
Mi sento terribilmente in colpa perché non sto soffrendo abbastanza: vuol dire che non provo emozioni?
Buongiorno da due settimane ho perso mia mamma che aveva 82 anni e da sempre problemi di cuore ma scomparsa per un attacco cardiaco improvviso. Abbiamo sempre vissuto noi due senza padre e anche ora che ho un compagno e una figlia vivevamo vicine, praticamente insieme.
Il legame era fortissimo, attaccamento e dipendenza reciproca. Il legame si era rinforzato negli ultimi 6 anni, stavamo sempre noi due con la mia bambina e eravamo noi una vera famiglia più che col mio compagno.
Mi sono presa cura di lei, l’ho cercata di proteggere e di curare fino all’ultimo secondo. Dopo l’attacco cardiaco ho cercato di rianimarla ma non sono stata capace. Poi ho pianto e urlato per ore poi il vuoto emotivo, quasi come se non fosse successo.
Ci penso continuamente razionalmente penso che la mia vita è finita e non potrò vivere senza di lei ma le mie emozioni sono congelate come se non me ne rendessi conto, come se pensassi che tornerà. Pensavo sarei impazzita o morta di dolore invece niente. Mi sento terribilmente in colpa perché non sto soffrendo abbastanza, non piango quasi più.
Sto con mia figlia di 5 anni perché devo e voglio anche se starei a letto e basta. Non mangio da 15 giorni Perché non soffro? Dov’è il dolore? Perché non me ne rendo conto? O vuol dire che non mi interessa?
Mi sento un mostro.
Mi sento di marmo, fredda, vuota e senza sentimenti.
Vorrei stare male, piangere sempre invece mi sembra di fare finta di niente e questa apparente serenità mi sta facendo impazzire!
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1 Commento
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valentina ambrosio
Pubblicato alle 14:58h, 04 NovembreBuongiorno
in realtà a modo suo sta vivendo il dolore (non dorme, non mangia, si tira su un minimo per sua figlia…). Sono passate solo due settimane, e da quello che racconta, ha assistito alla morte di sua mamma.
Ha vissuto un evento traumatico e un lutto, è del tutto normale che debba ancora metabolizzare tutto questo, ed è probabile che inconsciamente il suo cuore e la sua mente si stanno difendendo da tutta quest’onda improvvisa che l’ha travolta.
La prima fase nel lutto è lo schock, uno stato di stordimento, di incredulità.
Poi a poco a poco arriva la consapevolezza, la rabbia, il dolore e il vuoto incolmabile della perdita.
Si dia il tempo di accettare tutto questo, si dia l’opportunità di soffrire come le viene.
Se tra qualche settimana ancora dovesse essere a disagio le consiglio di contattare un terapeuta per affiancarla nel delicato processo di elaborazione del lutto.
Un caro saluto
Valentina Ambrosio