
Credo di aver bisogno di aiuto nella gestione della mia famiglia
Buongiorno. Ho vissuto una situazione “molto spiacevole” nei giorni appena dopo il parto a causa di mio marito e mia suocera. Non so come chiamarla, se e’ una vera e propria violenza psicologica… so solo che se ripenso certi momenti, mi viene l’ansia, la paura, mi sento minacciata e impotente allo stesso tempo; inizio ad irrigidirmi fisicamente, mi tremano le mani e sento il caldo salire fino alla testa.
Adesso la mia bambina ha un anno, Ho avuto modo di pensare a quanto accaduto. Io e mio marito abbiamo fatto un percorso di terapia di coppia ma io sento ancora di non aver superato questa cosa visto cosa le reazioni psico-fisiche sopra descritte che ancora mi trovo a vivere, anche adesso che sto scrivendo. Anzi, piu’ ci penso piu’ mi rendo conto di quale ingiustizia/violenza ho subito e di come al momento, circa 10 giorni dopo il parto, non riuscivo a reagire se non piangendo. Come posso affrontare questa cosa?
La situazione spiacevole che si e’ venuta a creare e’ la seguente.
Ho partorito il 23 novembre 2020. Gravidanza desirata, serena: parto veloce, facile, tutto perfetto. A causa della pandemia ovviamente nessun parente/amico e’ venuto a farmi visita se non che mio marito ha voluto farmi una sorpresa e ha fatto venire mia mamma a casa nostra. Si e’ fermata per 10 giorni, tempo concordato con mio marito e mia mamma, parlandone serenamente e apertamente. Durante quei 10 giorni sento telefonate tra mio marito e i miei suoceri in cui si parla di far venire mia suocera 10 giorni a casa nostra, visto che c’era venuta mia mamma. Io ho provato a dire di no, a far capire che non l’avrei voluta ma evidentemente non mi hanno capito, non sono stata abbastanza incisiva. Fatto e’ che mia mamma va via e mia suocera arriva con l’intenzione di occuparsi della bimba, bimba di 10 giorni che avrebbe avuto bisogno solo del contatto con sua mamma. Io ero in enorme difficolta’ e al tempo stesso incapace di farmi valere. Avevo i punti (a seguito di lacerazioni dal parto spontaneo) dei problemi con l’allattamento ed ero costretta a tirarmi il latte; la bimba dormiva poco e quel poco solo in braccio. Mia suocera sempre appiccicata a me quando avevo la bimba, sempre vicina a me anche quando dovevo tirare il latte. Voleva prendere sempre la bambina in braccio e mio marito che diceva: “Eri, dai Anna a me” e poi la dava a sua mamma.
Io subivo inerme, ma dentro di me avevo una rabbia che avrei spaccato non so cosa.
Mi sono sentita sola contro mio marito e mia suocera, sola nel dover difendere i miei spazi, la mia intimita’ con la mia adorata bambina. Mi sono sentita dire che mia mamma c’era stata 10 giorni, mia suocera aveva lo stesso dirittto. Ma dell’arrivo di mia mamma io non sapevo nulla!!! Se mi avessero chiesto: vuoi far venire tua mamma? Se si sappi che poi stara da noi per altrettanti giorni anche al suocera, avrei detto di no, ovviamente. Io e mia suocera non abbiamo mai avuto alcun rapporto, se non il minimo sindacale dato dal fatto che e’ al mamma di mio marito. Non nutro simpatia, ne stima. La giudico una persona inffidabile, molto invadente e subdola.
Mi sono sentita dire da mio marito che sono “cattiva” e “maligna” nel rinunciare ad avere mia mamma per evitare di avere anche mia suocera. Mio marito che nei primi 3 giorni post-partum mi portava a letto il te caldo al mattino, mi ha urlato che non lo avrebbe mai piu’ fatto.
Dai miei genitori, a cui telefonavo in lacrime, ho ricevuto sempre supporto – telefonico – soprattutto da mio padre. Da mia madre invece sento dirmi solo “cerca di sopportare per il bene della tua famiglia” e a me questo manda in bestia ma questo e’ quanto lei riesce ad offrire. In quel momento avrei voluto sentire protezione oltre che supporto. Avrei voluto che mio padre con mia madre e mio fratello venissero a prendermi in macchina per portarmi via con mia figlia, da mio marito e mia suocera.
Dopo queste giornate infernali, il 20 dicembre io e mio marito siamo andati in Toscana, dove vivono le nostre famiglie (l’una ad 8 km dall’atra). Li’ stiamo a casa dei miei dove abbiamo un mini appartamento tutto per noi. Nonostante le temperature invernali, il lockdown, io tutti i giorni sono stata costretta ad andare dai suoceri, dalle 17 alle 21, 30. E li’ visite di parenti, su parenti (mia suocera ha 5 fratelli, fra tutti si contanto oltre 20 persone considerando le relative famiglie). Ricordo il sonno, le improvvise sudate a causa degli ormoni dell’allatamento; allattare con piu’ difficolta’ del solito (non volevo mostrarmi a seno nudo davanti ai miei suoceri e cognati), non mi sentivo libera, ero triste e sola con questi a ronzarmi intorno – fisicamente intorno – come mosche e ogni due secondi (in barba al covid, regole di distanzaimento etc.): “La posso tenere” riferendosi alla bimba. Mia suocera e’ arrivata perfino a rinunciare alla cena per poter tenere la bimba in braccio mentre io cenavo. Quando ho provato, timidamente a dire qualche no, mia suocera inzia il ruolo di vittima, piagnucolando, dicendo quanto lei e’ triste e sfortunata… per far leva emotivamente sul figlio. Mio marito che mi guardava male, e io che mi facevo sempre piu piccola, sentivo caldo, tremavo e cercavo di trattenere le lacrime.
Io non mi ritengo una mamma possessiva. Io e mio marito siamo quanto piu’ possibile intercambiabili nella gestione pratica della bambina. Bambina che da quando ha 9 mesi va al nido. Io ho un buon lavoro, lavoro da casa, vado in palestra e non mi faccio problemi a lasciare qualche ora mia figlia che e’ una bambina socievole ed estroversa. Di mia suocera non mi fido. Mio suocero, per quanto stronzo, presuntuoso e perfido con me, con Anna e’ molto attento e fisicamente meno possessivo. Nello scrivere queste righe e rivivere mentalmente certi stati d’animo ho le mani sudate. A breve ci saranno le vacanze di Natale e io sto male al pensiero di rischiare di rivivere certe situazioni.
Il percorso di psicoterapia di coppia e’ servito a poco. Mio marito dice di aver in parte capito grazie ad un suo amico che parlando della sua situazione ha ribadito l’importanza di supporto e tranquillita’ psicologica della mamma nella fase post partum. Io piu volte ho cercato di parlare di questa mia sofferenza, mio marito minimizza e comunque il fulcro della sua attenzione e’ sempre il compiacimento dei genitori.
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1 Commento
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Federico Samele
Pubblicato alle 21:12h, 29 NovembreBuonasera, leggendo le sue parole avverto tanta impotenza, sente di aver subito e di subire le decisioni di suo marito e di sua suocera senza riuscire ad affermare la sua volontà. Mi sembra importante che trovi uno spazio per elaborare l’esperienza dolorosa di “ingiustizia/violenza” che sente di aver subito e per lavorare sulle relazioni con suo marito e sua suocera.
Spero di esserle stato utile, se fosse interessata a un confronto più approfondito sono a disposizione.
Cordiali saluti
Dott. Federico Samele