1 Commento
  • valentina ambrosio
    Pubblicato alle 20:19h, 22 Dicembre

    Buonasera,
    fermo restando che la preadolescenza è un’età molto complessa e delicata di passaggio, di sperimentazione e di messa in discussione, proverei a capire se sotto questa modalità comunicativa ci sia un messaggio meta, che cela un disagio (per fare un esempio banale il bullo che aggredisce per nascondere la sua fragilità).
    Non bisogna poi non valutare la componente temperamento personale e l’influenza che può ricevere dai genitori/amici o conoscenti.
    Potrebbe provare ad attuare strategie meno invasive (anzichè fare una domanda diretta provare a rompere il ghiaccio raccontando lei per prima come si è sentito, oppure proporre film o video che toccano alcuni temi e limitarsi a osservare la reazione di suo figlio, oppure provare a farlo mettere nei panni di un altra persona) che possono farlo sentire meno sotto accusa o far emergere un personale stato d’animo.
    Le mie sono solo ipotesi ovviamente, coi ragazzini il, lavoro terapeutico/formativo è estremamente complesso.
    In bocca al lupo, essere genitori è il lavoro più arduo, un genitore separato poi deve fare il triplo degli sforzi
    resto a sua disposizione
    cordiali saluti

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