Relazioni tossiche
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Quante volte ci è capitato di sentir parlare di relazioni che “non fanno bene” e, spesso, vengono definite “tossiche” proprio per questa loro caratteristica? Storie che, seppur non rendendocene conto direttamente, portano ad effetti deleteri.
Le relazioni, se non sono sane e mature, possono “danneggiare” chi le vive, con effetti davvero intensi e spiacevoli.
Non è facile riconoscere e capire di vivere una relazione tossica perché, per amore, si è portati a non vedere ciò che accade realmente. E’ come se il sentimento facesse scomparire e cancellasse ciò che di negativo la relazione produce su se stessi e sull’altro.
Ci sono coppie che, nonostante sappiano benissimo i problemi invalicabili presenti nella loro relazione, si ostinano a mantenere in piedi il rapporto, “cercando di farlo funzionare ad ogni costo”. Questo è davvero pericoloso e non fa bene a nessuno dei due partner.
Ma veniamo a noi: cosa si intende per relazione tossica? Come riconoscerla? Come uscirne?
Cosa sono le relazioni tossiche?
“Si tratta di una relazione contrassegnata da un forte aspetto di dipendenza. Nelle relazioni tossiche accade che uno dei partner tende a “funzionare” in modo prevalente o in certi casi esclusivo sulla modalità dipendente. Questo nella relazione di coppia porta la persona che si trova in questa posizione a perdere quote sempre maggiori di potere personale, quindi a perdere la propria autonomia, indipendenza e libertà di scelta, finendo – in alcuni casi – in una condizione di vero e proprio sfruttamento emotivo e fisico. La persona che si trova all’interno di queste relazioni, nelle condizioni più gravi ed estreme, può subire anche situazioni di violenza. La dipendenza affettiva è molto simile alla tossicomania, con la sola differenza che in questo caso l’oggetto tossico non è una sostanza ma una persona.”
(Massimo Borgioni, psicologo e psicoterapeuta e autore del libro “Dipendenza e contro-dipendenza affettiva: dalle passioni scriteriate all’indifferenza vuota”)
Quindi una relazione tossica è, per definizione, una relazione in cui uno dei due partner invade lo spazio dell’altro, fino a privarlo della propria autonomia e personalità. E’ in questi casi che si perde anche la propria identità: tutto viene visto in funzione dell’altro. Insomma la caratteristica prevalente, che quindi caratterizza una relazione tossica, è proprio la dipendenza: uno dei due partner si sente totalmente dipendente dall’altro: quindi, quando non presente, si sente “vuoto” o “perso”.
Questa forma di dipendenza ha un suo corrispettivo particolare che è definita, appunto, “dipendenza affettiva”.
Quando uno dei due partner, quello dipendente, inizia a negare eccessivamente i suoi bisogni e i suoi spazi necessari, pur di non perdere il partner, possiamo parlare di dipendenza affettiva. Ai suoi occhi, il partner diventa l’unica fonte di gratificazione e di benessere per se stesso e, quindi, viene messo al primo posto rispetto anche a se stesso e ai suoi bisogni.
Come riconoscere una relazione tossica?
Questo tipo di relazione, seppur difficile da ammettere e riconoscere per chi la vive, si caratterizza per alcuni aspetti rilevanti, spesso molto evidenti dall’esterno. Ma quali sono i campanelli d’allarme a cui prestare attenzione?
- Dipendenza: quello che, primariamente, caratterizza questa relazione è proprio la dipendenza affettiva. Uno dei due partner si sente totalmente dipendente dall’altro e sente che senza di lui non può vivere bene o, addirittura, non può vivere proprio. In questo modo, le funzioni individuali vengono affidate al proprio partner come, per esempio, l’autostima. Chi è dipendente non ha una buona autostima ma, soprattutto, affida al proprio partner il compito di aumentarla e di rafforzarla. Insomma, l’altro diventa colui che è in grado di aumentare l’autostima del partner e di farlo sentire bene. Viene da sé che perdere questa persona può essere inaccettabile per il dipendente: se viene meno, tutto il benessere viene meno.
- Relazione asimmetrica: una caratteristica peculiare della relazione tossica è proprio l’asimmetria presente tra i due partner. In una coppia sana, infatti, entrambi i partner godono delle stesse caratteristiche e degli stessi vantaggi. Questo manca in una relazione tossica dove è evidente che ci sia un partner dominante rispetto all’altro. Ciò, inevitabilmente, favorisce la dipendenza e la manipolazione dell’altro.
- Perdita dei propri spazi e della propria autonomia: quello che caratterizza le relazioni tossiche è proprio la perdita di autonomia e della propria personalità, di uno dei due partner. Questo, spesso, è considerato normale all’inizio di una relazione, in cui tutto è visto nell’ottica della coppia. Si sta insieme molto tempo, si sente la necessità di interessi comuni, di attività da fare insieme e così via. Tutto ciò può, effettivamente, rafforzare la coppia agli inizi, ma è deleterio quando la coppia è ormai consolidata e solida. Nessuno nega che sia bellissimo avere hobby e interessi comuni, ma poi, necessariamente, ognuno deve aver modo di coltivare i propri di interessi e le proprie attività. E’ proprio questo che manca in una relazione tossica, in cui i due partner si fondono e diventano un tutt’uno. Inoltre, spesso, questa coppia ha la tendenza ad isolarsi rispetto al resto del mondo.
- Intolleranza verso la lontananza: chi sviluppa una forma di dipendenza affettiva, sente che non può allontanarsi e perdere, anche se temporaneamente, l’altro. Quando c’è una qualsiasi forma di distanza e allontanamento, il dipendente sta male e sente di non “potercela fare da solo”. Non si accetta né la distanza fisica né quella emotiva. Tutto ciò, col tempo, porta al consolidamento del rapporto simbiotico: il dipendente, pur di non sperimentare emozioni negative per la lontananza e il distacco, rinuncia alla sua personalità ed alla sua individualità, perché sente di non averne bisogno.
- L’altro è un narcisista: il vero paradosso della relazione tossica è che la persona dipendente non trova nell’altro ciò che realmente vorrebbe o di cui avrebbe bisogno. Ci aspetteremmo che una persona con bassa autostima, con una dipendenza affettiva e con bisogno di vicinanza si innamori, inevitabilmente, di chi fornisce il soddisfacimento a tutti questi bisogni. In realtà non è affatto così: una persona con dipendenza affettiva, perlopiù, si innamora di un narcisista: quindi di colui che vuole attenzioni, cure, amore, ma che al contempo non è in grado di ricambiare tutto ciò. Diventa una vera e propria relazione unilaterale: la persona con dipendenza venera, ama, soddisfa ogni bisogno del partner e quest’ultimo, invece, non fa proprio nulla, anzi mantiene questa forma di dipendenza per puro egoismo e bisogno di attenzione e cure. Inevitabilmente la persona con dipendenza affettiva si ritroverà da sola, dal punto di vista emotivo, e con accanto una persona che non fa altro che aumentare questa sua dipendenza.