Non riesco a chiudere la relazione per paura delle sue reazioni

Buongiorno,
ho 38 anni e una relazione da 7 anni da cui è arrivato un figlio che attualmente ha due anni.

Inizialmente andava tutto bene (o almeno lo credevo). Il mio compagno tesseva le mie lodi quando eravamo in compagnia, ma avevo poca attenzione da lui quando eravamo distanti eccetto quando aveva bevuto, perchè in quel caso mi scriveva anche a notte fonda dicendomi che gli mancavo. (premetto che ho un’altra figlia di 12 anni avuta da una precedente relazione).

Abusava di alcool, ma poi siamo andati a convivere e col tempo, soprattutto dopo la nascita del bimbo ha calato molto. Ma da quando c’è il bambino le cose sono degenerate. Mi offende continuamente, mi sminuisce, e se si arrabbia mi minaccia di riempirmi di botte o di ammazzarmi.

Lui è a casa tutto il giorno (ha la partita Iva ma è come se lavorasse occasionalmente). E’ mantenuto, servito e riverito. Ogni mattina gli porto il caffè (anche perchè se non lo faccio c’è da sentir urlare e volare offese). Mi considera quasi per niente. Non molto tempo fa mi ha trattato come una pezza da piedi perchè non lo aspettavo per cena (lui usciva e tornava quando gli pareva, dopo magari aver consegnato dei lavori ed essersi fermato a fare l’aperitivo), ma io semplicemente perchè avevo il bimbo da lavare e portare a letto, e poi diciamo la verità, anche perchè non avevo più voglia di cenare con un assente che sta al cellulare. Era arrabbiatissimo e gli ho chiesto cosa ho di così sbagliato e la sua risposta è stata “perchè sei come sei”.

Dopo questa scenata l’ho sempre aspettato per mangiare, ma lui continua ad ignorarmi e stare al telefono. Non posso mai dire la mia perchè ho torto a priori. Non mi lascia mai finire di parlare. Ormai ho smesso di parlare, di discutere, di essere visibile… Solo se interpellata.

Mi chiedo perchè dopo la nascita del bambino è cambiato totalmente? Spesso mi chiedo se prima non avesse solo una maschera che poi ha tirato giù perchè è convinto che con il bambino io non me ne andrò mai… Ovviamente dà la colpa a me, dice che è come se nostro figli quando è nato mi avesse portato via dei neuroni.

Ed oltretutto adesso ha cominciato a tenere questo comportamento di so tutto io, io sono adulto e posso fare quello che voglio e tu devi portarmi rispetto, io ci sono quando mi pare ma tu devi scattare quando ti chiamo etc etc anche con mia figlia.

Io sono molto spaventata e molto demoralizzata. Mi sento come se mi fossi arresa. Ma dentro di me c’è una vocina che mi dice che questa situazione non va assolutamente bene per i miei figli oltre che per me.

Lui si sente il padrone del mondo ed è convinto che tutto deve girare come vuole lui altrimenti si arrabbia o aggredisce.
Qualche volta mi ha preso per il collo e l’ultima, l’estate scorsa, mi ha anche spintonato e dato uno schiaffo. Non mi ha mai fatto veramente male, ma con lui non so più come comportarmi. Non gli va bene niente e se anche cerco di fare le cose come vuole lui non vanno bene comunque e le sue parole sono “ma non dire cazzate”.

E’ una situazione complicata perchè la sua famiglia vive in un altro stato e lui non è in grado di badare a se stesso.
Io non sopporto l’idea di un altro fallimento, sono molto sensibile, ho poca fiducia in me stessa e tendo a pensare sempre prima agli altri che a me. Spesso ometto cose per paura di ferire, quindi a volte non riesco ad essere chiara come vorrei. Un pò anche per evitare certe situazioni. Di recente mi ha minacciato di riempirmi di botte anche se c’era la bimba più grande cosa che prima non aveva mai fatto.

Si passa a dei momenti di tranquillità in cui ognuno vive nel suo, a momenti in cui lui parte all’attacco senza un vero e proprio motivo.

Non so se la cosa andrà avanti peggiorando o se rimarrà così altalenante. Ma il problema più grosso è che io non riesco a mettere la parola fine perchè ho paura delle sue reazioni, anche perchè considera il bimbo come sua proprietà privata…


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1 Commento
  • valentina ambrosio
    Pubblicato alle 20:40h, 11 Gennaio

    Buonasera,
    si deve assolutamente recare in un centro antiviolenza che può aiutarla sia materialmente che psicologicamente ad uscirne, salvaguardando i suoi figli e lei stessa.
    Non deve prendere la situazione sotto gamba e deve agire con coraggio, lo deve fare prima che sia troppo tardi e per il bene dei suoi figli (siete voi la priorità adesso).
    Mi scusi la durezza delle mie parole ma da sola non può farcela, insieme ad altri professionisti del settore invece si.
    Le auguro buona fortuna
    Dott.ssa Valentina Ambrosio

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