Paura futuro

Paura del futuro… dopo un grande cambiamento di vita.

Salve, a settembre di quest’anno mi sono trasferita, dopo 15 anni passati in una grande città, in un piccolo centro, ossia il posto in cui lavora stabilmente il mio ragazzo, avendo una piccola attività familiare.

Anche io sono nata in una piccola città e una parte di me avrebbe sempre voluto lasciare la grande città perchè mi è sempre sembrato bello portare le proprie competenze per far crescere la nostra terra di origine.

Il mio ragazzo ha le mie stesse vedute, per questo dopo un periodo nella mia stessa grande città ha deciso prima di me di tornare nella sua terra e portare avanti l’attività di famiglia. Dopo 10 anni di storia a distanza adesso da settembre siamo insieme perchè io ho trovato un lavoro qui.

I primi mesi ho fatto un grande sforzo per non chiudermi totalmente in una vita di relazione e nella sua vita familiare. Ho provato a stringere amicizia con le colleghe, coltivare la mia passione per lo sport entrando in una squadra di pallavolo, e uscire anche senza il mio ragazzo, ma senza mai trascurarlo.

Questo perchè per me è importante mantenere un minimo di indipendenza sociale e sentirmi autonoma.

Adesso, questo periodo di pandemia ha, come per tutti, spazzato via qualsiasi tipo di socialità esterna alla coppia e alla sua famiglia, una famiglia di persone buonissime ma con una mentalità troppo tradizionale che per me ormai è molto lontana da come ho vissuto in questi anni e che a volte mi sembra soffocante.

Per fortuna non ci possiamo lamentare perchè il lavoro ce l’abbiamo ancora entrambi (anche se la loro attività ha avuto dei problemi a causa della chiusura ma l’attività tiene) e non ci siamo ammalati e la nostra convivenza va bene, andiamo d’accordo e siamo molto complici.

Io però da alcune settimane ho iniziato a provare una forte insofferenza e spesso mi ritrovo a piangere da sola la notte, senza motivo. Ho paura di aver fatto una scelta che non corrisponde realmente a quello che mi sarebbe piaciuto fare sia lavorativamente che come stile di vita.

Ho avuto delle discussioni con tanti amici nei mesi precedenti al mio trasferimento perchè loro dicevano che la mia era una scelta al ribasso dettata solo dall’ansia di mettere sù famiglia, ed io ho pensato francamente che fossero cose spocchiose e cattive da dirmi.

Per cui adesso mi sento troppo orgogliosa per parlare con i miei amici. Anche chi mi ha appoggiato temo l’abbia fatto per non perdere la mia amicizia. Insomma mi sento molto sola con la mia confusione.

Ieri ho parlato con il mio ragazzo di questa confusione che provo, perchè lui mi vedeva giù e ne soffriva.

Ne soffre molto. E non voglio dargli pensieri in questo momento.

Lo so che in confronto ad altri problemi queste sono cazzate, però ho lavorato tanto per anni per stare bene con me stessa, con alti e bassi, e purtroppo il lavoro dei miei sogni non l’ho mai trovato.

Però nella grande città dove abitavo facevo tante cose, tante attività che mi aiutavano a sentirmi realizzata. E avevo tanti stimoli culturali e sociali che mi arricchivano.

Ho molta paura che queste nuove modalità di vivere in distanziamento sociale e questa poca possibilità di movimento mi facciano pentire delle scelte che ho fatto e mi facciano rinchiudere solo in una vita familiare, in particolare una troppo stretta con la famiglia del mio ragazzo, che non voglio.


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1 Commento
  • Irene Mosca
    Pubblicato alle 00:45h, 13 Maggio

    Cara,

    da quello che leggo mi è apparsa molto introspettiva. Questo purtroppo può essere un’arma a doppio taglio: se tante volte rappresenta una grandissima risorsa, altre può invece essere fulcro di sofferenza.
    In un momento storico tanto particolare come quello che stiamo vivendo di “sospensione” di tantissime possibilità esistenziali, è più che normale vivere momenti di insofferenza e di sconforto. Basti pensare che in questa fase chiunque, in qualche misura, ha fatto un’esperienza di sé diversa dal solito e ciò può profondamente destabilizzare o, comunque, portare a profonde riflessioni.
    Da quello che scrive, è possibile che questo momento storico abbia reso a lei più evidenti alcuni significati che prima non venivano colti, poiché “coperti” dalle altre attività. Qualsiasi sia la posizione che deciderà di prendere rispetto a quello che ha spiegato, non si colpevolizzi per un eventuale e possibile errore di “valutazione”: ogni scelta, quando viene compiuta, viene ritenuta la migliore in quel momento. Si dia anche del tempo per recuperare i suoi spazi, in modo da poter prendere una decisione non affrettata e quanto più possibilmente identitaria.
    Le consiglio comunque di provare a fare un percorso psicologico (anche online) in modo da poter affrontare le tematiche che ha riportato in modo più approfondito, anche per favorire una migliore contestualizzazione e comprensione.

    Spero di esserle stata di aiuto e resto a disposizione.

    Un caro saluto,
    Dr.ssa Irene Mosca

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