Può uno psicologo forzare il trasferimento di un minorenne contro la volontà del genitore per il suo bene?

Innanzitutto buonasera.

Sono una ragazza di 21 anni che ormai da anni convive con disturbi depressivi e un disturbo antisociale di personalità, che mi stanno lentamente rovinando la vita. Il problema della depressione è sorto ai miei primi due anni di liceo, ho frequentato e mi sono diplomata al liceo classico, scuola che ho odiato profondamente e che ha dato inizio ad un lungo periodo di sofferenza.

Non ho mai sopportato né il latino né il greco, sono sempre state materie poco stimolanti e che mi hanno solo fatto convincere di star sprecando troppo tempo, peggiorando esponenzialmente la situazione.

Vivevo sotto la custodia esclusiva di mia madre e non vedo mio padre da quando avrò avuto 3 o 4 anni.

Mia madre era una persona castrante ed una figura estremamente nociva nella mia vita, e quando pochi giorni prima di iniziare il terzo anno le chiesi di portarmi a studiare scenografia al liceo artistico lei reagì malissimo, mi chiuse praticamente in casa a studiare senza farmi vedere o sentire i miei amici per circa 9 mesi, fino appunto alla fine della scuola, il che distrusse tutti i rapporti che duramente ero riuscita ad instaurare, non essendo mai stata bravissima con le persone.

Al tempo ero già seguita da una psicoterapeuta che mi aveva diagnosticato un disturbo depressivo, ma questo non servì a far rendere conto a mia madre della gravità della mia situazione.

Volevo chiedervi se sarebbe stato possibile evitare tutto ciò: è possibile per uno psicologo o uno psicoterapeuta forzare il trasferimento di uno studente minorenne contro la volontà del genitore se questo dovesse risultare necessario per il miglioramento delle condizioni del pz? E con che dinamiche questo potrebbe accadere?

Ad oggi vivendo da sola lontano da casa e frequentando l’università non ho le disponibilità economiche per tornare in terapia, e non riesco a smettere di chiedermi se avrei potuto risolvere il problema sul nascere.

Ringrazio in anticipo per la risposta.


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1 Commento
  • Andrea Botti
    Pubblicato alle 15:03h, 18 Settembre

    Buonasera!
    I contenuti condivisi sono davvero molti e posso immaginare la sofferenza ad essi connessi.
    Mi manca una grossa fetta di contesto e sarà per me difficile darle una risposta che vada a toccare tutti i punti.
    Proverò ad essere sintetico.
    La risposta alla domanda “può uno Psicologo forzare…”? Certamente no. Uno Psicologo non può mai forzare, può supportare e mostrare ciò che genera maggior benessere o malessere.
    Altro piano è quello legale all’interno del quale la giurisprudenza può attraverso specifiche consulenze peritali CTU (per quanto riguarda il giudice) e CTP (schierata con una delle parti), accedere a consulenze di valutazione e test psicologiche che, di fronte alla minore età di uno o più figli, può stabilire determinate preferenze di affido etc. Tolto che bisognerà a quel punto attendere la sentenza. Ma questo nel contesto peritale.
    Detto questo al di là del passato e di situazioni più o meno fortunose ritengo importante non definirsi retrospettivamente con delle etichette. “Io sono depressa”, “io sono antisociale”. Occhio perché il rischio è quello di non uscirne più.
    Ritengo invece molto importante cercare di capire oggi, nel presente, nonostante tutta questa sofferenza vissuta, cosa, come e dove si possa agire per far sì che da qui in avanti lei possa costruirsi una vita nella quale coltivare un equilibrio e una stabilità che le consentano di essere felice.

    Spero di essere stato utile.

    A disposizione.

    dr Andrea Botti

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