Fobia sociale: in cosa consiste
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La fobia sociale o ansia sociale è un disturbo d’ansia caratterizzato da una paura molto intensa e un’ansia indotta dall’esposizione a determinate situazioni sociali e interpersonali, all’interno delle quali l’individuo, poiché è esposto al possibile giudizio altrui, si sente criticato e al centro dell’attenzione.
Il timore del giudizio degli altri è il nucleo fondante della fobia sociale e rappresenta la base da cui si origina la sintomatologia fobica. (Wells e Clark, 1997).
Il primo a parlare di fobia sociale fu Janet (1903) definendola come ‘La paura di parlare in pubblico, suonare il piano e scrivere di fronte ad altri‘.
Ma cerchiamo di capirne chi ne è maggiormente colpito.
Quando insorge la fobia sociale
La fobia sociale si manifesta generalmente nella tarda adolescenza, in una fascia d’età compresa tra gli 8 e i 15 anni. Secondo alcuni studi, la percentuale di persone che ne soffre va dal 3% al 13%, con una prevalenza per le donne, per circa il 60%.
L’esordio in età adulta sembra abbastanza raro e quando si verifica è da associare ad eventi stressanti o a dei cambiamenti importanti dello stile di vita.
Tra le situazioni maggiormente temute da chi è vittima della fobia sociale troviamo:
- Usare bagni pubblici
- Chiamare persone al telefono
- Scrivere o lavorare in presenza di altre persone
- Parlare con persone con cui non si ha confidenza
- Parlare con persone ‘importanti’
- Andare a un appuntamento
- Parlare in classe o a una riunione
- Sostenere esami
Chi teme tutto questo, può arrivare a sperimentare dei sintomi psicologici e fisici.
Sintomi della fobia sociale
Tra i sintomi psicologici che si possono associare alla paura ritroviamo:
- Forte imbarazzo e ansia in situazioni sociali
- Paura di arrossire in pubblico
- Intensa preoccupazione molto prima di un evento sociale
- Paura di agire in modi che possano causare imbarazzo
- Eccessivo timore di essere osservati o giudicati
- Paura di essere percepiti come ansiosi
- Evitamento di situazioni sociali
Tra i sintomi fisici abbiamo invece:
- Tachicardia
- Tremore alla voce
- Respiro affannoso
- Vampate di calore
- Nausea
- Bocca secca
- Tensione muscolare
- Rossore
- Vertigini
- Mani sudate
I sintomi possono manifestarsi con una intensità tale da limitare l’autonomia dell’individuo.
Da cosa di origina il disturbo?
Diverse teorie hanno cercato di capire le cause della fobia sociale. Molti studi sostengono che alla base di tale disturbo possano esserci dei traumi infantili o esperienze negative passate, come l’essere stati vittime di umiliazione pubblica o di aggressione.
Altri studi affermano come l’osservazione di un individuo colpito da un evento traumatico, possa scatenare tale fobia.
I risultati di alcune ricerche hanno messo in luce una predisposizione all’inibizione che si può osservare nei bambini, sin dalla più tenera età, e che può essere spiegata con una disfunzione biologica, la quale rende alcuni soggetti più a rischio, rispetto ad altri.
Ancora secondo i cognitivisti la fobia sociale è una diretta conseguenza di schemi di valutazione della realtà che favoriscono visioni distorte dell’ambiente circostante, da cui si generano alcuni comportamenti di evitamento.
Ma di quali criteri bisogna tenere conto per fare una diagnosi di tale disturbo?
Diagnosi di fobia sociale
I criteri per fare diagnosi di fobia sociale riportati dal DSM-5 sono i seguenti:
- Paura o ansia marcate relative a situazioni in cui l’individuo è esposto al possibile esame altrui.
- Paura di agire in un modo che possa far manifestare i tipici sintomi di ansia che a loro volta possono essere valutati negativamente.
- Paura o l’ansia sproporzionate rispetto alla reale minaccia della situazione e che persistono per 6 mesi o più.
- Paura intensa che causa disagio clinicamente significativo del funzionamento sociale, lavorativo e in altre aree importanti.
- Paura e ansia non attribuibili agli effetti di sostanze o ad altre condizioni mediche.
Ma come si può guarire da tale disturbo?
Trattamento psicoterapico e farmacologico
La psicoterapia breve, secondo il riscontro di alcuni dati statistici, risulta essere molto efficace nella cura della fobia sociale, poiché è centrata sul “qui ed ora”.
Avendo come scopo la modifica dei pensieri disfunzionali e sulle tentate soluzioni, punta ad offrire al soggetto quelle abilità necessarie affinché possa affrontare le situazioni temute, attraverso:
- La rimozione delle modalità di pensiero disfunzionali che accrescono l’ansia sociale;
- Il ridimensionamento dei giudizi negativi sul proprio comportamento e dell’ipervigilanza verso i possibili segnali di inadeguatezza;
- La riduzione del comportamento evitante attraverso la desensibilizzazione sistematica;
- L’utilizzo di tecniche per ridimensionare le paure.
A livello farmacologico la fobia sociale può essere trattata facendo riferimento a due classi di farmaci: benzodiazepine e antidepressivi. E’ bene sottolineare però che l’assunzione delle sole benzodiazepine risulta essere efficace, soprattutto nelle situazioni di “emergenza”, quando si vuole gestire una crisi acuta di ansia.
Come vivere con il disturbo: consigli pratici
Vediamo ora alcuni consigli pratici per gestire tale disturbo:
- Tieni un diario. Avere un diario può essere utile, poiché al suo interno possiamo annotare tutte le situazioni che ci creano disagio, al fine di valutare se siamo in grado o no di affrontarle.
- Crea una scala delle paure. Annota le paure e prova a stilare una gerarchia delle stesse: ovvero mettile in ordine crescente, in modo proporzionale al disagio che ti provocano dalla più temuta a quella meno. Poi parti affrontando gradualmente quella che ti crea meno ansia.
- Padroneggia alcuni tuoi comportamenti. A tal proposito prova ad apprendere i comportamenti che trovi di seguito per aumentare la tua autostima e ciò avrà delle ripercussioni positive anche sulla tua vita sociale e relazionale.
- guarda in viso il vostro interlocutore;
- appoggiati bene allo schienale della sedia, quando ti siedi, mantenendo una posizione rilassata: questo ti aiuterà a dare un’immagine più sicura di te.
- dai importanza non solo a ciò che dici, ma anche a come lo dici, al tono che utilizzi. Imparare a esprimersi ci permette di avere una maggior sicurezza.
- esprimi ciò che senti, anche se si tratta di dare il tuo disappunto.
Ricordate sempre che tutto parte da noi!
Bibliografia
- American Psychiatric Association. Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali – Quinta Edizione. A cura di Biondi M. Raffaello Cortina Editore, Milano 2014.
- Marsigli, N. (2018). Stop all’ansia sociale. Strategie per controllare e gestire la timidezza. Trento: Erickson
- Procacci, M., Popolo, R., & Marsigli, N. (2010). Ansia e ritiro sociale. Valutazione e trattamento. Milano: Raffaello Cortina Editore
- Wells, A. (1999). Trattamento cognitivo dei disturbi d’ansia. McGraw-Hill