
Come gestire un genitore decisamente troppo invadente?
Sono una persona di 65 anni, in quiescenza da poco.
Vita normalissima e felice, laureato, bella carriera da dirigente di ente pubblico, due figlie entrambe laureate,, affettuose e senza grilli per la testa. Una vita assolutamente normale ed anche forse fortunata. Mai bevuto, mai fumato, mai drogato, stimato da tutto il paese, ricopro anche incarichi politici.
Nulla che possa suscitare le critiche di mia mamma (92 anni lucidissima ancorché non totalmente indipendente) che letteralmente mi tartassa da quando ero poco più che bambino.
Non va bene niente. ia pettinatura di mia moglie, dove andiamo in vacanza, dove studiano le mie figlie, dove andiamo a mangiare, cosa facciamo a Natale, chi andiamo a trovare, cosa fanno i nostri amici, che abitudini hanno, se sono sposati, divorziati, cosa fanno i figli dei nostri amici.
Non va bene nulla e se osiamo dire qualcosa urla come un assatanata dicendo che non bisogna dire il contrario. Naturalmente anche tutti i nipoti ed i parenti sbagliano, chi non ha figli, chi non tiene alla famiglia, chi non si è laureato, chi ha troppi soldi, chi non va in chiesa.
Insomma una cosa insopportabile, ore di lamentazioni critiche e spesso insulti (non sapete fare i genitori, avete troppi soldi, che famiglie sono le vostre).
Cosa fare?
La sopportazione tende a scendere, stiamo diventando anziani e certe cosa si fatica a sopportarle. ma è sempre la mamma. Anche se dovremmo mandarla a quel paese.
Ormai anche i nipoti (tutti laureati, bravi ragazzi, seri ed affettuosi) la sopportano sempre meno. Nulla si può fare, lei dice che è vecchia e noi dobbiamo stare zitti.
E’ giusto tutto ciò, cosa c’è nella sua testa? Che dobbiamo fare ormai vecchi anche noi figli?
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1 Commento
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Irene Mosca
Pubblicato alle 00:22h, 13 MaggioGent.mo,
da quello che leggo, la situazione che descrive è tutt’altro che semplice e la sua frustrazione è comprensibile.
Probabilmente occorre fare i conti con determinati modi di essere di sua madre che appaiono essere tratti stabili del suo determinato stile di personalità, tenendo conto come, anche nel corso dell’invecchiamento non patologico, sia possibile osservare alcuni ulteriori irrigidimenti caratteriali, cui causa può essere ricondotta ad un fisiologico processo di invecchiamento cerebrale.
Indipendentemente da ciò, è possibile ipotizzare come quello che lei osserva in sua mamma sia comunque un processo di comunicazione, seppur disfunzionale. Provo a spiegarmi più chiaramente: sebbene, da quello che leggo, il messaggio possa essere esposto secondo una modalità di “critica” ed accusatoria verso l’altro con una difesa del proprio punto di vista, esso è comunque e sempre un messaggio “di qualcosa” che, di volta in volta, va contestualizzato e compreso (es. richiesta di ascolto, posta in forma disfunzionale).
Non è assolutamente facile ed è impossibile pensare di riuscire sempre a cogliere il messaggio nella suo contenuto ignorandone la forma, senza talvolta cedere all’emotività. Tuttavia, Il comportamento che, a mio parere, è consigliabile in questi casi dovrebbe, da una parte, prevedere che vengano posti dei limiti comportamentali da non valicare, dall’altro cercare di porsi in ascolto laddove possibile, per provare a comprendere il contenuto del messaggio.
Spero di essere stata sufficientemente chiara, ma resto a disposizione per ulteriori chiarimenti e per approfondire queste tematiche emerse.
Un caro saluto,
Dr.ssa Irene Mosca