Partner maltrattato

Come posso aiutare una persona a farsi seguire da un professionista? Sta molto male.

Salve, da un anno e mezzo circa ho una relazione con un ragazzo a distanza, 250 km circa. O per meglio dire avevo.
La relazione è andata sempre tutta rosa e fiori. Mai un litigio, mai un tradimento o altro. Sempre massimo rispetto, libertà e valori posti sullo stesso piano.

Lui era euforico, talmente tanto da pensare già a una proposta di matrimonio dopo un anno di frequentazione. I progetti c’erano eccome!

Fino a quando, arrivato il covid ci sono stati i primi segnali. Ha iniziato ad isolarsi, a non riuscire più a capire cosa aveva dentro e ha confessato di non stare bene, di avere del malessere. Dopo 3 mesi a non vedersi causa pandemia, abbiamo ripreso e sembrava essersi aggiustato tutto, fino a che a giugno riprendo in mano i progetti per il futuro gli dico che mi frullava nella testa il pensiero di venire dalle sue parti definitivamente.

La sua risposta è stata che aveva paura che le cose sarebbero andate male, che non voleva deludermi e che forse è meglio aspettare un altro po’. A ferragosto stiamo insieme circa 10 giorni. Avevo notato che non stava bene. Non voleva uscire, non aveva voglia di vivere. È un ragazzo pieno di amici, ma quella settimana è stata buia. Anche con me e stato molto distante.

Appena torno a casa mi dice che vuole stare da solo, che è insicuro, che non si sente stabile. Dopo quella settimana si riprende, mi dice che è passato tutto.
La tiriamo avanti fino al giorno prima del mio compleanno dove mi chiama dicendomi che non si sente più in grado di gestire la situazione. Che sente di stare male, che io non c’entro nulla ma e consapevole che mi fa del male messo in queste condizioni. Lo esorto a parlare con qualcuno oltre che con me di questo malessere, ma dice che si sente un peso per gli altri e che non gli sembra normale che gli altri debbano sapere come sta, come se gli altri non si interessassero di lui.

La cosa è fresca, è appena passato un mese. Mi ha riscritto dicendomi che mi ha lasciato perché ha paura di stare di nuovo male. Premetto che gli era stata diagnosticata la depressione un anno circa prima di conoscerci, per via di una relazione andata male (nel quale non e mai stato chiaro a espormi l’ andamento di quest’ ultima).

Io ho puntato i piedi dicendogli in maniera dolce e con le pinze che dovrebbe andare in terapia perché in queste condizioni non può continuare qualsiasi cosa.

Ho parlato con sua madre e con i suoi amici. Nessuno era consapevole di questo malessere. Tutti erano spiazzati quando lui mi ha mollato perché le cose andavano fin troppo bene viste da fuori. Lui ha raccontato che non si sentiva più innamorato (probabilmente dovuto a questo senso di apatia del periodo).

Ora sto cercando di spronare la madre a dirgli di andare in terapia, che nel frattempo in questo mese ha notato che il figlio non sta bene.  Ieri mattina lui ed io abbiamo avuto una discussione su cose non fondate e so dalla madre che è tornato a casa da lavoro dicendo di non sentirsi bene. Oggi probabilmente non ci è andato.

Io non so come comportarmi a riguardo. Mi sento in mezzo a questa situazione. Sono l’ unica che sa realmente come sta. Vorrei aiutarlo ma non so come. È meglio lasciarlo nei suoi pensieri o continuare a dargli una parola di conforto? Anche magari con un messaggio ogni tanto per fargli capire che gli sono vicino?

Scusate per i dettagli ma volevo essere chiara quanto più possibile.
Grazie mille in anticipo.


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2 Commenti
  • Mara Schiavi
    Pubblicato alle 09:21h, 23 Novembre

    Buongiorno cara,

    Purtroppo non possiamo forzare nessuno ad affrontare un percorso, che non vuole affrontare. Quello che lei può fare, e che mi sembra stia già facendo, è parlargliene ed esporgli la propria opinione, indicare una direzione, dare un consiglio. E lo stesso vale per la mamma. Le persone depresse sono le più difficili da convincere ad andare in terapia, proprio perché si sentono senza via di uscita, sentono di non poter essere aiutati, anche se non è così.
    Può provare a fargli presente che ci sono molti terapeuti che ricevono anche online, se andare in studio appare un passo troppo grande, cosa che spesso accade. La seduta online, che ha tutte le potenzialità di una seduta in studio, viene spesso percepita come meno impegnativa, anche se poi così non è.
    Insomma… Mi sembra che lei stia già facendo molto, nessuno ha la bacchetta magica per sistemare la vita degli altri, figuriamoci se poi questo altro non vuole essere aiutato!
    Un consiglio che mi sento di darle, però, è questo e non riguarda altri ma se stessa. Pensi anche a lei in questa vicenda: si sta mettendo molto in gioco per aiutare questa persona che non ne vuole più sapere in tutti i modi e, in tutto ciò, ha subito anche lei un “lutto”, dato dalla fine di una relazione in cui credeva molto. Si prenda il tempo di elaborarselo questo dolore, di farci i conti, lasciando andare quello he sembrava oro, ma non luccica più. Siamo tutti umani, anche lei. E’ davvero questo quello che vuole per sé?

    Spero di averle fornito uno spunto di riflessione,

    Dr.ssa Mara Schiavi

  • Alice Carella
    Pubblicato alle 09:24h, 23 Novembre

    Buongiorno,
    Comprendono molto bene la tua preoccupazione e trovo comprensibile che una persona possa avere una spinta di solidarietà nei confronti di chi vuole bene. Io credo che tu abbia fatto già molto a preoccuparti del suo malessere e più che fargli notare il suo stato, non puoi fare di più. Dobbiamo accettare che ci siano persone che non vogliono o non sono pronte a mettersi in discussione e a lasciare ciò che gli crea malessere. Bisogna rispettare il volere e i tempi di questo ragazzo, il quale potrebbe aver bisogno solo di tempo per rendersi conto della sua sofferenza.
    Ti lascio una riflessione da fare su te stessa: spesso le altre persone, ciò che fanno o anche ciò che non fanno, smuovono qualcosa dentro di noi. Qualcosa che riguarda noi stessi. L’altro, in qualche modo, ci fa da specchio. Il tuo voler insistentemente aiutare questo ragazzo, mi fa pensare che ci sia qualcosa che ha probabilmente scosso qualcosa dentro di te e che riguarda, appunto, te. Prova a riflettere su questo,perché se è vero che non possiamo aiutare chi non vuole essere aiutato, è anche vero che possiamo lavorare su noi stessi partendo da ciò che l’altro (e la sua situazione) hanno provocato in noi.
    Rimango a tua disposizione.
    Saluti,

    Dott. ssa Alice Carella

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