Sono sbagliata io o il mondo

Separata in casa: come riprendere in mano la mia vita?

Buonasera, vivo da 10 anni separata in casa, ho un figlio e lavoriamo entrambi.

La scelta di vivere così, oltre ad aver deciso di interrompere la relazione, è stata di mio marito… non vuole separarsi perché sostiene di non farcela economicamente ma io sarei disposta ormai anche a morire di lavoro pur di non vivere così perché ormai sto sempre male, non sopporto più la sua presenza, mi crea malessere e nervosismo considerando anche che non sono libera di muovermi in casa perché gli da fastidio vedermi camminare per casa.

Come posso fare per riprendere in mano la mia vita? Grazie.


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2 Commenti
  • valentina ambrosio
    Pubblicato alle 15:08h, 19 Agosto

    Proverei un percorso di mediazione familiare, e di sostegno alla genitorialità per affrontare la separazione (e la gestione di vostro figlio che se minorenne, può essere complessa).
    un terzo neutrale potrebbe aiutare ad appianare le vostre divergenze, e favorire una comunicazione più efficace, che vada nella direzione di ascoltare i bisogni di ognuno (ci sono altre motivazioni sottese che magari impediscono di chiudere questo legame) e avere come obiettivo condiviso il benessere familiare.
    A lungo andare questo menage creerà disagi e malesseri per tutti i membri.

  • Andrea Botti
    Pubblicato alle 11:38h, 26 Agosto

    Buongiorno.
    Posso solo immaginare quanto debba essere dura e faticoso vivere per dieci lunghi anni da “separati in casa” con un figlio e tutte le incombenze lavorative.
    Il dolore, in queste situazioni, potrà toccare tutti i membri del nucleo familiare.
    Ma dalle sue parole sento tanto la presenza della posizione di suo marito. La sua decisione di rompere la relazione, il suo bisogno di tenerla però agganciata per l’aspetto economico e il senso di colpa che l’idea di sganciarsi può provocare in lei.
    Come riprendere in mano la sua vita e uscire da questa gabbia?
    Beh, prima di tutto ritengo molto importante la creazione di uno spazio terapeutico suo nel quale non avere contaminazioni esterne e dove analizzare tutti i suoi vissuti emotivi così da generare movimento.
    L’obiettivo a quel punto ritengo sia quello di porsi una domanda: chi è lei fuori dalla relazione? quali progetti aveva prima che si creasse questo stallo affettivo?
    Ripartire da lì! In uno spazio di ascolto e supporto.
    Perché lei ha assecondato la richiesta di suo marito? Che vissuti ci sono lì dentro?
    Riscoprire chi sia lei come donna, oltre al ruolo di moglie, madre e “separata in casa”.
    Per far partire la nave e guidarla fuori dal porto è importante definire una direzione!
    Uscirne è possibile e per farlo si deve inevitabilmente attraversare il dolore e la fatica.
    Ma finito quel percorso si potrà tornare a essere serene.

    Resto a disposizione.

    Un saluto.

    dr Andrea Botti

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