Come posso aiutare mia figlia?

Cosa posso fare? Mia figlia di 20 anni ha iniziato una relazione segreta con un sessantenne con 4 figlie quasi coetanee separatosi dopo che mia figlia ha accettato di continuare la relazione. Lei non sa che io lo so. Ho paura di sbagliare le parole  e vorrei sapere innanzi tutto se psicologicamente può nuocerle.

A me viene il voltastomaco solo a pensarci. Ha l’età del suo babbo.

Attendo una risposta. Grazie mille fin da ora.


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1 Commento
  • Mara Schiavi
    Pubblicato alle 11:57h, 26 Giugno

    Buongiorno,

    Capisco innanzitutto la sua preoccupazione come mamma.
    Sua figlia è ormai ventenne a quanto leggo, nel caso, pertanto, la presa in carico può avvenire sono in termini diretti: deve essere sua figlia a voler iniziare un percorso terapeutico.
    Quello che lei può fare è cercare di accompagnarla in questa direzione. È difficile, poiché le informazioni sono troppo poche, capire se questa relazione sia per lei autentica oppure no. 4o anni di differenza sono molti e altrettante sono le possibilità d’azione che si chiuderebbero per sua figlia nel caso decidesse di proseguire la sua vita con questa persona (matrimonio, carriera, figli, cura della persona fra qualche decina d’anni). Alcuni ritengono che l.’amore sia cieco. Io in quanto professionista posso solo esprimerle il mio punto di vista professionale: penso sia necessario un lavoro su se stessi per capire chi si è davvero e dove si vuole arrivare prima di fare scelte che ci condizionino in maniera drastica il futuro, proprio perché la vita è una sola. Poi quando si è consapevoli di se, del proprio funzionamento, del proprio modo di stare nella relazione con l’altro e del perché siamo in quella relazione, se continua ad essere autentica bene, se non la è, si cambia strada.
    Penso quindi che potrebbe suggerire a sua figlia di iniziare un percorso del genere, di conoscenza di sè, ragionando insieme senza andare in simmetria con lei, cosa che le causerebbe probabilmente un allontanamento.
    Spero di averle risposto.

    Un abbraccio

    Dr.ssa Mara Schiavi

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