Non riesco a stimare le cose che vengono fatte per me
Buongiorno a tutti e grazie, sin d’ora, per il tempo che mi state dedicando.Sono un uomo che convive da vari anni con la propria partner ed entrambi abbiamo qualche piccolo tratto narcisistico che ci porta spesso a delle guerre di potere che poi si placano quando uno dei due abbassa il livello di guardia. Due caratteri molto diversi, quasi agli antipodi per certe cose…
Fatta questa premessa, ci sono due distinti da fare, quello razionale e quello percepito che mi portano a farvi la domanda che troverete al termine di questo testo.
Razionalmente parlando, vedo che (seppur con i suoi limiti) prova sempre a darmi attenzioni, a preparare cose per me e a darmi affetto a modo suo eppure, tutto ciò mi sembra sempre “diverso” da come mi piacerebbe riceverlo. Non riesco ad emozionarmi o a provare qualcosa di positivo quando mi vengono date attenzioni da questa persona mentre, al contrario, ho l’emozione facilissima per qualsiasi altra cosa… una semplice scena di un film può farmi commuovere, vedere come si guardano due persone innamorate mi fa sciogliere ecc ecc…
Insomma, seppure io possa dire di avere una persona che mi vuole bene (e solo un folle potrebbe dire il contrario), la mia parte irrazionale dice che c’è qualcosa di malato in tutto questo e non riesce a godersi appieno tutte queste cose. Non che io le dia per scontate, anzi, tutt’altro… ma, seppur ci possa mettere tutto il suo impegno, non riesce quasi mai a sorprendermi o a farmi pensare a quanto io sia fortunato.
Dal canto mio, sono l’esatto opposto: se devo fare qualcosa, anche solo un semplice pensiero, studio tutto nei minimi particolari e spesso impiego giorni e giorni di ricerche per darle il meglio o, quanto meno, quello che può farle più piacere.
A volte mi chiedo anche se siamo realmente innamorati reciprocamente o se, per entrambi, è solo una storia malata nella quale siamo intrappolati entrambi.
In generale, però, è una sensazione che si ripete ciclicamente nelle mie storie e nella mia vita: ho un’ottima posizione lavorativa e sociale, guadagno molto più di quello che fanno mediamente le persone della mia età (ovviamente nessuno mi ha regalato nulla, anzi, mi sono sempre fatto in quattro per la mia crescita personale) eppure non riesco ad esserne contento e soddisfatto.
Ogni volta che arrivo ad un target prefissato, anziché festeggiare felice di quello che ho ottenuto, penso già al successivo e, nell’arco di poco tempo, passa tutto nel dimenticatoio…
Questa mia… diciamo “apatia” mi porta anche a pensare di non riuscire a provare qualcosa per la mia compagna o, in generale, nei confronti delle persone… quasi come se avessi due personalità: una ultra sensibile quando guarda da spettatore esterno gli altri, ed una da ipercritico, apatico e cinico quando vivo la mia vita.
Insomma, è come se vivessi e godessi la mia vita al 10%, senza riuscire a gioire di nulla se non per pochissimi istanti prima di tornare nuovamente in questo limbo di totale mancanza di emozioni.
Mi capita spesso di sentire dentro di me la necessità di mollare tutto e cominciare qualcosa di nuovo, magari da qualche altra parte del mondo, dove potermi nuovamente giocare il tutto per tutto, dove poter riuscire a farmi amare e stimare per quello che sono, costruendo una nuova vita… ma temo che mi ritroverei punto a capo.
Secondo voi a cosa può essere dovuta questa condizione? Avete qualche spunto su cui riflettere? Grazie mille!
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1 Commento
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valentina ambrosio
Pubblicato alle 12:10h, 10 MaggioBuongiorno,
leggendo il suo pensiero mi verrebbero tante supposizioni e sensazioni.
Questa condizione potrebbe essere generata, immagino, dai vostri modi di essere e di fare, dall’incastro dei vostri bisogni (consci e inconsci), dalla vostra struttura di personalità e tanti altri fattori, Mi chiedo però, come “vi leggete” reciprocamente in coppia, ovvero come la sua immagine e l’immagine della sua partner (e dei gesti che fate) vengano recepite e accolte; ovvero che aspettative, motivazioni e credenze (non dette immagino) ci sono sotto.
Rispetto all’essere insoddisfatto della sua capacità di emozionarsi, di godere per i propri successi o condividere, potrebbe essere una difesa da un’emozione (paura? dolore?) così grande che non può essere “contattata” e sfiorata.
Se come dice, è qualcosa che avviene ciclicamente, è una situazione che affonda le radici nel tempo e ogni tanto torna richiamare la sua attenzione.
Per affrontare questi temi così delicati e profondi, le consiglio di valutare l’idea di intraprendere un percorso, per capire insieme al professionista come sciogliere questi nodi irrisolti e questi dubbi e vivere più serenamente in coppia e con sè stesso.
Rimango a disposzione
Buona giornata
Dott.ssa Valentina Ambrosio