Adolescente ribelle

Come aiutare un figlio adolescente in piena crisi scolastica?

Mio figlio, 15 anni, ha dei seri problemi legati soprattutto alla scuola.

Vive in un ambiente che incoraggia lo sviluppo continuo personale e culturale, le scelte ragionate e oculate per il futuro. La sorella più grande investe molto nello studio, ha scelto una scuola superiore di ottimo livello e prosegue su quella strada.

Io, la madre, sono insegnante, la scuola è il nucleo centrale della mia vita, insegno con passione e investo molto nella mia continua formazione (formale e non-formale); mio compagno che vive con noi è una persona colta e intellettualmente curiosa, così come il padre dei ragazzi, con cui abbiamo un rapporto positivo e di reciproco rispetto e fiducia.

Viaggiamo, quando possiamo, leggiamo molto, ci informiamo, abbiamo passioni legati all’arte e alla cultura in generale. Tranne lui. Quando era piccolo abbiamo letto molto, era contornato da libri (scelti con molta cura) e di giochi di qualità.

Io sono straniera quindi sono cresciuti bilingui. Ho investito molto nella loro educazione trascurando la mia carriera. Hanno ricevuto attenzione, cure e affetto. Quando ha iniziato la scuola ha subito riscontrato dei problemi. Era irrequieto, il livello attentivo era basso, non trovava la motivazione e aveva difficoltà oggettive nella scrittura – dopo qualche anno si è scoperto essere disortografico anche se in realtà aveva più difficoltà a scrivere e a decifrare la propria scrittura.

Ha avuto degli insegnanti poco attenti e sensibili a queste problematiche ed è stato in qualche modo etichettato come un bambino svogliato, troppo vivace, problematico.

Ha sviluppato negli anni una bassa autostima che non siamo riusciti a controbilanciare. Nel frattempo ci sono stati dei problemi matrimoniali con una separazione consensuale, fatto che ha in qualche modo sottratto tensioni latenti e ha equilibrato le dinamiche all’interno della famiglia.

Si è successivamente aggiunto anche mio compagno (ormai da 7 anni) nel nuovo assetto familiare – apparentemente accettato da entrambi i miei figli. Ci siamo trasferiti in un’altra regione, abbiamo ricominciato una nuova vita (molto voluta anche da loro).

La nuova scuola media (aveva 12 anni) l’ha messo in difficoltà ancora maggiori, ha avuto difficoltà ad ambientarsi e non ha mai accettato la nuova scuola. Malapena riusciva a raggiungere gli obiettivi minimi anche con la certificazione per DSA e la programmazione personalizzata – specialmente nelle materie scientifiche.

Ha poi scelto un istituto tecnico ma subito sono venuti fuori problemi per quanto riguarda la matematica. Non si vuole far aiutare da nessuno. Per un periodo ha acconsentito di prendere delle lezioni private, ma dopo qualche lezione ha voluto smettere e non riuscivo a fargli cambiare idea.

Non accetta aiuto da nessuno ma il problema è visibile, spesso somatizza, “si sente male” pur di non andare a scuola. Vede la scuola e la cultura in generale come cose inutili, da vecchi.

Non ha MAI letto un libro da solo, nemmeno quelli obbligatori per la scuola, non ci vuole mai accompagnare a degli eventi culturali (mostre, concerti, proiezioni), si rifiuta completamente. Ha degli amici che sono molto limitati – mi dispiace doverlo scrivere, ma alcuni di loro sono di bassa intelligenza dal punto di vista cognitivo, ineducati e ignoranti.

Ho saputo che quando escono si fumano le canne. Non so come fermarlo, non posso segregarlo in casa. Quindi lui vive in questa bolla dove questi ragazzi rafforzano tra di loro l’idea della scuola come perdita di tempo. Quando parliamo del futuro, non mi sa dare risposte, cosa farà, cosa potrà fare senza un’istruzione base.

Gli ho anche proposto, a malincuore, di pensare a una professione se la scuola gli è così pesante e non vuole affrontare il problema e accettare il nostro aiuto. Ma non vuole. Tra poco avrà 16 anni, l’età minima per lavorare. L’ho messo davanti a una scelta: o si impegna a finire la scuola che ha scelto, o decide di cambiare scuola (e non lo sosterremo) altrimenti dovrà pensare a una professione da imparare.

Cerco molto il dialogo, cerco di capire il perchè di questo suo rifiuto. Gli ho proposto di andare da uno psicologo per capire se c’è un problema di fondo, un blocco interno, ma lo esclude fermamente.

Non so come aiutarlo, sono disperata.


Hai bisogno di aiuto? Chedi ai nostri psicologi online


1 Commento
  • Federico Samele
    Pubblicato alle 14:20h, 22 Ottobre

    Buongiorno signora, mi sembra che il punto centrale sia cercare di capire come mai suo figlio sembra assumere un atteggiamento di avversione nei confronti del contesto scolastico: è una reazione di fronte alla consapevolezza delle sue difficoltà? Era irrequieto perchè vedeva che i suoi compagni ottenevano risultati migliori dei suoi? Oppure perchè non rispondeva alle aspettative delle figure di riferimento? Insomma, questo comportamento di rifiuto può originare da diverse motivazioni ed è importante verificarne le radici effettive. Aggiungo che se il ragazzo nel momento di difficoltà non si è visto sostenuto, aiutato, incoraggiato dagli insegnanti, bensì “etichettato come bambino svogliato e problematico”, è comprensibile come abbia sviluppato un atteggiamento rinunciatario e di disinvestimento verso la scuola e verso se stesso come studente.
    Io cercherei un dialogo anche con gli attuali insegnanti, per cercare di capire insieme il comportamento di suo figlio e vedere insieme come poterlo sostenere efficacemente.
    Da quello che scrive mi sembra che suo figlio abbia sviluppato scarsa fiducia in se stesso, nella sua possibilità di affrontare con successo le difficoltà che incontra, per cui inizia, ci prova, ma poi quando incontra “difficoltà di ambientamento alle medie” cambia, quando all’istituto tecnico ha problemi con la matematica inizia a prendere lezioni private, ma poi smette.
    Se il ragazzo si percepisce come “poco potente”, allora di fronte alle difficoltà che incontra tenderà a rinunciare, andando a confermare e rinforzare l’immagine svalutante che ha di sè.
    E’ fondamentale ristabilire un dialogo con il ragazzo, per comprendere le sue difficoltà e sostenerlo.

    Spero di esserle stata utile, se ha bisogno mi trova qui
    Cordiali saluti

    Dott. Federico Samele

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