un tipo di intervento psicologico efficace potrebbe essere anche l’approccio strategico breve, con il quale viene definito il problema e le relative soluzioni messe in atto dal soggetto.
Come vivere con il disturbo: consigli pratici
Affinché si riesca a gestire tale disturbo, possono essere messi in atto dei piccoli consigli.
Vediamoli qui di seguito:
- Prendete nota, su carta e penna, delle vostre ossessioni e annotate i fattori che secondo voi sono alla base. Elencatele magari in ordine di gravità. Averle lì, a portata di mano può aiutarvi ad avere maggiore padronanza su di esse
- Cercate di affrontare le vostre paure tenendo anche traccia delle interpretazioni che date ai vostri pensieri ossessivi.
Per ogni ossessione dunque aggiungete la vostra interpretazione e la situazione scatenante. Ma soprattutto le emozioni sperimentate.
- Sfidate le vostre interpretazioni ora: al fine di capire che i vostri pensieri sono irrealistici, ponetevi delle domande: che prove ci sono a favore della mia interpretazione? Esiste un modo più ragionevole per analizzare la situazione?
- Imparate a capire che è importante anche lo stile di vita che conducete.
A tal proposito prediligete alimenti come frutta secca, zucca, gamberetti e limitate quelli contenenti caffeina.
Fate attività fisica, almeno mezz’ora al giorno e uscite all’aria aperta, poiché aiuta a combattere l’ansia e le tendenze del disturbo ossessivo compulsivo.
Bibliografia
- American Psychiatric Association. (2013). Diagnostic and statistical manual of mental disorders: DSM-5. Washington, D.C: American Psychiatric Association.
- Bierer LM, Yehuda R, Schmeidler J, Mitropoulou V, New AS,Silverman JM, Siever LJ. 2003. Abuse and neglect in childhood: Relationship to personality disorder diagnoses. CNS Spectr 8:737–754.
- Beck, A. T. (1985). Cognitive therapy. In H.I. Kaplan, & B.J. Sadock (Eds.), Comprehensive textbook of psychiatry/IV: Vol. 2(pp. 1432-1438). New York: Williams and Wilkins.
- Huppert JD, Moser JS, Gershuny BS, Riggs DS, Spokas M, Filip J, et al. The relationship between obsessive-compulsive and posttraumatic stress symptoms in clinical and non-clinical samples. Journal of Anxiety Disorders. 2005; 19(1):127–136.