Vorrei chiedere aiuto ad uno specialista ma non ci riesco: mi sento come una formica in un mondo troppo grande.
Salve, ho 27 anni e in questo periodo non mi sento bene con me stessa.
Ho un fratello maggiore di 10 anni, che molto giovane entrato in un mondo più grande di lui, dell’alcool e della droga all’età di 17 anni. Lavorava in un pub e faceva il barman. Voi non potete capire cosa vedevo a casa ogni giorno, piatti che volavano, violenza, perchè una volta che sei sotto effetto delle sostanze non sei più in te.
E picchiava mia madre e mio padre. Io e mia sorella ci nascondevamo. Però ho iniziato a portare tanta rabbia nei suoi confronti a tal punto di essere aggressiva nei suoi confronti. Perché mi diceva parolacce molto offensive. Mentre mia sorella è più grande di me, di 7 anni.
Lei ha sempre lavorato, dal giorno dopo che si è presa la terza media. Quando aveva 18 anni, nel suo posto di lavoro, tutte le mattine andava un uomo molto più grande che ci provava, le portava le rose, libri di poesie d’amore e a lei questa cosa è piaciuta perché non si era mai sentita così apprezzata.
Si frequentano di nascosto, lei rimane incinta, si sposano nonostante i miei non approvano. Ero felice all’idea di diventare zia. Infatti quando era nato, mi prendevo cura di lui, gli davo le pappine, gli facevo il bagnetto, la ninna, oppure gli facevo fare le passeggiate con il passeggino.
Poi un giorno mia sorella, mi ha chiesto se potevo dormire lì, a casa sua. Era estate, perché entrambi andavano a lavoro la mattina e non sapevano a chi lasciare il bambino essendo che mia madre non poteva. Accettai non era la prima volta. L’indomani mattina ho sentito mia sorella andare, venne nel mio letto mi diede un bacino sulla guancia, ero in dormiveglia.
Quando chiuse la porta di casa per andare a lavoro. Si alzò il suo ex marito, venne nella mia stanza per aprirmi la porta che va nel balcone per farmi entrare luce è svegliarmi. Ma io continuai a restare in dormiveglia. Andò in bagno si fece una doccia, si mise l’accappatoio e venne in camera da me. Si sedette al mio fianco iniziò a baciarmi sul collo e a mettermi e mani ovunque. Io ero a pancia in giù. Si alzò all’impiedi per pochi secondi, si tolse l’accappatoio era nudo, e mi disse di guardare il suo…… facendosi lui stesso degli apprezzamenti.
Si rimise su di me, strisciandosi sul mio corpo. All’epoca avevo 13 anni. Io che facevo resistenza tenevo con tutta la forza che avevo i pantaloncini e la maglietta. Il suo corpo mi bloccava. Poi il pianto di mio nipote, che si era svegliato, mi da la forza di girarmi, spingerlo e farlo cadere per poi correre verso mio nipote che ho abbracciato forte, non piangevo. Non ero cosciente.
Prima di scappare mi minacciò. Ho tenuto tutto per me, non sono più andata in quella casa, non mi sono confidata con nessuno. A settembre, ne parlai con una prof che notò un malessere in me. Mi fece parlare con un neuropsichiatra. E dopo un anno lo denuncia, perché neanche le forze dell’ordine erano dalla mia parte.
Nel frattempo mia sorella si era separata anche per altri motivi. Ritorna a casa mia, con i miei genitori. Ormai stanchi anche di mio fratello, mia madre lo denuncia.
Anche perché mia madre è stata in ospedale diverse volte per colpa sua, e il dottore gli ha detto di denunciarlo. E così il giudice lo fece andare fuori da casa. È partito mio fratello, si sta facendo la sua vita, io non lo cerco, non so niente di lui e non voglio saperne. Perche lui difende l’orco. Tanto è vero va anche a trovarlo.
Dopo quasi 13 anni dalla denuncia, l’orco è stato arrestato, con 4 anni di pena. Erano 6, ma diventati 4 grazie all appello. Cmq la mia vita continua, non è rimasta legata ne a mio fratello ne a quel pervertiti.
Sono stata seguita da vari psicologi, ho seguito la mia vita, fatta di altri e bassi, e proprio quando mi sono ripresa da tutte queste cose esattamente due anni e mezzo fa, mi operano d urgenza, a causa di una malattia che non sapevo avere. Si chiama endometriosi, colpisce le donne nell apparato riproduttivo.
Mi ha portato molto stress sapere questo e dopo due mesi dall’operazione riscopro che la malattia ritorna: mi prescrivono la pillola da prendere tutti i giorni, per alleviare i dolori e per tamponare in po la crescita di cisti. Passano altri mesi e mi vedo peggiorare stanchezza, dolori addominali, di testa mia decido di fare test più approfonditi, risonanza magnetica.
La dottoressa che mi ha fatto la risonanza mi ha detto, vai a verona c’è un ospedale specializzato per il tuo problema. Ho prenotato una visita ad ottobre 2019, dalla Sicilia vado a verona. Il dottore mi dice devi essere rioperata. Sono in lista aspetto la chiamata. Il dottore mi aveva detto che dovevo aspettare 6 mesi per la chiamata. Mi arriva a luglio 2020, sarà che non potevo permettermi di fare il viaggio e anche il covid rifiuto l’intervento.
Gli ho detto che preferivo farlo, ma non d’estate. E niente la situazione è peggiorata ho una ciste che mi da dei problemi, perché mi tocca l’intestino. Adesso mi sento sotto stress. Lavoro in una gelateria da luglio, ho iniziato per gioco, mi sono trovata bene con tutti. Il problema secondo me adesso parte da qui, perché con il fatto di questo covid c’è un calo pazzesco. Ma per fortuna riusciamo a vendere. E solo che mi sento sotto pressione dal datore e dai miei colleghi, perché il mio datore vuole e pretende sempre di più da me, come se la sua attività fosse mia.
Ho accettato il lavoro che mi era stato proposto da lui, per 4 giorni a settimana a causa dei miei problemi di salute. Poi sono diventati 5 e poi sei. Pero lui è informato dei miei problemi e sa che se mi sento male io resto a casa.
Lui pretende che io faccia il mio lavoro più quello degli altri. Ricordare le cose in laboratorio anche se io non ne faccio parte. Se sono di turno con una collega sbaglia, se la prende con me. Poi ci sono colleghe che mi stanno infliggendo perché lavorano solo per mantenersi, e stanno in ansia, una in particolare piange sempre.
Io sono stanca perché ho già i miei problemi, non posso permettermi di prendermi l’ansia anche degli altri. Per me i problemi che hanno loro, non sono problemi. Sono sciocchezze. Sono un po stanca, fisicamente e psicologicamente. Non so cosa mi fa stare male, ho detto al mio datore che quando mi scade il contratto non lo voglio rinnovare. Vorrei chiedere aiuto ad uno specialista, ma non ci riesco. Mi vergogno. Anche se vorrei farlo ho paura, adesso mi viene da piangere. Mi sento cosi piccola, come una formica in un mondo così grande.
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2 Commenti
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Alice Carella
Pubblicato alle 10:26h, 18 GennaioBuongiorno,
confesso che il tuo messaggio è ricchissimo di emozioni e la tua capacità di esprimerle così bene, è molto positivo.
La tua storia passata è fatta di traumi e situazioni difficile da gestire e il tuo presente sembra essere un po’ il continuo del tuo passato: una ragazza così giovane che si sente tutte queste responsabilità addosso.. credo che la metafora della formica è davvero azzaccata! E’ normale che tu ti senta così. Però vorrei farti notare anche la tua forza: ne hai tanta e forse è arrivata l’ora di convogliarla verso te stessa. Prima di prendere qualsiasi decisione lavorativa, ti consiglio di iniziare un percorso di psicoterapia e capire se è veramente ciò che vuoi oppure è solo una reazione di una ragazza che si sente sopraffatta dalle persone e dagli eventi.
Rispetto alla tua emozioni di vergogna, posso assicurarti che è più frequente di quanto pensi ma ti invito a provare almeno un colloquio per vedere quanto in realtà, poi, quello spazio terapeutico, diventi tuo e solo tuo e di quanto potrai sentirti a tuo agio.
Oltre la paura, c’è la crescita. il cambiamento.
Ne hai passate tante, stavolta, concediti un po’ di forza per iniziare qualcosa che serve a te e alla tua felicità.
Rimango a tua disposizione.
Dott.ssa Alice Carella
valentina ambrosio
Pubblicato alle 20:14h, 18 GennaioSalve,
la prima parola che mi viene in mente dalla descrizione che ha fatto è:RESILIENZA!!
Ha avuto una vita fin da piccolissima costellata di violenze, abusi, malessere, insicurezza, eppure con tanata fatica è riuscita a svincolarsi da tutte le situazioni che le causavano infelicità e malessere.
Immagino che lavorare e ne contempo star male fisicamente e mentalmente sia durissimo, e inoltre non essere riconosciuta e apprezzata per l’impegno deve essere molto frustante.
Forse, è una mia ipotesi, è semplicemente stanca di affrontare da sola le difficoltà, di cadere e rialzarsi e penso sia sacrosanto il diritto al riposo e alla rabbia.
Le consiglio se le va, intanto, di vedere e magari prendere spunto da un video sulle persone tossiche e come limitarne il potere d’azione https://www.youtube.com/watch?v=8mlh84030Ww&t=41s
resto a sua disposizione
cordiali saluti