Comportamenti ossessivi coronavirus

Comportamenti ossessivi e insicurezze post coronavirus: chi mi aiuta?

Buonasera, sono una ragazza di 28 anni. Credo di stare sviluppando comportamenti ossessivi dovuti alla paura, questa pandemia mi sta portando ad avere paura di tutto, dal virus a altre malattie, qualsiasi cosa, vedo pericoli ovunque per me e per mia sorella minore che abita con me.

Stasera ad esempio le ho lavato la bottiglia che usa per andare a lavoro e ci ho messo mezz’ora, dall’insaponarla per il virus al sciacquarla per paura di tracce di detersivo. Sto diventando pesante per lei che abita con me e non voglio.

Mi lavo le mani anche 3 volte di fila e mi si sono tutte rovinate. Non è il mio unico problema, sono stata anoressica, sono insicura, ho una bassa autostima e mi sento spesso inutile e fallita soprattutto perchè non ho ancora la laurea e non so cosa voglio fare in futuro.

Ho bisogno di aiuto, il non aver curato psicologicamente l’anoressia si sta ripresentando attraverso altri comportamenti credo. Ho molta ansia, paura, penso al futuro in modo negativo e non ne posso più, piango spesso e a volte penso che sia meglio morire. Mi sono rivolta ad una psicoterapeuta per l’anoressia 3 anni fa ma dopo pochi incontri ho lasciato perchè non mi ci trovavo bene.


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1 Commento
  • Andrea Botti
    Pubblicato alle 16:39h, 13 Luglio

    Buongiorno.
    Ho letto la sua domanda e mi sento in dovere di darle un rimando.
    Intanto vorrei suggerirle di limitare l’adesione a delle etichette diagnostiche (ansia, depressione, anoressia), il rischio è dimenticarsi altri modi per cogliere la sua identità ed il suo valore.
    Il periodo del lockdown e tutta la situazione di emergenza sanitaria ha purtroppo distrutto il precario equilibrio di ogni persona.
    Ciascun individuo ha inevitabilmente dovuto trovare modi nuovi di ricostruire il proprio equilibrio e, non pochi italiani, ancora non l’hanno trovato.
    La sintomatologia che descrive legata al timore di contrarre una malattia e ai comportamenti da lei descritti come ossessivi potrebbero essere l’espressione di contenuti emotivi altri, più profondi, che non trovando spazio in parola, arrivano a manifestarsi con il sintomo.
    Allo stesso modo il tema anoressico da lei condiviso ha molto a che fare, a mio avviso, con situazioni storiche di vita ed emozioni non afferrate in modo appropriato e che necessitano di essere colte ed integrate nel proprio racconto di sé.
    Mi rendo conto che l’esperienza psicoterapeutica precedente possa non essere stata d’aiuto, ma quella è la strada.
    Spesso il limite di un percorso di terapia è situato a cavallo tra la qualità della relazione terapeutica che si viene a creare tra professionista e paziente e, altre volte, da alcune resistenze che noi tutti possiamo avere al cambiamento.
    Infatti spesso l’individuo sceglie ciò che conosce per quanto doloroso piuttosto che aprirsi a ciò che non conosce in quanto spaventoso.
    Detto questo la invito a ritentare con un altro specialista ad intraprendere un percorso psicoterapeutico così da riuscire a dar voce a quei vissuti che, ahimè, a volte, restano così sommersi che trovano voce nella sofferenza psichica.

    Un caro saluto.

    dr Andrea Botti

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